27 aprile 2018

NON E' MAI "TROPPO PICCOLO"


A mio marito piacciono i documentari, qualunque aspetto naturalistico registrino, Io mi incanto soprattutto osservando e riflettendo in merito alla perfezione degli esseri più piccoli, fiori compresi.
In essi mi pare scorgere meglio la mano del Creatore e non posso non riconoscere la Sua esistenza: chi al di fuori di Lui è capace di tanta meraviglia?
Come cristiani, noi siamo chiamati a vivere per fede, deponendo nelle mani di Gesù ogni nostra preoccupazione poiché Egli stesso ci chiede di farlo. Molte volte lo facciamo immediatamente, che sia un problema di salute o di quattrini poco importa; altre volte tentenniamo. Perché? Forse vogliamo tenerci quel peso perché, in qualche modo, magari nell’ambito sociale in cui ci muoviamo la nostra difficoltà ci guadagna la compassione o l'apparente simpatia dei nostri conoscenti; magari ci permette di sentirci a posto con la coscienza se rimaniamo a casa dal lavoro qualche giorno o, più semplicemente, otteniamo più coccole dal nostro consorte.
Succede che, afflitti da problemi da noi misurati “piccoli”, non ci rivolgiamo al Signore chiedendogli di farsene carico: ci paiono quasi insignificanti per disturbare Lui e ce li trasciniamo faticosamente. Scegliamo piuttosto di affidarci ad altri uomini, di scienza sicuramente ma, pur sempre uomini. Al nostro Signore preferiamo la Sua creatura. Inavvertitamente, veniamo meno al nostro credo: vivere per fede.
Eppure la mano di Dio si manifesta in esseri piccolissimi, prodiga loro la stessa perfezione che ammiriamo osservando la maestosità delle dolomiti o la distesa dell’oceano. Gesù ci ama. Così come provvede alle nostre “grandi cose”, Egli provvede provvede alle nostre “piccole cose”; in queste ultime ci dà la possibilità di allenare la nostra fede , quasi fossero una palestra, affinché siamo pronti ad affidarci a Lui nei momenti di grave difficoltà. Non dopo aver consultato le Sue creature ma, subito, chiedendo a Lui di guidare le mani e l’intelligenza delle persone che Egli mette al nostro fianco affinché collaborino con Lui per il nostro bene. Gesù ci vuole fedeli anche nelle piccole cose. Il Suo intervento sarà perfetto quanto nelle grandi cose.

25 aprile 2018

IN NOME DELLA LIBERTA'



La distanza fra Milano e Dervio non era così significativa già negli anni '60, quando le macchine non sfrecciavano potenti e veloci come ora e il traffico non consisteva in code chilometriche. Erano gli anni del boom economico, frutto dalla polpa dolce e seducente con la scorza intaccata dai ricordi di una guerra terminata da poco. Mio papà non era esente, come moltissimi suoi coetanei, dal dover metabolizzare l'umiliazione di una amara prigionia.
Da sempre, sapevo dai suoi
 racconti, dopo la liberazione,impegnava il suo tempo libero nella ricerca di coloro con cui aveva condiviso il servizio militare e\o la prigionia. 
Quella era una delle domeniche in cui, con la scusa di una gita fuori porta, ci conduceva, mia mamma e me, sulle tracce di un amico, compagno di sventura. Aveva racimolato poche informazioni: paese di residenza, l'attività svolta, forse, la gestione di un bar. Lo spettacolo offerto dal lago costeggiato non stemperava la tensione in nessuno di noi: l'avrebbe trovato papà il suo compagno di sventura? L'avrebbe riconosciuto?
Era una splendida giornata di inizio estate, fiori sbocciati in mille colori donavano eleganza indifferentemente ai giardini di ville importanti e alle sponde libere, baciate dalle delicate morbide onde fra le quali mi sarei immersa volentieri. A fiuto mio papà decise di fermarsi ad uno dei bar che si affacciava sul lago, dalla strada si intravvedeva uno spazio arredato con seggiole, tavolini ed ombrelloni, posti tutti occupati da giovani ed anziani. Lo seguimmo con passo incerto e cuore in gola: papà ci aveva chiesto molta discrezione volendo far una sorpresa, ammesso di aver azzeccato il posto esatto.
Più persone correvano da un tavolino all'altro per soddisfare le richieste degli avventori; non fecero caso alla famigliola che frettolosamente andò ad occupare il tavolo appena lasciato libero da altre persone. L'indecisione dell'ordinazione concesse a noi tutti qualche minuto per ripigliare fiato, darci un contegno di apparente normalità mentre l'occhio volteggiante da un viso all'altro tradiva l'aspettativa. Trascorsero pochi minuti. Il rumore di un vassoio rotolato a terra con tutto il suo contenuto solo per un attimo richiamò l'attenzione dei presenti che, a bocca aperta, in silenzio, stupirono di fronte all'abbraccio di due uomini maturi, travolti da un'emozione scatenante in entrambi un pianto a tratti sconfinante in un lamento di dolore e gioia probabilmente mai ascoltato prima. Si erano riconosciuti, contemporaneamente, all'istante. Dopo venti anni.
Le ore seguenti furono solo tempo di festa, raccolta tutta la famiglia, lasciati i camerieri soli a gestire per quel pomeriggio il bar, in cui i ricordi dei due amici, compagni di sventura, si sovrapponevano e completavano fra le lacrime e i singhiozzi finalmente liberi di innalzarsi nel nome di una Patria amata e traditrice. 
Per te, papà, per tutti i tuoi, nostri, amici, tuoi compagni di sventura di cui non dimentico nessuno di quegli incontri
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22 aprile 2018

PETALI

Ogni giorno
è quel petalo
baciato dalla rugiada
della Tua parola,
oh Dio,
che io vivo
sino a tuffarmi
nel giorno che Tu sai
nello scrigno dorato
del nettare assoluto.

19 aprile 2018

PREZIOSI DIPINTI



Per me,

per me

Tu dipingi il giorno

e quieti la notte

affinché io cammini in pace

e veda la Tua mano

in me,

per me

con Te.

Ogni colore Ti appartiene,

ogni silenzio è Tuo

per me,

in me che riposo in Te.

Tracci il mio cammino,

ogni passo chiaramente tinto

per me,

in me che proseguo con Te

verso il nostro Padre

a cui  presenterò nel giorno

da Te scelto

lo splendido quadro

che Tu

hai creato in me,

con Te,

per Te.

17 aprile 2018

VORREI REGALARTI...



Vorrei regalarti
un angolo di cielo
vuoto del rombo
di ogni aereo
di pace con bombe foriero,
vorrei condividere con te
la pace di osservare
un cielo sereno
fiorito di stelle
in cui crescere
le speranze più belle,
vorrei scriverti due righe
al lume di una luna ridente
che osserva gioiosa
la tua gente
di cui raccoglie l'orgoglio
di vivere ancora la vita
generosa di una via d'uscita
dall'orrore, dal terrore
di incontrare l'amico sbagliato,
il nemico personificato...
Vorrei ma, non posso
e allora da sola guardo il cielo
che oggi mi pare un po' più nero
e osservando il volo di un aereo
mi illudo arrivi a te il mio pensiero.

MATERNITA'


Vivo nel ventre
dellaTua creazione,
riconosco il Tuo battito
e Tu ascolti il mio.
Sarà per il tempo
che Tu sai mi rende compiuta
per nascere alla nuova vita
alla presenza Tua
nella gloria infinita.
Maternità divina
io provo
accogliendo un figlio
come Tuo dono, 
il suo battito e il mio
gioiscono nel grembo del nostro
Creatore Iddio,
ogni giorno sperando,
talvolta piangendo,
sospirando e pregando
perché dalla Tua mano
non vi sia via di scampo.
Sarà vita,
vita ad esuberanza,
ogni giorno profumato
della Tua fragranza!

11 aprile 2018

FIORE DI PESCO



Cos'è un fiore di pesco, 
la promessa di matrimonio,
la speranza di primavera,
la certezza di un frutto?
Aggrappato al suo ramo
osserva la bramosia
di giovani fanciulle,
schiva il tocco sgraziato
di un maldestro moroso
mentre piange il dolore
del suo gemello 
strattonato a terra
e calpestato
solo per non essere adeguatamente
profumato.
Arriva la primavera,
compassionevole amica
lascia sia il fiore
a cedere il passo
a un germe d'amore.

10 aprile 2018

IDENTITA'


Identità
Sei così quieta,
vuote le strade
di ogni frastuono
gioca la fantasia nell'immaginare
talami d'amore,
culle dal lieve respiro,
animi in ansia
chinati su libri
che disegneranno sogni e realtà
da condividere domani
fra un abbraccio e una preghiera.
Grande la speranza si gonfia
nell'orgoglio di appartenerti,
per un attimo scivolata nell'illusione
di una pace condivisa,
incensurata da brutture
e malvagità di cui fra poco,
all'alba,
saprai la corposità
e piangerai allora,
sí piangerai per la tua città
vituperata, oltraggiata
da falso amore,
da vite spezzate,
dall'infamia di uomini e donne
ormai spogli di ogni dignità
che calpestano i tuoi giardini,
imbrattano di sangue le tue mura.
Chi sei delle due,
oh mia città?
Lasciami sperare ancora per un poco,
prima che la luce tolga ogni velo,
le voci si alzino in grida
di dolore,
lasciami sognare la nobiltà d'intenti,
la bontà di creature che affamate
della parola di Dio
percorrono le tue vie
diffondendo Verità!
Chiudo gli occhi per un momento,
mi abbandono fra le braccia della sofferenza
assistita per la notte intera
e mi rifiuto anche solo di dubitare
la tua indifferenza,
la tua tacita complicità
con chi vuole ucciderti,
vuole sconfiggermi
nel mio testardo credere in te
di cui racconto fiera
i miei natali.
Milano, la luce incombe!
Ricomponi le tue vesti
e rifatti il trucco,
presto ti percorrerò,
regalami il profumo di un fiore,
il colore della colazione
da condividere con soddisfazione!