12 ottobre 2014
MILANO,ANCORA TU !?!
Milano,ancora tu!?!
Sembri così indecisa
fra i tuoi alti e bassi,
austera e giudice
così distante da chi ti percorre,
ti vive fra mille pensieri
annaspando nelle difficoltà!
Sei ancora tu, Milano mia,
sei ancora tu la mia città
di cui si narrano esempi fulgidi
d'altruismo e bontà,
d'atti eroici a tua difesa,
di canti e lodi di cultura,
di radici profonde in suolo padano?
Tu taci nel frastuono del disordine e del pianto,
t'avvolgi di bigio e trasudi umido
penetrando nelle ossa di chi ti vive e prova dolore.
07 ottobre 2014
FILO SPINATO
Hai reso il tuo orgoglio filo spinato,
sfuggito al tuo controllo
s'è teso a prigione d'anima e mente
che trafitte da aculei d'odio imbibiti
trasudano linfa insanguinata
e pallide si spengono
esplodendo nella loro interiore bellezza
dell'uomo richiamo
di rimpianto ed attenzione.
E' tardi,
presto il filo spinato si sfilaccerà
sotto il loro peso leggero
insopportabile macigno per il tuo rimorso.
28 settembre 2014
I DUE GEMELLI
Sedotti ed abbandonati i due tronchi gemelli osservavano da anni la folla la quale si radunava proprio lì,davanti al giardino in cui loro avevano radici, in attesa dell'autobus di linea.Si erano rizzati loro in testa i rametti secchi e sparuti al veder le genti,qualunque fosse il colore della pelle,sempre più imbruttite e rissose, quasi ridicole con quel coso in mano a cui rivolgevano la parola urlando e raccontando i fatti loro non si sa chi ma,di certo, a tutti coloro nelle loro vicinanze. Ormai erano stanchi di ascoltare sempre le stesse lamentele,le stesse critiche de gli uni contro gli altri,non ne potevano più di respirare le polveri sottili e quelle poco raffinate,giustiziere delle loro fronde,devastatrici della loro splendida corteccia! Anche quel giorno stava per terminare nella confusione dell'umanità barbara,nel disprezzo di qualche cagnolino condotto ai loro piedi dalla loro "mamma" orgogliosa di spronarli a spruzzare su di loro i loro bisogni corporali,fra le grida di capricci di bimbi ignari dell'esistenza di forme di vita vegetali ed i due tristi gemelli,deturpati nel loro corpo dalla pelle a squame e senza foglie, tiravano sospiri di sollievo nelle certezza che un passo in più s’era compiuto verso la loro agognata fine. Si palesò in men che non si dica un umano dal comportamento strano:invece di accalcarsi nel gruppetto di turno e di tirare il collo per veder per primo dell’autobus l’arrivo,brontolando inevitabilmente,si piazzò di fronte a loro torcendo il collo a dritta e a manca,pareva loro quasi in stato di contemplazione, senza nemmeno un cagnolino appresso. I gemelli,come tutti i vecchi un pochino suscettibili,tentarono di rizzare inutilmente il fusto per riacquistar un certo ruolo ma aguzzarono vista e orecchie ben sapendo di non poter essere colti in fallo da nessuna creatura umana. Pronti ad ascoltar le tiritere,non s’avvidero dapprima dell’imprevisto oggetto fra le mani del soggetto il quale,girando loro attorno, prese a scattar foto (erano esperti della faccenda per i numerosi artisti che di fotografar il mondo si fregiavano ogni volta che sulla via accadeva un gran fracasso) ! Passòun bimbo e si fece loro voce: “Perché fai le foto a quei tronchi?” chiese semplicemente all’adulto. Non sembrò meravigliarsi il fotografo della curiosità del bimbo, “Guarda”,gli disse, “ Lo vedi lì in quel tronco il viso del gran capo degli gnomi? E sull’altro,lo vedi lì di lato il profilo del muso del leone?”.“Dove,dove?” si interessò il bimbo allungando verso loro le manine che l’adulto guidò nell’aria a disegnar il profilo dello gnomo e del leone, “Guarda,guarda,li vedi ora?” . S’illuminò di gioia il volto del bimbo che saltellando aggiunse “Sì,sììì, li vedo!” e corse a chiamar la mamma “mamma,mamma, guarda il capo degli gnomi ed il leone!”.Anche la mamma sorrise ,prese per mano il bimbo e ,sorridendo al fotografo aggiunse :”Corri,l’autobus sta arrivando ma, questa sera, ti racconto la storia degli gnomi e del leone”. Se ne andarono frettolosamente la mamma ed il bimbo,anche il fotografo smise la sua opera mentre i due tronchi gemelli,un po’ storditi dall’inatteso riconoscimento, si promisero a vicenda di raccontare nella notte prossima alla luna la loro strana avventura.
16 settembre 2014
DOPO (Infermiera sempre)
“Ciao,com’è andata?”
Sali in macchina,accidenti al ginocchio che scricchiola ed all’età che avanza, rispondi faticosamente “ciao,tutto sommato bene”.
“Ti fa male il ginocchio?” ,è un modo tutto suo di esprimere il suo interesse per te e tu, che lo conosci bene,rispondi mugugnando sapendo di essere molto espressiva così.
Il tragitto per giungere al garage è breve ed anche il successivo percorso a piedi per giungere a casa. Ti accompagna la luna,stasera smunta quasi fosse malaticcia,di quel colore molto simile all’incarnato della donna ricoverata qualche ora prima di cui non riesci a liberarti la mente, il cuore.
Cammini in silenzio, in quel tacere al tuo compagno così noto che sa invalicabile perciò rispetta.
Sei spossata,quasi arrabbiata pensando a quanto in università si è severi con gli studenti ritenuti sempre incapaci di stendere l’accertamento di primo e di secondo grado all’arrivo di un paziente in modo completo,soddisfacente ogni suo bisogno espresso ed inespresso mentre mai si è in grado di far fronte all’imprevisto,ovvero allo scodellarti addosso senza remore e pudore la sua verità più raggelante che ti lascia senza fiato,senza forze e senza parole: “Ecco vede? Non ho più sensibilità in questo braccio,in pochi giorni ho perso forza notevolmente ed ho dolore dappertutto se appena giro la testa,non riesco ad alzarmi da sola dal letto,ho bisogno che qualcuno mi regga la testa e mi prenda proprio alla base del collo perché le spalle mi fanno troppo male,ahi!,mica me l’aspettavo questo ricovero,uffa,sono stata dimessa solo cinque giorni fa! Mio marito non vuole partire,viaggia per lavoro, ma io gli ho detto “parti, in fondo non vai tanto lontano,se succede il peggio ti chiamiamo”perché stamattina la mia dottoressa mi ha detto che la malattia progredisce,cioè il mio mieloma è fuori controllo,non c’è più niente da fare e vede,io questo braccio che non funziona,insomma, io avrei ancora un mucchio di cose da fare…io vorrei scrivere delle cose mie intime ai miei figli per ‘il dopo’ e adesso non riuscirò più!?!”
Ti rivedi ferma accanto al suo letto,travolta da richieste per le quali ogni risposta ti pare palliativa,rivaluti l’unico gesto di cui sei stata capace,sfiorarle il braccio in una carezza e cerchi di dare il giusto significato al suo “grazie” e ti consoli di non aver avuto al tuo fianco lo studente al quale,sei sicura, non saresti stata in grado né di spiegare,né di insegnare nessun protocollo.
Evviva la verità. Evviva la capacità di informare il paziente della sua sorte, evviva Pilato,unico personaggio che ti viene alla mente mentre aspetti l’ascensore.
Avverti il calore del corpo del tuo compagno ed il suo ritmico respiro risvegliandoti di soprassalto nel cuore della notte con quel tormento nella mente che pensavi di aver deposto, “...scrivere ai miei figli le mie cose intime per ‘ il dopo’..”, riprendi fiato ma,non riesci a cancellare quella voce impressa nel tuo cervello che ripete,ripete quasi fosse un ritornello : ‘ il dopo’, ‘il dopo’, ‘il dopo’…
Fra qualche ora sai che la rivedrai,sarai al suo fianco; provi ad immaginare cos’altro ti riverserà addosso, tenti di elaborare possibili risposte a quesiti possibili,ti scappa di proporti di pensarci dopo e ti irrigidisci: il tuo ‘dopo’ è già oggi.
08 settembre 2014
02 settembre 2014
01 settembre 2014
SOTTOBOSCO VERTICALE
I funghetti si passarono voce di un'incredibile idea del solito uomo ardito secondo cui in città era stato creato un bosco verticale per ornare una casa alta,alta come una torre.Non riuscendo ad immaginare come potesse vivere un bosco verticale e ,soprattutto,non riuscendo ad immaginare come si sentissero i singoli alberi piazzati uno qua ed uno là,uno po' più in su,uno po' più in giù, incontrato un tronco malconcio,triste e solitario lungo un vialetto nascosto di città,gli proposero l' esperimento: il tronco fu la torre ed i funghetti vi si disposero in un sottobosco verticale!
Risero tutti divertiti:gli adulti funghetti per quella assurda novità,i giovani per la fatica di quella strana arrampicata per guadagnare la posizione più in alto e la torre,pardon il tronco,per l'imprevisto solletico che le procurava un tantino di frenesia.Non osavano dirselo ad alta voce ma,in fondo,tutti coscienti della breve vita in loro sorte,funghi e tronco sognavano soltanto di poter godere sino all'ultimo dell'inattesa avventura proprio come pensavano sognassero quei poveri alberi costretti ad abbellire una torre senza vita propria ma,solo riflessa dai suoi abitanti,non sempre felici per dire il vero. Trascorsero invece solo un giorno ed una notte prima che l'avido uomo s'accorgesse di quel tronco, da lui decapitato, tornato a nuova vita in un connubio poco avvezzo al clima urbano:tanta grazia per un buon risotto non sfuggì a lesta mano e rapace occhio! A nulla valsero le urla di protesta e l'immediato allarme al tocco di quelle disumane dita che fine posero alla avventura ardita! Oggi,un timido superstite invia ovunque spore per avvisar innocenti funghi a non abbandonar il sottobosco un po' nascosto ed orizzontale lontan dall'ingordo uomo di cibo salutare.
CON TE
Non poteva non renderti omaggio!
Sfuggì alla sorveglianza delle nuvole in gruppo
e,rivestite le sembianze di un angelo,
venne a te in un ultimo,dolce saluto
prima che il tramonto spegnesse la sua luce.
Ero io,una volta ancora sulle tue sponde
ad inebriarmi della tua bellezza,
a rivestirmi d'eterno e d'infinito
in intima confidenza col nostro Creatore.
27 agosto 2014
OCCHI AZZURRI,SORRISO ACCOGLIENTE
Nel tuo passo incerto,nel tuo lento avanzare verso me così simile a quello di mia madre appena lasciata nella residenza "casa di riposo" rivivo gli anni della nostra conoscenza.Di te non ricordo il nome,non so neppure il soprannome con cui si distingue la tua famiglia da altre omonime ma l'azzurro dei tuoi occhi ancora vispi ed il sorriso accogliente mi mettono a mio agio mentre rivivo i momenti d'incontro nella bottega a cui facevamo riferimento anni or sono. "Come sta tua mamma,Tiziana?" mi chiedi mentre ci fermiamo una di fronte all'altra ed io mi sorprendo,in silenzio,del tuo ricordare il mio nome,la mia mamma.Chiacchieriamo lì,sul ciglio della strada mentre un raggio di sole,presenza quanto mai rara, si rispecchia nel tuo volto così sereno,così affettuoso.Mentre sto per allontanarmi,allunghi la mano e mi porgi tre quadrifoglio che hai raccolti poco prima, me li regali senza nemmeno porti il problema se abbiano per me lo stesso significato di porta fortuna che hanno per te.No,io non credo al loro portar fortuna ma,ora te lo svelo,quel tuo semplice gesto,quel tuo chiamarmi per nome mi portano giorno dopo giorno il calore dell'appartenenza ad una comunità a cui io mi sento profondamente legata e di cui non ho mai avuto completamente la certezza di far parte.Grazie,mia cara amica dagli occhi azzurri ed il sorriso accogliente!
26 agosto 2014
LO STREGONE DEL BOSCO
Lo stregone del bosco convocò tutti i suoi conterranei e diede inizio al rito propiziatorio,chiamò a testimone lo spirito dell'aria e delle nuvole del cielo , di tutti gli uccelli e degli scoiattoli,delle volpi e delle lepri affinché tutti sapessero della prossima discesa in campo di tutte le selve stanche degli oltraggi perpetrate dagli uomini costantemente.Gli uomini risero divertiti al rumore per loro confuso proveniente dal monte,carri e cavalli erano pronti per l'assalto al bosco per il taglio di tronchi,per la caccia a tutti gli animali, da sempre avendo negato ad ognuno di essi intelligenza e sensibilità e,una volta ancora convinti di essere nel giusto.
Avvantaggiato dal non essere capito,lo stregone ebbe modo di dare il segnale d'attacco e tutte le selve risposero compatte all’ordine impartito.
Agli uomini quelli sembrarono giorni come tutti gli altri,tagliarono legna e cacciarono selvaggina,si prepararono le riserve per l’inverno .Giunse infatti la stagione fredda,fu necessario accendere i camini ed imbandire la tavola con la cacciagione e,quegli uomini,impallidirono: la legna non scaldava e le carni erano amare! Alzarono lo sguardo al monte ed ecco che lo stregone con i suoi consiglieri era ancora lì,pronto a ciò che l’uomo ancora non immaginava…
22 agosto 2014
DUE VERSI D'AGOSTO...
NEL CIELO D'AGOSTO
il cielo incredulo afferrò il binocolo per accertarsi del mio arrivo
,avvertì la luna che corse a salutarmi.
L'ammirai,
per la prima volta mi trovò sola e pianse le mie stesse lacrime

Il cavallo,sentito dir che satellite ferruginoso volea del palio del cielo essere patron,s'imbizzarrì seduta stante,scalzato fantin dal groppo, per dimostrar al mondo sua protesta si scattò un selfie...
Mi riposerò trovando alloggio fra nuvole e sole,nella gioia dell'esser più accanto al mio Signore che delle sue bellezze mi farà scoprire ogni mistero. Sereno sarà il mio sonno e dolce il mio risveglio.
20 agosto 2014
INVENTIAMOCI UNA FAVOLA
I folletti felici incontrarono gli gnomi,imbandirono un golosissimo pranzo e rinsaldarono l'amicizia con danze e canti. Il fumo degli arrosti si mescolò col loro fiato reso velo dal bosco inumidito delle loro libagioni ed avvolse la manciata di case abbarbicata sul colle:mentre i giovani sbuffavano stanchi del maltempo,la vecchia signora padrona del monte sorrideva sorniona sapendo i segreti del bosco.I paesani del borgo guardarono stupiti quel che appariva come creatura sconosciuta mentre i bimbi fra le loro braccia cercavano con le manine di acchiappare un lembo del velo sapendo del gioco di gnomi e folletti...
18 agosto 2014
SOLITUDINE
Suonò con tutta la sua forza la campana dall’alto il mezzogiorno, là più in basso ,radicate fra la stradina sconosciuta, le antiche case si scossero e scricchiolarono i gradini frettolosi nell’assestarsi per sopportare il peso d’una masnada di ragazzini vocianti e dei loro genitori e nonni borbottoni con la pancia rumoreggiante, implorante polenta: presto il profumo del semplice cibo si sarebbe diffuso nelle stanze,la donna avrebbe aperto gli scuri invitando alla povera tavola imbandita. Le assi di legno dei pavimenti si tirarono a lustro già sapendo del terriccio e delle foglie secche con cui sarebbero state incrostate,nessuno sapeva che il loro era incontro d’amore,sotterfugio di decenni perpetrato nella quotidianità.Il sole era già lì,bello in vista,pronto a festeggiare con tutti loro,le vacche nella stalla attendevano il loro abbondante pasto di fieno fresco,sarebbe stato latte nutriente la sera.Giunse il rintocco della mezza dall’orologio del campanile mentre il profondo silenzio piombava improvviso fra gli scalini delusi,le assi traditei,gli scuri chiusi:nessun bimbo,nessun nonno vociarono festanti incuranti di scricchiolii e sospiri d’amore!
Immobili,impietrite,le case non ressero il dolore e le scale, le assi,si lasciarono scivolare nell’inerzia deprimente che neppure lo sguardo d’affetto d’un passante poté lenire.
17 agosto 2014
SCORCI D'ESTATE
s'alzò in volo,al fine, col mastodontico cargo temuto dagli uomini....silenzioso il vento ha mietuto le sue vittime,impietoso ha spogliato le rose uniche custodi della casa dell'anziana loro amica
per un attimo il cielo scostò la tenda...
si improvvisarono paracadute,le nuvole si fecero diffidenti e scelsero di allontanarsi...
si scelsero vicendevolmente: gli uni innegiarono al bianco che più bianco non si può, le altre si fecero spumeggianti ed avvolgenti in un abbraccio spericolato
.Anche il cielo adottò le norme di sicurezza ,la nuvola in corsa per il giro del cielo indossò il caschetto aerodinamico
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