25 settembre 2016

PER TE INSONNE

Ciao, io son fra gli "svegli per forza", le pecorelle non mi danno pace, nel continuo tentativo di farmi abbioccare mi appaiono stravaccate su di un bel letto di erba tenera, io resisto ascoltando ogni respiro dei miei malati i quali vorrebbero dormire e non riescono. Le pecorelle sembra annusino il rischio di contagio e si rifiutano di incrociarli anche solo di passaggio. Oggi è domenica, in qualche malsano allevamento è giorno di lutto collettivo per migliaia di pennuti rimasti vedovi od orfani, già avvertono nell'aria il profumo di pollo arrosto che allieterà le tavole imbandite mentre le redazioni dei quotidiani sbadigliano per la noia del solito tran tran sociopolitico che, o ti affloscia il cervello o, se solo in un possibile elettore smuove il ventre, bisogna sedare seduta stante. Meno male che dormirò in giornata, la tv mi canterà la ninnananna! Buona domenica a te!😃

24 settembre 2016

AUTUNNO

Curiosando l'autunno si sboccia

19 settembre 2016

CHI TI AIUTA?

Tu guardi l'uomo
e nulla ti sfiora
del suo dire e ribadire
mentre ti punta il dito contro
per il tuo tacere
ed essere schivo
ad ogni battaglia umana
poichè,
a suo tempo,
tu gli narrasti del tuo grido
a Dio in preghiera volto
ed egli di te si prese gioco
impavido ridendo
di te povero illuso.
Sale ancor e sempre
la tua prece accolta
dal tuo Signore
che del Suo amor ti veste
e beneficio estende
a chi di darGli retta non s'intende
ma solerte tenta
di intrecciar le fila
a trasformar gli uomini
in sapienti marionette
a cui risponder
con potente soddisfazione
ahimè non puote!
E' ogni suo giorno
furioso assalto
a barricate umane,
tu invece alzi gli occhi al Cielo
e vedi aperte di ogni ben
le cateratte

15 settembre 2016

L'OGGI



L'Oggi si avvia
al meritato declino,
raccolto ogni bene e male
s'appresta a cedere il pesante fardello
alle misteriose nuvole
accordatesi con la notte
per nascondere
il processo di smaltimento delle ultime scorie.
Vaga l'anima umana
or sussultando per gioie inattese ricevute,
or faticosamente muovendo i passi stanchi
incespicati in sofferenze e delusioni,
si eleva un canto d'amore
intonato dallo spirito sereno
dell'umile figliolo di Dio
che al Padre celeste riconosce
il dono della vita stretto fra le sue braccia,
amore terreno imbibito dell'amore di Dio,
filo sottile ma robusto
con cui intesse ogni suo passo.
Consolazione trova l'Oggi
a lui consegnando la chiave d'accesso
al nuovo giorno, suo successore.

13 settembre 2016

MILANO

Mille mani tracciano disegni
sul foglio srotolato
nella piazza del centro
dall'uomo deturpato,
per un tempo diceva,
da dromedari mostruosi
fieri con la loro spigolosa gobba
di nascondere l'eleganza
dell'antico castello
che di te narra la fiera storia
di identità e potenza,
mia città amata
che traccia non trovi
di menzione a te rivolta
fra i vivaci colori
di matite condotte
a comporre sogni nascosti,
pensieri rivolti ad altri mondi,
altre città
mentre tu ospitale sopporti
schizzi di inchiostro diffamanti,
urenti come incisioni chirurgiche.
Indifferenti al tuo richiamo,
tu che ti doni nell'abbraccio fraterno
capiente ventre materno,
si concedono ad ogni fantasia
mani colorate, nervose e frenetiche
nello sbrodolare quel foglio sacrificato
contro la sua volontà
e tu, Milano,
senza darlo a vedere
piangi nel cuore di chi ti ama.

11 settembre 2016

SE L'INTEGRAZIONE E' UNO STEREOTIPO

E' inutile elevare proclami per convincere di una integrazione che non c'è, soprattutto portando ad esempio una via "multietnica"" quale viene presentata la via Padova di Milano. Oggi ho osservato per tempo la sfilata di rappresentanze in costumi dei vari residenti/domiciliati in quella via, impegnati nella Festa dei Popoli e mi ha   preso una profonda di malinconia: il susseguirsi di gruppi folkloristici, accompagnati da musiche tradizionali assordanti, facevano sì grande spettacolo ma, non integravano nessuno se non coloro i quali tentavano di dare un ordine di sequenza al corteo ed hanno sicuramente lavorato sodo per la realizzazione della manifestazione. Alle finestre dei palazzi, molti italiani e molti stranieri impegnati a scattare fotografie, non un applauso o un segno di partecipazione; sui marciapiedi , italiani e stranieri spesso con aria divertita, forse più interessati agli attributi ed all'aspetto fisico dei figuranti che al significato dei loro sgargianti costumi, non un applauso. Fra comunità diverse, in corteo e non, non un segno di condivisione. Di alcuni di loro, conosco corpo, anima, forse, professione di certo: impossibile negare un tuffo al cuore nel vedere con i miei occhi il loro modus vivendi, il tessuto sociale in cui sono, ahimè adagiati. Una volta ancora non ho avuto altra espressione per loro se non "la feccia dell'umanità", con sincero, profondo dolore. Non c'è integrazione over regna lo sfruttamento dell'uno nei confronti dell'altro, non può esserci condivisione di processi educativi e pedagogici ove figli ancora bambini vengono educati alla danza con fare smaliziato, fra persone dagli atteggiamenti corporei ambigui, anatomicamente bivalenti, esposti o malcelati. Tutto intorno, una babele linguistica ostile alla lingua italiana, stupita a qualche borbottio in milanese.
Non poteva, infine, mancare il solito lenzuolo  con la scritta "via Padova sempre antirazzista" teso fra due vetrine. Mi ribolle il sangue: penso a come avrei volentieri sculacciato, proprio la scorsa notte, il manipolo di sudamericani che, fino alle tre di mattina hanno suonato, ballato, schiamazzato nei giardini sotto casa impedendo ai condomini di riposare, bevendo birre su birre fornite dal negoziante il quale, nonostante l'orario di apertura esposto, chiusura alle ore 23.00, ha calato la serranda alle ore 2.45. Rivedo marciapiedi e giardinetti deturpati da ogni genere di rifiuto abbandonato insieme ad escrementi umani, cammino fra immondizia leggendo sui muri dei palazzi scritte di ogni genere. Spicca, nel sottopasso, la scritta "nessun clandestino tutti fratelli" ma, la musica che stordisce ed i costumi tradizionali dalle calzature che rimbombano sul selciato negano ogni fratellanza dando priorità all'espressione della propria identità nazionale che, forse, già questa sera, al più tardi domani, verrà drammaticamente ribadita negli scontri fra bande rivali, di etnie diverse. Milano, ferita, sincera o illusa, soffre nei cuori di chi l'ama.

02 settembre 2016

FERTILITY DAY

Ciò che più ferisce è la baldanza con cui alcune persone, impegnate in ruoli istituzionali e di responsabilità, sventolano la loro cristianità e si proclamano difensori della cultura cristiana di una nazione tradendone contemporaneamente i più semplici e conosciuti, almeno per trasmissione verbale, insegnamenti. E' inevitabile che ne conseguano decisioni profondamente pagane, certo, tuttavia la sorpresa coglie sempre impreparati i cittadini i quali sono in vera difficoltà a tirar fine mese; vien quasi da supporre che, certe idiozie, non siano così  superficiali ma, abbiano almeno il compito di distrarre la popolazione da problemi seri.
Le scuse accampate da un ministro per tentar di fare marcia indietro di fronte alla ribellione insorta su social network, poco convincono.
Spiace ancor di più alle donne, mi pare, che, certe trovate calino sulla loro testa a opera di una donna. Perchè mai volere una giornata dedicata al richiamo ai tempi della fertilità? Malignamente mi chiedo quanto influiscano sul bilancio del Servizio Sanitario Nazionale le cure per la fecondazione, per le gravidanze assistite e via dicendo: non è che il richiamo alle donne a procreare in età più giovanile della media corrente abbia a che fare con quei costi?
Donne una volta ancora oggetti, soggetti ad una nuova forma di schiavitù, mi vien da scrivere: i tempi della gravidanza te la consiglia il ministro, come anni fa ti consigliavano di non allattare il tuo bimbo al seno perchè il latte in polvere era di qualità superiore a quello materno. Oggetti anche i bimbi: li comperi quando decidi ( ti fanno decidere), tanto moderni ora da non essere più certi non solo del papà ma, anche della mamma. Un gioco di semini da  seminare al momento giusto, nel terreno giusto.
Maaa...il Signore, quel Dio di cui si blatera l'apologia, dov'è?
Per il Signore il tempo della fertilità non ha limiti: qualcuno sicuramente ricorda Sara, Rachele, Elisabetta, giusto per citare qualche donna.
I bambini, sono ancora doni di Dio?  Forse sì, magari certamente anche per il ministro ma, senza l'intervento dell'uomo di scienza, cosa può fare Dio?  Le donne moderne hanno esigenze che sicuramente il Signore non conosce. Così chi difende il cristianesimo pare voglia far credere.
Ci sono al mondo, per grazia di Dio, donne le quali preferiscono per scelta affidarsi proprio al Signore.
 Non sono donne sciocche dalle braccia conserte, con la mente chiusa al progresso e prive del senso della vita: sono donne avvedute, consce della limitatezza della creatura umana chiamata ad essere protagonista del progetto di Dio perciò a Lui, onnipotente, affidano la loro vita. I doni di Dio arrivano sempre nei tempi in cui il Signore sa essere perfetti: la preghiera è il colloquio personale con cui la donna e Dio si parlano a tu per tu, la donna chiede e Dio risponde. Il Signore non si preoccupa del fertily day ma, garantisce di provvedere giorno per giorno al bisogno del bambino, della famiglia per farlo crescere.
Ecco l'altra grave ferita inferta dal ministro alle donne: ridurre tutto al tempo della fertilità,  trascurando la grave situazione economica e sociale in cui versa il paese di cui è  rappresentante, quasi a negare il senso di responsabilità e le preoccupazioni che affliggono le giovani donne le quali, pur desiderando un figlio, continuano a rinviarne la procreazione non avendo risorse economiche soddisfacenti per crescere la loro creatura.
Mi piacerebbe davvero sapere quali siano i pensieri del ministro quando abbraccia le sue gemelline.

I FIGLI SONO UN DONO DI DIO

Beati i figli i cui genitori li vivono come dono di Dio poichè per loro, qualunque vicenda negativa li coinvolga, mamma e papà eleveranno al Signore, giorno dopo giorno, la preghiera per la loro salvezza spirituale e salvaguardia dal caos della società. Lo sguardo del Signore è sempre su loro, orecchio attento alle richieste dei genitori, qualunque traversia vivano e per quanto ricaccino nel fondo della loro coscienza l'insegnamento cristiano il Signore, al momento opportuno, si manifesterà nella loro esistenza avvincendoli con la forza del suo amore perfetto.
Beati i genitori che vivono nella certezza dell'opera di Dio nei loro figlioli, beati i loro figlioli che sanno di avere nel Dio dei loro genitori l'aiuto potente, l'Amico fidato.
Grazie, Signore, per aver avuto dei genitori che mi hanno sempre parlato di Te sì che io, nel mezzo della mia vita turbolenta ho potuto gridare a Te tutta la mia amarezza scoprendo la Tua vicinanza ed il Tuo amore perfetto! Tu mi hai mostrato come mi hai salvata in tutti gli anni della mia vita da ogni pericolo, Tu sei la mia certezza osservando la vita di mia figlia e dei miei nipoti: ciò che Tu hai fatto per me, lo stai facendo sicuramente per loro i quali non sono i risultati di calcoli scientifici e di spot politici ma, doni del Tuo amore infinito per noi. A Te sia la gloria!