31 agosto 2017

TRAMONTAR



Così sia il mio tramontar,
Signore,
dolce e melanconico
illuminato dal Tuo splendore
tal da meravigliar chi di me
cerca un ricordo.

26 agosto 2017

CHI CI VUOLE INFELICI ?

Bella l'umanità disobbediente ai precetti di bellezza imposti da satinate pagine di riviste eccelse! Quanta infelicità ci viene somministrata da persone alla ricerca di una perfezione fisica tanto impossibile poiché nessuna creatura è perfetta? Il nostro Creatore ci conosce e sa del nostro naso, della nostra ciccia e delle gambe storte che noi consideriamo difetti, quali caratteristiche che ci rendono unici, irripetibili, essenziali. Egli non dispensa infelicità e noi troppo spesso lo dimentichiamo.

25 agosto 2017

"CHE RIDERE!"

Era l'intercalare più ricorrente nei miei discorsi di adolescente: Lo era anche delle mie amiche. Mia mamma non sopportava la mia fragorosa risata, ogni suo tentativo di educarmi a ridere sottovoce, a labbra appena dischiuse, fallì miseramente. Ho continuato a ridere fragorosamente nonostante il passare degli anni e la mia risata ben presto divenne una mia caratteristica. I miei pazienti, ancor oggi, talvolta quasi timorosi di offendermi, mi dicono di sapere del mio arrivo dall'udire la mia inconfondibile risata. Loro non sentono il precedente "che ridere!". Grazie a Dio, ho combinato un sacco di guai ma non ho mai avuto la necessità di assumere sostanze psicotrope per essere allegra: nonostante le difficoltà, la vita mi è sempre piaciuta e la voglia di allegria non mi è mai mancata.
In questi giorni di ferie, ho avuto modo di osservare meglio tanti giovani  impegnati in lavoretti temporanei, di stagione, quali il servire ad un bar, al banco di un supermercato: non sorridono, non ridono nemmeno se tenti di sollecitarli con una battuta. Forse non sono sufficientemente giovane per essere presa in considerazione? La loro espressione tesa, imbronciata non cambia nemmeno con i loro coetanei. Perchè non sorridono, quei giovani? Cosa non abbiamo saputo trasmettere loro, noi adulti?

13 agosto 2017

CARO PRESIDENTE

Fanno male, le bugie dei "grandi". Spesso le riconosciamo, noi gente semplice, a distanza di tempo compiendo un percorso a ritroso nelle notizie diffuse da telegiornali  o programmi propinatici senza che nemmeno li vogliamo. Fanno male per più ragioni ma, fondamentalmente, credo, perchè ci si sente impotenti a combatterle e la delusione è cocente essendo bugie pronunciate da chi dovrebbe essere di esempio per un popolo di cui è rappresentante.
Forse che il Presidente della Repubblica sente l'ondata di ribellione al suo paragone distorto fra l'esperienza di emigrazione italiana e quella ora in corso? 
Pur riconoscendo innegabile il suo cenno al dolore vissuto per il distacco dai propri cari e dalla propria patria comune a chiunque scelga di emigrare, di certo le condizioni vissute dai primi e dagli attuali sono estremamente diverse.
La maggior parte di noi Italiani può raccontare esperienze di emigrazione vissute e raccontate dai propri familiari; di certo nessuno ha memoria di alberghi e ozio pagati dal paese ospitante. Che tremenda umiliazione ci è stata inferta, Presidente! 
Ancor oggi mia mamma mi racconta dell'umiliazione vissuta arrivata al confine italo svizzero, con tanto di certificato di lavoro già assegnatole in Svizzera, quando è stata sottoposta a visita medica di controllo. Nonostante i suoi 91 anni, non tace il peso della diffidenza degli Svizzeri nei confronti degli Italiani, il controllo quasi pettegolo di ogni passo compiuto dalle giovani e la severità sul posto di lavoro da cui il rischio del licenziamento era tagliente quanto la lama di un coltello. Erano gli anni del dopo guerra, della seconda guerra mondiale per intenderci.
Presidente, gli Italiani morti sul lavoro in paesi stranieri sono numerosissimi. Le baracche in cui vivevano senza nemmeno le essenziali comodità igieniche, erano all'ordine del giorno anche nella mitica Germania ancora negli anni '70, immagino lei lo sappia e la morte era un evento che ben presto dovettero mettere in conto in molti.
Non rinneghi, per cortesia, la sofferenza della gente della nazione che lei rappresenta. Non cancelli la verità storica italiana solo per far digerire un rospo ormai troppo grosso alle nuove generazioni autoctone d'Italia.
Non racconti bugie perchè noi raccontiamo ancora ai nostri nipoti che "le bugie fanno crescere il naso lungo come a Pinocchio".

IL SILENZIO DEL SILENZIO

    Tace,
    il silenzio,
    stuzzicato al risveglio
    da folate di vento,
    punto sul naso
    dalla vespa irriverente
    mentre il sole
    si avvolge del velo
    di pallide nuvole.
    Tace e si ascolta,
    il silenzio,
    solo il rintocco diffuso
    dal campanile
    giudice del suo tempo
    lo sveglia ma,
    solo per un momento.
    Riprende,
    il silenzio,
    a tacere ogni speranza
    sparpagliata dal vento
    mentre cade una stella sfinita
    dall'inutile attesa

08 agosto 2017

Rabbrividisce
il cielo ascoltando i tg che nell'aere diffondono solo il volere dell'uomo

05 agosto 2017

MESSAGGI

Non ha messaggi
quella bottiglia vuota
che galleggia sull'asciutto asfalto
di una strada di periferia
su di sé le ferite
del violento  abbandono,
ventre vuotato dell'inebriante illusione
di facile felicità.
Qualcuno la raccoglierà
bollente del sole che in essa si specchia
non troverà compassione,
nel fuoco gettata avrà rigenerazione
e di nuovo sarà imbroglio
per te,
giovane dalla  mente offuscata
dalle
bottiglie
sul selciato lanciate
senza messaggio