Grazie per la sorpresa, terra mia! Forse per distrazione, o per un preciso proposito preferisco credere, ti sei accordata con un fagiolo per far fiorire una delle tradizioni da me meglio e più sovente ricordate: binar teghe. Lo considero un dono prezioso, il vostro, a caratterizzare questa estate ricca di eventi inattesi ma, cementanti il mio amore per te
26 luglio 2018
LEGAMI
Grazie per la sorpresa, terra mia! Forse per distrazione, o per un preciso proposito preferisco credere, ti sei accordata con un fagiolo per far fiorire una delle tradizioni da me meglio e più sovente ricordate: binar teghe. Lo considero un dono prezioso, il vostro, a caratterizzare questa estate ricca di eventi inattesi ma, cementanti il mio amore per te
19 luglio 2018
IL CORAGGIO DI CHIEDERE, IL CORAGGIO DI RIFIUTARE
Ci siamo conosciute in ospedale, tu appena sbarcata dal solito barcone di disperati, io in turno di notte, unica a saper borbottare qualcosa in francese e a capirne altrettanto.
" J' ai faim!" mi hai quasi urlato quando ti sei resa conto di una possibile comprensione del tuo bisogno immediato. Abbiamo provveduto con quanto di meglio disponevamo a quell'ora.
Ci hai raccontato della tua traversata, qualcosa della tua famiglia, del tuo sogno di rimanere in Italia. Sappiamo e sapevi della tua malattia ragion per cui hai lasciato il tuo paese: lì non ti saresti potuta curare mentre l'Italia ti avrebbe offerto ogni terapia necessaria. Resti in ospedale per mesi: ti abbiamo ripresa "per i capelli" più volte sino a riuscire a ridarti una dignitosa condizione di salute. Il centro di accoglienza che ti ospitava, era a pochi passi dall'ospedale e da casa mia: come promesso, sono venuta a trovarti (così ho scoperto la reale accoglienza almeno di un centro). Abbiamo condiviso in più occasioni pensieri e riflessioni di fede cristiana, grande e sincera la mia gioia nell'incontrarti in chiesa. Attendevi con ansia che trovassero un centro di accoglienza che ti permettesse di vivere con tuo marito, arrivato anch'egli col barcone prima di te e l'attesa ti permise di giungere all'insofferenza per il trattamento offerto dal centro. Più volte, ascoltate le tue rimostranze, mi sono chiesta se fosse opportuno che ti portassi dei cibi a te più graditi o ti dessi dei soldi perchè tu potessi comperarteli. Ho desistito: non sapevo se tu potessi usufruire di un frigorifero personale, non potevo garantire per tempi prolungati il tuo sostentamento, seppur parziale.
Ho inarcato il sopracciglio quando da Mantova mi hai scritto le tue lamentele per essere "in campagna", delusione maggiore della felicità di essere con tuo marito; mi son detta che forse non avevi avuto ancora modo di visitare la splendida città e di apprezzarne il valore artistico. Mi son data da fare perchè il tuo "isolamento" venisse lenito dalla vicinanza di credenti i quali, per tua stessa ammissione, si impegnano ad accompagnarti in chiesa e a starti vicino.
Mi hai scritto di mattina presto, strano, tramite Messenger: non abbozzi più alcuna espressione in italiano, mi spieghi che nel nuovo centro in cui vi hanno trasferiti, sempre nel circondario di Mantova, non c'è scuola di lingua italiana. Ti leggo e ti rispondo in francese: non ci sono novità particolari. Continuiamo per qualche minuto, poi ti saluto perchè ho un impegno.
Non mi accorgo, se non alla successiva connessione, che il tuo ultimo messaggio si concludeva con: " mandami un 50 euro, se puoi, che mi compro quel che mi serve".
Ti ho risposto " No, non te li mando". Ho pensato e riflettuto, prima di risponderti. Due giorni prima avevo partecipato alla festa annuale degli emigranti originari della mia terra: i loro racconti di sofferenza, schiena curva e capo chino perchè " eravamo
in casa degli altri e bisognava rispettare e osservare le loro regole" mi ronzano ancora nelle orecchie. Mi torna alla mente nitida l'immagine della tua faccia con quell'espressione fra il sorpreso e l'arrabbiato con cui accogliesti la mia richiesta di riavere il mio tablet, che ti avevo portato in ospedale perchè tu potessi seguire un culto dal letto da cui non potevi alzarti, da te messo sotto carica e riposto nel cassetto del comodino: non avevo messo in conto tu pensassi te lo regalassi.
No, non ti mando i 50 euro: le tue necessità di oggi si ripresenteranno sicuramente domani e post domani ed io non voglio illuderti di potervi provvedere sempre.
Tu ed io proclamiamo di conoscere la mano di Dio nella nostra vita quotidiana e io ti incoraggio a vivere anche in questo caso la nostra certezza. Mi hai risposto: "ciao Tiziane, que le Seigneur te bénisse" . Aussi toi, ma chériee.
" J' ai faim!" mi hai quasi urlato quando ti sei resa conto di una possibile comprensione del tuo bisogno immediato. Abbiamo provveduto con quanto di meglio disponevamo a quell'ora.
Ci hai raccontato della tua traversata, qualcosa della tua famiglia, del tuo sogno di rimanere in Italia. Sappiamo e sapevi della tua malattia ragion per cui hai lasciato il tuo paese: lì non ti saresti potuta curare mentre l'Italia ti avrebbe offerto ogni terapia necessaria. Resti in ospedale per mesi: ti abbiamo ripresa "per i capelli" più volte sino a riuscire a ridarti una dignitosa condizione di salute. Il centro di accoglienza che ti ospitava, era a pochi passi dall'ospedale e da casa mia: come promesso, sono venuta a trovarti (così ho scoperto la reale accoglienza almeno di un centro). Abbiamo condiviso in più occasioni pensieri e riflessioni di fede cristiana, grande e sincera la mia gioia nell'incontrarti in chiesa. Attendevi con ansia che trovassero un centro di accoglienza che ti permettesse di vivere con tuo marito, arrivato anch'egli col barcone prima di te e l'attesa ti permise di giungere all'insofferenza per il trattamento offerto dal centro. Più volte, ascoltate le tue rimostranze, mi sono chiesta se fosse opportuno che ti portassi dei cibi a te più graditi o ti dessi dei soldi perchè tu potessi comperarteli. Ho desistito: non sapevo se tu potessi usufruire di un frigorifero personale, non potevo garantire per tempi prolungati il tuo sostentamento, seppur parziale.
Ho inarcato il sopracciglio quando da Mantova mi hai scritto le tue lamentele per essere "in campagna", delusione maggiore della felicità di essere con tuo marito; mi son detta che forse non avevi avuto ancora modo di visitare la splendida città e di apprezzarne il valore artistico. Mi son data da fare perchè il tuo "isolamento" venisse lenito dalla vicinanza di credenti i quali, per tua stessa ammissione, si impegnano ad accompagnarti in chiesa e a starti vicino.
Mi hai scritto di mattina presto, strano, tramite Messenger: non abbozzi più alcuna espressione in italiano, mi spieghi che nel nuovo centro in cui vi hanno trasferiti, sempre nel circondario di Mantova, non c'è scuola di lingua italiana. Ti leggo e ti rispondo in francese: non ci sono novità particolari. Continuiamo per qualche minuto, poi ti saluto perchè ho un impegno.
Non mi accorgo, se non alla successiva connessione, che il tuo ultimo messaggio si concludeva con: " mandami un 50 euro, se puoi, che mi compro quel che mi serve".
Ti ho risposto " No, non te li mando". Ho pensato e riflettuto, prima di risponderti. Due giorni prima avevo partecipato alla festa annuale degli emigranti originari della mia terra: i loro racconti di sofferenza, schiena curva e capo chino perchè " eravamo
in casa degli altri e bisognava rispettare e osservare le loro regole" mi ronzano ancora nelle orecchie. Mi torna alla mente nitida l'immagine della tua faccia con quell'espressione fra il sorpreso e l'arrabbiato con cui accogliesti la mia richiesta di riavere il mio tablet, che ti avevo portato in ospedale perchè tu potessi seguire un culto dal letto da cui non potevi alzarti, da te messo sotto carica e riposto nel cassetto del comodino: non avevo messo in conto tu pensassi te lo regalassi.
No, non ti mando i 50 euro: le tue necessità di oggi si ripresenteranno sicuramente domani e post domani ed io non voglio illuderti di potervi provvedere sempre.
Tu ed io proclamiamo di conoscere la mano di Dio nella nostra vita quotidiana e io ti incoraggio a vivere anche in questo caso la nostra certezza. Mi hai risposto: "ciao Tiziane, que le Seigneur te bénisse" . Aussi toi, ma chériee.
22 giugno 2018
SENZA DI TE
Senza di Te
io non vivo.
Sei Tu che calmi
ogni ansia,
spengi l'impeto furente,
abbatti la difficoltà,
raffreddi l'ipotesi di vendetta,
riporti il mio pensiero a Te
al di sopra di ogni naturale evento.
Sei Tu
che mi mostri
l'amore senza confini,
sopporti
ogni mia malvagia impennata,
perdoni il mio errore
e tacitamente soffri
quando ribelle a Te mi presento,
mi abbracci
quando a Te ritorno
e non commenti.
Senza di Te
io non vivo
dal giorno che Ti conobbi,
Ti amo!
Canto la gioia della Tua presenza
mentre il sonno stende il velo
sull'intimità del nostro amore,
vivo nel giorno
la certezza
dell'esser Tu in me
ovunque io vada
e canto, canto
di Te la pace
nella felicità di saper
che un giorno ci incontreremo.
Senza di Te
io non vivo
nessun giorno
che a me è dato terreno,
dal dolore mi risollevi,
nello scoraggiamento
mi rinvigorisci,
per me conquisti ogni vittoria
ed io col cuore
canto la Tua gloria.
io non vivo.
Sei Tu che calmi
ogni ansia,
spengi l'impeto furente,
abbatti la difficoltà,
raffreddi l'ipotesi di vendetta,
riporti il mio pensiero a Te
al di sopra di ogni naturale evento.
Sei Tu
che mi mostri
l'amore senza confini,
sopporti
ogni mia malvagia impennata,
perdoni il mio errore
e tacitamente soffri
quando ribelle a Te mi presento,
mi abbracci
quando a Te ritorno
e non commenti.
Senza di Te
io non vivo
dal giorno che Ti conobbi,
Ti amo!
Canto la gioia della Tua presenza
mentre il sonno stende il velo
sull'intimità del nostro amore,
vivo nel giorno
la certezza
dell'esser Tu in me
ovunque io vada
e canto, canto
di Te la pace
nella felicità di saper
che un giorno ci incontreremo.
Senza di Te
io non vivo
nessun giorno
che a me è dato terreno,
dal dolore mi risollevi,
nello scoraggiamento
mi rinvigorisci,
per me conquisti ogni vittoria
ed io col cuore
canto la Tua gloria.
31 maggio 2018
AMICIZIE
“ Scusa,
potresti cambiarmi il turno? Ho l’incontro mensile con le mie amiche e non
vorrei mancare.”
“ Sì, va
bene. Sono le tue amiche di preghiera?”
“Sì.”
“ E quante
sono?”
“Calcolando
solo coloro che vivono a Milano, poco meno di duecento”
“Duecentooo!?! E ti fidi di tutte?”
“Sì, certo.”
Come si fa a
credere a duecento persone e, soprattutto, come possono essere tutte tue amiche
e amiche fra loro ?
Ciò che è concretamente impossibile per molte persone, è miracolosamente possibile
per altre. Anche al giorno d’oggi, ovunque nel mondo.
Ciò che
contraddistingue coloro i quali vivono l’amicizia
fra loro e con chi è al loro fianco in modo profondo, estraniato ogni pettegolezzo, è la loro
scelta di vita fondata sulla conoscenza
personale di Gesù, sulla fede in Lui.
Sono persone che, ad ogni logica umana, preferiscono la “pazzia”
di Dio avendo riconosciuto un giorno quanto la Verità cristiana sia realtà
nella vita quotidiana spirituale e “materiale”.
Il Signore Iddio non è assiso sul suo trono dal quale osservare e dirigere l’universo; Egli è amico fedele presente in chiunque
lo accolga nella sua vita, sempre attento ad ogni necessità e pronto ad
aiutarlo con la perfezione possibile solo a Dio, non agli uomini.
Comportarsi secondo gli insegnamenti di Dio, non è un
difficile esercizio di rinunce ma, una felice esperienza di vita pacifica con
se stessi e con chiunque sia al nostro
fianco. Il Signore è costantemente insieme a chi lo ama ed è una gioia sapere
che è attento ad ogni nostra azione, ad ogni nostro discorso:
“ Allora
quelli che lo temono si son parlati l’uno all’altro e l ‘Eterno è stato attento
ed ha ascoltato e un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il
ricordo di quelli che temono l’Eterno e rispettano il Suo nome…” ( Malachia 3:16).
Noi siamo responsabili davanti al Signore di ogni nostra parola ed il Signore non ci vuole maldicenti: da noi si aspetta solo l’amore per il nostro prossimo, soprattutto se ci fosse ostile. Onoriamo Dio onorando le persone secondo la Sua volontà: “ Rimuovi da te la perversità della bocca, allontana da te la falsità delle labbra” ( Proverbi 4:24).
Noi siamo responsabili davanti al Signore di ogni nostra parola ed il Signore non ci vuole maldicenti: da noi si aspetta solo l’amore per il nostro prossimo, soprattutto se ci fosse ostile. Onoriamo Dio onorando le persone secondo la Sua volontà: “ Rimuovi da te la perversità della bocca, allontana da te la falsità delle labbra” ( Proverbi 4:24).
Il nostro
parlare l’una dell’altra non è “spettegolare” ma, condividere gioie e dolori
per cui ringraziare o intercedere presso
il Trono della Grazia. Umilmente ci
presentiamo in preghiera al nostro Padre Celeste per ottenere la Sua benignità.
Gesù è l’Amico fedele e noi vogliamo
assomigliarli.
Siamo perfette? No ma, gli errori non sono mai
voluti e il Signore ci soccorre aiutandoci a rimediare grazie al Suo
intervento. Noi ci facciamo carico delle
reciproche confidenze per farne motivo di preghiera e aspettiamo sia il Signore
a darci il giusto “suggerimento” affinchè possiamo esserci di aiuto.
E tu, che
amicizie scegli?
26 maggio 2018
PER TE, ITALIA
oh Dio,
dall'eternità!
Tu vedi
l'Italico tumulto,
fragor di voci
gote infiammate
in menti incandescenti
s'aggirano spogli di lealtà,
nudi della Tua presenza
si avvoltolano nel fango
dell'umana sapienza
regno di parzialità
trono di famelici ingordi
di ogni ricchezza
sprezzante dell'altrui bisogno.
Signore,
ancor Tu vedi
anime a Te rivolte
a Te prostate
nel perorar
Tua grazia a Tua gloria
nel tremendo fuoco
che ogni uomo di Te ignorante
rende cenere per sempre,
sia il Tuo Spirito Santo
a guidar la prece chè
salga al trono Tuo di grazia
a favor di ogni creatura
in autorità elevata
sí che a Te l'opera sua confidi
e per la sua patria sia di vera grazia!
Ascolta,
oh Dio,
la sommessa voce
nel cuor sincero
che in Te confida
e assiso crede
sopra il creato intero,
il Tuo parlar sia il dono
che si diffonda
sull'italico Tuo suolo.
19 maggio 2018
IL MARE DEI PIACERI
Scruto il mare dei piaceri,
lingotti di effimere vanità
galleggiano fragili
di un pallido luccichio specchi
delle umane ambizioni
sparse fra i flutti impetuosi
della vita trasgressiva esaltata
dall'umanità che ora annaspa
e ingoia sconfitte che accorciano il respiro
e strozzano in gola l'urlo di aiuto.
Lí ero un tempo anch'io,
fiera del mio infrangere l'onda
con forti bracciate ad accaparrare
ogni mondana soddisfazione
sotto lo sguardo di invidia e gelosia altrui
mentre l'anima precipitava pesante
nei fondali melmosi e voraci.
Vedo, oggi,
al sicuro nella barca della salvezza,
con gli occhi ripuliti da ogni putrida crosta
la vera consistenza
di quel che è un mare di guai,
succulento pasto condiviso
nell'orgoglio dell'assoluta supremazia dell'uomo,
deriso e rinnegato il suo Creatore.
Scesa negli abissi anche col corpo
ho sprigionato la mia voglia di aiuto
sfidando Te, mio Signore,
a darmi prova della tua esistenza.
Mi hai accolta a bordo,
strappandomi con amore
alle onde montanti furiose
ed ora Ti osservo mentre sereno riposi.
Mi abbandono fra le Tue braccia,
certamente insieme approderemo
alla riva della vittoria,
sconfitta ogni concupiscenza
tempeste mai più temerò.
lingotti di effimere vanità
galleggiano fragili
di un pallido luccichio specchi
delle umane ambizioni
sparse fra i flutti impetuosi
della vita trasgressiva esaltata
dall'umanità che ora annaspa
e ingoia sconfitte che accorciano il respiro
e strozzano in gola l'urlo di aiuto.
Lí ero un tempo anch'io,
fiera del mio infrangere l'onda
con forti bracciate ad accaparrare
ogni mondana soddisfazione
sotto lo sguardo di invidia e gelosia altrui
mentre l'anima precipitava pesante
nei fondali melmosi e voraci.
Vedo, oggi,
al sicuro nella barca della salvezza,
con gli occhi ripuliti da ogni putrida crosta
la vera consistenza
di quel che è un mare di guai,
succulento pasto condiviso
nell'orgoglio dell'assoluta supremazia dell'uomo,
deriso e rinnegato il suo Creatore.
Scesa negli abissi anche col corpo
ho sprigionato la mia voglia di aiuto
sfidando Te, mio Signore,
a darmi prova della tua esistenza.
Mi hai accolta a bordo,
strappandomi con amore
alle onde montanti furiose
ed ora Ti osservo mentre sereno riposi.
Mi abbandono fra le Tue braccia,
certamente insieme approderemo
alla riva della vittoria,
sconfitta ogni concupiscenza
tempeste mai più temerò.
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