30 gennaio 2011

bimbi

BIMBI


Ho trovato un bimbo,
nel suo cuore mille colori;
ho visto un anziano,
il suo cuore senza colori.
Il bimbo ha dato la mano all’anziano,
l’anziano ha carpito i colori del bimbo:
entrambi sorridono al giorno
a cui han donato i colori.
Resta nel cuore del bimbo,
resta nella mano dell’anziano
il sogno d’amore infinito
per regger tutto l’arcano destino.

29 gennaio 2011

bosco

BOSCO

Pedalavo adagio,
percorrendo il sentiero ciclabile fra i boschi imperiali,
riecheggiavano antiche, sommesse risate di giovini donne,
scalpitii di agili cavalcature,
richiami di appassionati cacciatori di prede diverse:
mi persi nei meandri del mio pensiero,
nella gioia della pienezza di un tempo sospeso
fra l’amaro passato e lo splendente avvenire.
Le mille sfumature dell’autunnale fogliame
Fiamme ardenti di passioni celate.

19 gennaio 2011

uomini senza tempo : il mio presidente

Giorni senza fine sembrano i tuoi che trascorri proiettato nell’infinito,
lavorando alacremente a favore dell’uomo.
Da sempre preoccupato di guarire o dare speranza anche al più umile degli ultimi,
hai voluto con tenacia concretizzare la tua disposizione:
mai ti sei lasciato andare di fronte agli innumerevoli ostacoli,
sempre hai reagito confidando nell’aiuto di Colui che tu dici il tuo “Socio di maggioranza”.
Da ogni luogo vengono alla ricerca di cure, tutti rimangono stupiti davanti all’imponenza degli edifici ma, che tocca il loro cuore è l’operosità e l’accoglienza di chi li riceve.
È la tua scommessa di ogni giorno: garantire il meglio a chi si rivolge a te,dando fiducia e parole di speranza a chi collabora con te.
Non lo dici ma, di certo so della tua sofferenza quando scopri l’inganno perpetrato;
non è nel tuo stile gridarlo ai quattro venti: preferisci chiuderti nell’intimità della tua cameretta per parlarne con Colui che ti ascolta davvero.
Quante volte hai dovuto indossare l’abito dell’ufficialità!
Quante volte hai di nascosto suggerito parole d’amore e di perdono a chi nemmeno conosce il senso di rispetto per l’altrui!
Quante volte hai combattuto altero e fiero nel difendere i tuoi ideali!
Hai dovuto forse talvolta cedere e negoziare?
Questo non so.
Di certo so che tu forse non sai quanto, anche coloro che ti sono stati avversari nell’onestà di pensiero diverso, guardano ogni giorno a te e sperano,pregano che tu possa essere faro di luce ancora per lungo tempo.
Vorrei essere con te,anche per una sola volta, al centro della spianata ad osservare uno ad uno ospedale,centri di ricerca, giardini e fontane:
vorrei poterti carpire il pensiero e l’emozione, tenerti sottobraccio per sentire il fremito di sorpresa mai spenta, vorrei saper leggere i tuoi occhi in cui scorrono i visi di chi da te ha ricevuto aiuto.
Soprattutto vorrei narrarti ciò che tu già sai dell’animo umano,
della fatica del vivere e del morire,
dell’assistere chi è in quel travaglio che sconfina fra l’essere e l’essere perfetto ,
accolto comunque ed accompagnato dal tuo essere pensiero attento e preoccupato.

05 gennaio 2011

TRAMONTO

Mio Dio, mio Signore,
alzo gli occhi da quel piatto in cui ho appena sminuzzato il cibo e mi guardo attorno:
carrozzine su cui giacciono corpi parzialmente inanimati,
spalle curve che sostengono capi canuti dai visi inespressivi,
solo barlumi di interesse negli occhi che cercano disperatamente persone familiari;
girelli di varia fattura e colori parcheggiati accanto alle pareti, identificati con cartelli su cui è scritto a caratteri cubitali il nome dell’utente;
resti di fisici aitanti accartocciati nelle pose più strane sulle sedie, intrappolanti scampoli di intelletto appena sufficienti a borbottare i propri bisogni.
L’aria impregnata dal puzzo incancrenito di pannoloni intrisi degli umori corporali.
Tutt’intorno personale distratto si muove alacremente gustando l’ormai prossima fine del turno,parlottano fra loro in una babele linguistica che esclude volutamente i presenti.
I vari messaggi rivolti agli utenti che annullano l’identità e la singolarità di ognuno,
negano il ruolo ed il riconoscimento sociale meritatisi in un tempo che non è più...
Signore, mio Dio: ognuno di loro è una tua creatura!
Nel viso di ciascuno cerco tracce del loro essere stati uomini e donne apprezzati e riconosciuti per il loro impegno: tutto sembra svanito, tutto annullato dal tempo impietoso che ha cancellato la voglia e l’estro del dipingere,
la voce limpida e musicale,
la capacità di articolare passi di danza,
la loquacità conquistatrice ed ammaliante.
Signore,mio Dio: sono uomini e sono donne che tu hai dotati di ingegno diverso ed unico,
sono persone, Signore, sono persone come lo sono oggi io che li osservo ed in loro posso vedere il mio possibile futuro.
Padre, che sofferenza scorrendo lo sguardo da uno all’altra, sorridendo loro mentre cerco di invogliarli a nutrirsi ancora,
quanta ipocrisia nel parlare e prospettare un giorno migliore,
quanta amarezza assaporo immaginando comprendano il loro essere vittime impotenti alla mercé delle decisioni altrui!
Nel frastuono di note musicali non appartenenti alla nostra cultura, sottobraccio a persone sconosciute i cui gesti e smancerie affettuosi sprizzano viscidità bugiarda ed opportunista li guardo mentre lasciano la sala:
Signore, ai loro letti affideranno le membra stanche; a chi affideranno la loro vita?