29 aprile 2017

LA VEDOVA

Ora soffre davvero
la vedova milanese
nel versare lacrime
che più non sono
dolce sollievo a gole arse,
bensì gocce d'acqua sprezzate
da chi nuovo cittadino
vorrebbe dirsi,
pronto a farne scempio
per intimi bisogni

CUORE DI PIETRA

Sarà riuscito a sfuggire,
l'amore,
da quel cuore di cui la pietra
si sente imbrattata,
per far battere un cuore di carne
incapace del dubbio
d'essere tradito?

25 aprile 2017

PRIMO DE MAIO DEL QUARANTAZHINQUE

Primo de maio del quarantazhinque

Te le rece ancora el ton de i eroplani
de corsa a bombardar,
el borbotar de la panzha voda
e el fil spinà
pì entro de ti che fora
a smorzhar dì drio dì
la to gioventù e fursi la vita,
tut da negar
te la scuela de vin pizhol
pena moldest da la bot sconta te la cantina
come ti scont
te la paura che la se fa pì granda
de la libertà che i te dis
l’è drio rivar,
no te basta sentir i veci cantar vitoria,
no ti è coscriti par piander
‘l dolor, la rabia
del combater par la patria
co chi, quatro oss sot ‘n fil de pel
te conta  de muci de mort sot muci de neve,
oci sarai da man foreste
moveste sol da la  pietà cristiana
de mame copae come i so fioi morti
onde che no le sa.
L’é finia, l’è finia
la guera maledeta,
vien fora,
cori in piazha a far festa,
ti ti spuzhi de vin
e le campane le sona
imbriaghe de ‘na libertà
apena nasesta pronta a olar
onde no se sa,
de sigur no la riverà
mai da ti a torte via
el saor de le patate marzhe
come el parlar de chi
no l’à vivest la prigionia.




Primo maggio del quarantacinque

Nelle orecchie ancora il rombo degli aerei
in volo per bombardare,
il borbottio della pancia vuota
e il filo spinato più dentro a te stesso
che all’esterno
a spegnere giorno dopo giorno
la tua gioventù e forse la vita,
tutto da annegare nella tazza di vino estivo
appena munto dalla botte nascosta in cantina
come te nascosto nella paura che si fa più grande
della libertà che ti dicono stia per arrivare,
non ti basta sentir i vecchi cantar vittoria,
non hai i tuoi coetanei  per piangere
il dolore, la  rabbia
del combattere per la patria
con chi, quattro ossa ricoperte da un velo di pelle
ti racconta di mucchi di morti sotto mucchi di neve,
occhi chiusi da mani sconosciute
mosse solo da pietà cristiana
di mamma uccise come i loro figli morti
non sanno dove.
E’ finita, è finita
la guerra  maledetta,
esci fuori,  
corri in piazza a far festa,
tu puzzi di vino
e le campane suonano ubriache
di  una  libertà appena  nata
già pronta a volare non si sa dove,
di certo non arriverà mai da te
 a toglierti il sapore delle patate marce
come le parole di chi

non ha vissuto la prigionia.

(Dedicata a mio papà. Non tutta l'Italia fu liberata il 25 aprile, Arsié lo fu il primo maggio)

TRAMONTI

Tramonta il giorno
e con lui ogni uomo
che pur non retrocede 
dal rincorrer ed esaltare or l'uno,
or l'altro simil suo
sul più alto podio
del poter mondano.
Ancor echeggiano
le lodi, il battito di mani
a favor del primo e poi del secondo,
che del primo usurpò il trono,
dorso curvo in riverente inchino
cervello prono a miglior consiglio esposto,
l'incipiente oscuro ottenebrar non puote
servigi assai furtivi
e il tintinnar di sotratte palanche
il cinguettio serale non cuopre
mentre la folla accorre
a decantar virtù e meritata gloria
di chi neppur conosce
ma, sopporta.
Niun sa se del domani
vedrà l'aurora,
poco importa,
di certo l'Iddio Onnipotente
a patti potrà accomodar
di ogni creatura
il personal bisogno
conversando in sogno.
"Invece no"
dichiara il cielo nel suo imbrunire,
maestoso evento
da man d'uomo indipendente,
l'Iddio del cielo e della terra solo
sa della Sua creazione tener di conto
e del potente e dell'umile sua creatura
in perfetta giustizia stabilir pariglia.
Chi vuoi rincorrer dunque,
chi caduco a te compagno
non sa veder oltre il suo naso?

06 aprile 2017

PRIMAVERA 2017

Per un attimo,
lontano dai clacson,
inebriati di profumo
rallentano i passi
assaporando l'essenza
del tempo
di primavera.