26 dicembre 2012

recensione di Digiuseppe Calogero

Interessantissimo INFETTI D’AMORE, uno dei bisogni più importanti per l’essere umano è la salute.




Gli scandali relativi ci fanno dubitare ma, gente eroica come te, ci avviano al ben sperare per vivere



tranquillamente. In sintesi Tu assolvi anche chi non fa il proprio dovere, persone per bene ed assassini,



e par che tu dica: “Io dottoressa-infermiera, del corpo e dell’anima, vi assolvo di ogni peccato e vi curo



con amore e vi conduco alla guarigione o alla vita eterna”. Il Tuo è un vero e proprio Diario





INDISSOLUBILI ANZI INSEPARABILI.



L’homo stupidus ha superato se stesso. Ha già distrutto tutto con le scorie tossiche che sono in



cielo, in mare e soprattutto sulla Terra. E’ bene amare la natura e continuare a vivere d



elle proprie radici, anche nel ricordo della povertà e delle sofferenze.



Mi hai fatto ricordare il film L’ALBERO DEGLI ZOCCOLI di Ermanno Olmi.





DISTRATTE CREATURE DIVINE. Mia madre, pur essendo figlia di proprietari terrieri,



mi ha allevato nella decorosa semi-povertà. Sin da giovane ho capito che la ricchezza



non risolve nessun problema fisico, morale o sentimentale. L’unico modo per essere



“quasi felici è quello di sapersi accontentare del necessario ed ironizzare su tutto ed



amare il prossimo come te stesso. C’è tantissima gente straricca infelice molto,



ma molto più di me. I tuoi libri, cara Tiziana, mi hanno fatto meditare ed hanno



confermato il mio modo di vivere e agire.



Ciao Calogero.

24 dicembre 2012

Notte di Natale


La mia, quella di molti miei colleghi medici,infermieri,oss, ambulanzieri sarà la notte per eccellenza da trascorrere insieme ai nostri pazienti. Non ci sarà lo scambio dei classici doni, non ci saranno ricchezze ed opulenza da sfoggiare nè... abiti firmati : saranno i loro pigiami l'abito da cerimonia e le nostre divise l'abito da sera, le loro sofferenze lo scambio di doni. e noi, infermieri,medici,oss,ambulanzieri saremo dono se sapremo donarci gli uni agli altri nel presentare la consolazione donataci dalla presenza di Gesù fra noi, non solo per una notte ma, per tutta la vita.tz

19 dicembre 2012

AUGURI SPECIALI

‎" tanti auguri, tanti auguri!! auguri: auguri di che? di avere o ritrovare il coraggio di metterti in gioco mostrando te stesso, finalmente libero dalla filosofeggiante trappola " è meglio stare nell'ombra,lascia che siano gli altri a mettersi in prima fila"; auguri di deciderti a lasciare il tuo posto di dirigente, ruolo in cui con una amministrazione hai siglato accordi sindacali che, con l'attuale,sempre nella stessa azienda, sottoscrivi di disdire; auguri di non tradire la tua professione svendendola al calcolo matematico che non corrisponde all'impegno deontologico da te stesso condiviso di "prestare assistenza secondo principi di equità e giustizia,tenendo conto dei valori etici,religiosi e culturali,nonchè del genere e delle condizioni sociali della persona";auguri a te, gigante della sanità, di essere finalmente valutato e considerato da ministri che non stiano ai giochi di interesse delle parti ma,sappiano guardare nel tuo intimo che spesso li ha ospitati curandoli, per ridarti un futuro degno di te; auguri a noi tutti che abbiamo scelto di essere al servizio della persona di poter continuare ad esserlo in quegli ospedali che facciamo grandi con le nostre competenze; auguri sinceri a te, AD, di cui oggi so di tutte le tue paure,del tuo vivere schivo e riservato per timore di chissà quale violenza: sei giovane e già così rovinato! Sai, mi addolora profondamente,indipendentemente dall'essere su barricate diverse, saperti in tali condizioni: stai sprecando un bene prezioso quale è la vita, stai mortificando il tuo pensiero e la tua anima e ciò non è bene. A te l'augurio più sincero : fra qualche giorno, quando dirai " bon natale", forse, ad almeno quelli di casa, ti auguro con tutto il cuore di darti il tempo di riflettere su quel "natale" affinchè la nascita di Gesù diventi un evento tuo,interiore,che illumini di nuovo la tua vita. Ti abbraccio,AD,con tutto lo stesso affetto che so offrire a chi, malato, giunge nel nostro gigante a cercare cure e salute." tz 19 dicembre 2012

ATTESE...

" ho preparato una camicia da notte in flanella trasparente, con un colletto molto ampio e morbido per non prendere colpi d'aria alla cervicale e per nascondere con un gesto raffinato le rughe del collo; ho messo anche un velo di cipria per nascondere una iniziale cuperose ed un filo di borotalco per profumare lo scollo modesto che s'affaccia sul seno maturo e mi sono affacciata alla finestra in trepida attesa : ecco,vi vedo arrivare miei prodi!


12 novembre 2012

i Pensierinversi a Longarone

Grandi emozioni raccolte frammentariamente che non rendono merito né ai poeti, né ai musicisti, né agli spettatori tuttavia volutamente pubblicato, codesto video, a testimonianza di un percorso che continua fra le nostre montagne alla scoperta di amanti della poesia

08 ottobre 2012

NUOVO APPUNTAMENTO!

RICHIAMI

“ RICHIAMI


E tu che lo sai, lo avverti e lo leggi nei miei gesti quotidiani così diversi pur immutati all’apparenza, tu, tu ti chini su di me ed in un abbraccio non richiesto, in un bacio silenzioso mi sei accanto.

Ed io, senza parole, travolta dal conflitto perpetuantisi in un tempo mai indovinato, neppure supposto, accolgo il tuo gesto a proteggermi, ad amarmi, ad incoraggiarmi.

Mai ti rivelerò la mia inconsolabile amarezza, la cocente sconfitta ed il rifiuto a credere d’e...ssere stata così brutalmente ingannata mentre di chi mi derideva della mia fiducia mi rintronano le orecchie i suoni . Mi giro e mi rigiro fra me e me, impotente anche solo a chiamarti in causa, ormai sei solo polvere ma tu, tu che un’ anima avevi ricevuto comunque in dono, tu che ti sei preso gioco di me, di molti, tu, tu con le tue confessioni pubbliche d’amore fraterno per tutti noi,tu, tu cosa vivi,ora?

Vorrei solo una volta incontrarti in sogno per sommergerti di tutti i miei “perché?”, per urlarti i nostri guai, per…abbracciarti e perdonarti perché altro, con te, non saprei fare.

Mi allontano da quel giaciglio di dolore,di coraggio,d’attesa: il tuo abbraccio, il tuo bacio son un prepotente richiamo”.tz

6 ottobre 2012

Bellunesi

Guardate quello snodarsi di valli e di monti verso il cielo così mutevole nei suoi umori eppure così legato alla terra sottostante!


Ascoltate il brusio vivace del bosco,osservate il suo vestirsi ed il suo spogliarsi di mille colori, il suo profumarsi di fiori e di frutti in quel ritmo eterno del susseguirsi delle stagioni ed ascoltate le voci della vostra gente in un misto di lingua e dialetto tramandati nei secoli da coloro che andate ad onorare sulle tombe nei piccoli cimiteri abbarbicati sulla costa della montagna, adagiati in fazzoletti di pianura : come potete pensare di tradire tutto ciò, di vendervi ad altri? Tacete per un attimo le vostre beghe per un confine dell'orto, per quel ramo piegato che ombreggia il vostro suolo, abbandonate il pettegolezzo paesano che più non è interesse reciproco ma, invidia malcelata, critica spietata! Non è fra i banchi di una chiesa che si deve riconoscere la presenza di Dio nella nostra vita, non solo in una chiesa e non perché trascinati da un'abitudine di cui non si è convinti ; guardatevi attorno,alzate gli occhi a quelle vette talvolta pallide, talvolta dorate,abbassate lo sguardo sulle foglie autunnali che calpestate nel sottobosco e lasciatevi travolgere dal ricordo di chi vive lontano da voi, su suolo straniero e, mentre voi potete respirare,osservare,ascoltare il respiro della nostra terra loro, emigrati,possono solo sognarlo,agognarlo in un unico sospiro d'orgoglio: a loro, a voi stessi che nel mistero della Sua Onnipotenza e Magnitudine il Signore ha donato uno splendido angolo di mondo volete forse negare d'essere Bellunesi?

Racconti della notte

Ho lasciato che la notte mi portasse a spasso con sé, fra circonvallazioni cerebrali e spazi subaracnoidei alla ricerca della fonte degli impavidi pensieri, inquilini morosi ammassati in una vecchia roulotte, antica compagna di viaggi fra ipotesi e fantasie. Ho chiamato al telefono il distributore di pettegolezzi: con la sua bicicletta aveva ormai raggiunto ogni quartiere e già le notizie del giorno sostavano infreddolite sui gradini delle case ancora addormentate. Ero già in ritardo. Tz


29 settembre 2012

Ti avrei perso nella notte mentre le stelle spiavano i passi , il bosco ascoltava il loro ritmo, la terra rubava la loro impronta. Avrei atteso il sorgere del giorno per ripercorrere lo stesso sentiero alla ricerca delle tue tracce, avrei interrogato le stelle ed ascoltato ogni singolo albero, frugato in ogni cespuglio. Avrei implorato il sole affinchè illuminasse il torrente e nel riverbero della sua luce potessi scorgere il tuo profilo. Avrei cantato il tuo nome alla pallida luna,sussurrato tenere frasi d’amore…T’ho perso. Ritorno alla fermata del tram e m’avvio al lavoro.La nebbia accoglie e nasconde il mio umido respiro ancora veloce del tuo cercarti.tz 29 settembre 2012

17 agosto 2012

La poesia sul lago è musica

Così si è integrata la poesia in versi con la poesia in musica, oggi 17 agosto 2012, sulle rive del lago del Corlo in Arsiè (Belluno): nella semplicità degli interpreti,nell' intensità delle emozioni suscitate da poesie e musica. Grazie Francesco,grazie Sandro! La vostra presenza ha onorato i nostri pensieri in versi e noi siamo onorati di avere suscitato in voi emozioni musicali! Al prossimo incontro! Un grazie sincero anche ai presenti che ci hanno onorato della loro attenzione, a coloro che hanno condiviso con noi le loro poesie. tz

05 agosto 2012

Lettera Aperta Agli UOMINI POTENTI

Lettera aperta agli Uomini Potenti


Dove siete, dove siete uomini potenti che un tempo andavate fieri di essere ripresi sottobraccio a don Luigi, sì a don Luigi Verzé, che frequentavate l’aula Tre Caravelle o la San Raffaele con tanto d’orgoglio stampato sul vostro bel viso sorridente, stringevate le mani ad altri potenti e, forse, controllavate chi fosse seduto più vicino a don Luigi,in una gara di supremazia gestita con invidia?

Vi ricordiamo,sapete,noi che al San Raffaele ancor oggi lavoriamo secondo i principi dettati dal nostro,sì nostro, don Luigi! Allora di noi infermieri,medici,ausiliari,impiegati voi non vi siete mai curati, avevate altro a cui pensare e non eravamo noi gente semplice ad elevarvi al potere (forse, perché a votare abbiamo diritto e dovere anche noi) bensì il vostro saper darvi daffare,il vostro saper consigliare don Luigi,il vostro aprirgli le vostre porte ed il vostro pavoneggiarvi riempiva l’aria,le vostre orazioni addormentavano i vostri colleghi presenti che felici poi vi applaudivano! Solo don Luigi sapeva, nei momenti d’incontro con i suoi Raffaeliani tuonare : “Il San Raffaele non è questo, il San Raffaele non deve essere così!” e si riferiva alla mancanza di attenzione per il paziente che aveva osservato in Pronto Soccorso piuttosto che in una Unità Operativa dove passava all’improvviso e all’insaputa di tutti. Solo Don Luigi continuava ad incoraggiarci a guardare all’uomo quale creatura di Dio meritevole di ogni cura, di ogni sostegno soprattutto nei momenti più dolorosi,sino all’accompagnamento alla morte!

Ecco il nostro don Luigi, ecco colui di cui ora avete quasi paura a preferire il nome!

Ho voluto bene a don Luigi ed ancora gliene voglio, oggi lo grido al mondo, come tanti miei colleghi: le sue parole, i suoi silenzi, le mezze frasi che facevano intuire la sua sofferenza mi accompagnano giorno dopo giorno mentre sono al letto del malato e così è per centinaia di miei colleghi Raffaeliani.

Noi non temiamo ricordarlo, non temiamo dire che lo rimpiangiamo! Ha sbagliato? Forse che voi non avete mai sbagliato, forse che noi non sbagliamo? Grazie a Dio nessuno di noi è perfetto!

Dove eravate voi, uomini potenti, quando senz’altro vedevate gli errori in cui stava incespicando, dove eravate voi, così potenti, voi che soli potevate dare suggerimenti e consigli appropriati? Perché non l’avete aiutato ad evitarli? Già: anche voi non siete perfetti.

Forse per questo, oggi non avete più nemmeno il coraggio di riconoscere quell’andare a braccetto che tanto vi piaceva,vi contendevate ed ora quasi, se qualcuno vi chiede di don Luigi Verzé, siete pronti a rispondere: “ è morto qualche mese fa”?

Tira un’altra aria,vero? Ed allora via a cavalcare un’altra era, a passeggiare sottobraccio ad un altro potente,ad invidiare chi gli è più vicino!

Il San Raffaele? Uno dei dieci ospedali più importanti del mondo,cos’è ora lo sapete raccontare?

Forse non potete perché ciò che ci si confida fra le mura dei palazzi che contano non può essere messo a conoscenza di tutti,sicuramente non dei Raffaeliani.

Noi medici,infermieri,ausiliari, impiegati invece vi sappiamo raccontare il nostro San Raffaele, il San Raffaele voluto da don Luigi che non vogliamo venga derubato della sua anima, dei suoi principi che sono anche nostri, i nostri.

Dove siete, uomini potenti, mentre noi semplici ed umili lavoratori combattiamo perché il nostro ospedale rimanga uno dei dieci migliori al mondo, perché l’ammalato sia persona a cui si prestano le cure migliori, tutte le attenzioni possibili e non sia un freddo calcolo di guadagno?

A dicembre ci avete conferito l’”Ambrogino d’oro” con motivazione altisonante in merito al nostro impegno per il nostro ospedale: forse per voi è stato solo un modo per toglierci elegantemente di torno, un “contentino” per chiudere la faccenda!?!

Sappiate che per noi gente semplice,abituata a lavorare onestamente e come Raffeliani orgogliosi di avere sempre dato il meglio di se stessi sia come professionisti,sia come uomini e donne come ci ha voluti don Luigi, l’”Ambrogino d’oro” lo viviamo davvero come una onorificenza ( di cui siamo certi averne merito) ed almeno in Milano richiediamo l’attenzione che ci spetta.

Uomini potenti, ovunque siate e con chiunque siate oggi sottobraccio, lo sentite il grido di dolore che si eleva dal San Raffaele? Possibile che don Luigi non vi abbia mai detto una sola parola che oggi non vi rimbombi nel cervello, nel cuore e nelle orecchie? Non dovete proprio niente, a don Luigi? Noi Raffaeliani,semplici lavoratori, oggi più che mai consci dell’eredità lasciataci da don Luigi, ribadiamo e condividiamo il suo grido di dolore : “ Il San Raffaele non è questo, il San Raffaele non deve essere così! “ mentre percorriamo i viali con le fioriere incolte, guardiamo gli edifici incompiuti abbandonati e , soprattutto, siamo a fianco degli ammalati dando loro il nostro meglio ma sapendo che uomini potenti li considerano solo fonte di guadagno.

Il nostro San Raffaele non deve essere così!

Tz 4 agosto 2012

ASCOLTA

ASCOLTA…


Ti osservo sulla prima pagina di molti quotidiani (per forza!mi vien di sottolineare: di molti sei azionista ,di alcuni addirittura di maggioranza), sorridente ed elegante con ostentata sicurezza. Cerco il tuo sguardo,il foglio stropicciato me lo nega lasciandomi la possibilità di immaginarlo: faccio fatica. Faccio fatica anche a scriverti ( il che è tutto dire per una scribacchina come me!) eppure credo tu debba sapere…

Nella mia posta aziendale ho conservato tutte le mail pervenute da precedenti dirigenti,traghettatori verso la soluzione conclusiva i quali,passo dopo passo, hanno informato ognuno di noi di quanto stava accadendo e tutti ci hanno spesso rincuorati e dichiarato il loro apprezzamento per come continuavamo a lavorare con impegno,compatti nonostante l’assoluta incertezza della situazione, nello spirito etico e professionale che il nostro presidente ci aveva richiesto,inculcato,trasmesso.

Di te ho solo il discorso di insediamento e non per distrazione: non ci hai scritto altro.

Ero in sala, quel giorno ed ho vissuto nettamente l’amaro che scorreva anche fra quelle persone che, a conclusione del tuo monologo, ti hanno applaudito; ho visto le loro facce deluse per quel rivolgerti a noi che non c’è stato,se non per un momento ( “ho fiducia in voi” calpestato dall’immediato “ho fiducia in me”) mentre avevi lasciato trapelare neppure troppo velatamente quale sarebbe il tuo comportamento con “i monelli” ,così mi permetto di definirci elegantemente.

Per quanto non conti nulla, sappi che io non ti ho applaudito.

Hai calpestato il mio dolore,il dolore di molti di noi; hai avuto espressioni sarcastiche per persone le quali,pur ammettendo che abbiano compiuto degli errori mastodontici, hanno costruito e voluto una struttura all’avanguardia e soprattutto non hanno mai taciuto l’apprezzamento e l’orgoglio per avere collaboratori di grande valore. Tutti noi abbiamo vissuto la consapevolezza di essere “di più”, noi tutti eravamo “ il nostro ospedale”.

Poco ti importa?

Bene! Sappi,tuttavia, che non hai saputo conquistare il nostro cuore (perché mi viene il dubbio che tu non capisca il significato di “cuore”?), non hai la nostra fiducia, non sei “il nostro ospedale”.

Guardati attorno: tutto quel che è tuo perchè l’hai comperato non vive e non vivrà senza l’anima ed il cuore di chi ci lavora.

Sei solo. Certo sei potente: puoi licenziare,sostituire,scegliere altre persone di tua fiducia senza cuore e senza anima ma, ricordati! gli ammalati non hanno solo un corpo su cui speculare; hanno un cuore,hanno un’anima che solo chi possiede sa capire.

E tu,degli ammalati, nel tuo discorso di insediamento,non hai mai parlato.

E noi,il malato, lo consideriamo la centralità della nostra professione.

“il nostro ospedale” Siamo noi.

Disposta a parlartene.tz



31 luglio 2012

invito ad essere protagonisti della poesia

cielo

UN PAIO DI PANINI AL CATALESSO SULL'ORLO DEL BARATTOLO

Un paio di panini al catalesso sull’orlo del barattolo...




"Scusi, se le ho chiesto "un paio di panini" perchè me ne sta mettendo tre nel sacchetto?

"Un paio di panini o tre son lo stesso"

"No,scusi, a casa mia un paio di panini son due"

"...Possono essere anche tre".

Mio caro cornelio, è cominciata così, ieri, la mia giornata fra il popolo frequentatore di una coop milanese (quella di via palmanova,per essere precisi): per educazione non ho chiesto se il suo, quello della commessa,fosse un problema matematico o di lingua italiana perchè, in entrambi i casi,la mia sconfitta era tangibile,appiccicata ai miei abiti come il puzzo di fumo delle sigarette aspirate dai miei colleghi nella cucina dell'ospedale.

Con mio marito ho vagliato e rivagliato la condizione intellettuale che spadroneggia la nostra nazione, non che noi si sia dei geni ma, a dirla fra noi, mio caro amico, ci manca un po' la nostra "italianità" fatta di vernacoli a volte incomprensibili per chi vien da altro regno, perdono,da altra regione (lasciamo stare le provincie per non sollevare polveroni ulteriori! Scusi la curiosità: sto voler a tutti i costi costruire l'Europa unita non le ricorda la fatica del costruire l'unità d'Italia? io son curiosa di veder chi pronuncerà il fatidico "obbedisco"!): ancora adesso mi succede di dovere scusarmi con chi parla il proprio dialetto,la propria lingua che si discostano da quella nazionale e non capisco, non mi appartengono, tuttavia, io so che oltre quella difficoltà vi è n comune sentire di essere italiani e di non esserlo contemporaneamente che ci rende simili e reciprocamente simpatici.

Come si dice, mio caro Cornelio? Quando si comincia poi ne van dietro altre? E' proprio vero che i detti popolani non sbagliano mai! Cambiato lo scenario, ancora me, eccomi lì, incapace di tener la lingua fra i denti, a protestare ! "Ma no!! Non si dice così!!"

"No??? E allora come lo diresti??? Di colpo si è bloccato e non camminava più! Non è catalesso?"

Benedetto Madagascar dalle splendide spiagge e dall'ottimo cacao le cui lingue indigene non prevedono distinzione fra maschile e femminile (così sono stata erudita)! Sicuramente è colpa dell'influenza francofona se ieri, una sua simpaticissima rappresentante è riuscita a dare una spiegazione scientifica di tale portata!

Insomma, alla fine sono scoppiata a ridere perchè più che "catalesso", a quel punto, io lo avrei definito "catarrosto", alla malora la compostezza professionale, in fondo siamo a fine luglio, tutti ( o quasi) sono in ferie mentre noi siam qui al lavoro!

Cornelio, non si scandalizzi,la prego! Da quel momento è stato uno scatenarsi di antiche memorie degli strafalcioni più meritevoli...Dante si rigiri pure nella tomba e Leopardi si distragga con la sua luna...sino alla splendida conclusione di giornata:

"Se sapesse, mi sento sull'orlo di un barattolo!"

E, secondo lei, mio caro Cornelio, potevo io non commentare?

"speriamo sia un barattolo di piselli...tuffarcisi dentro va bene per tutti!!"

A presto, mio paziente amico! Fra poco lascio casa per recarmi al lavoro...Come dice? "Speriamo bene!?!"

Già...! Condivido! Speriamo bene! tz

EGREGIO DR.PISAPIA

Egregio dr.Pisapia,


non sono una abituale frequentatrice del centro della nostra città, il mio lavoro spesso mi taglia le gambe e, a turno concluso,le passeggiate tanto desiderate e programmate di buon mattino rimangono disattese, perciò quelle rare volte che vi giungo,salendo le scale che dal metrò mi portano quasi in braccio al duomo mi chiedo sempre: chissà cosa ci sarà di nuovo? Oggi pomeriggi......o, le scale le ho salite in compagnia di un nugolo di turisti, più o meno vestiti secondo la loro cultura, ai quali fra me e me raccontavo " adesso vedrete davvero qualcosa di bello" e sinceramente ero fiera di essere milanese, con le mie origini bellunesi, con tante splendide storie da raccontare a chi non le conosce della nostra città.Immagino che anche lei,dr.Pisapia,abbia di che raccontare della nostra splendida Milano e sono certa di non sorprenderla parlandole di barboni sdraiati su sudici cartoni,coperti di stracci (davvero eroici,con il caldo di oggi!) alloggiati lungo le vetrine de La Rinascente ,incuranti dei passanti che si fermavano ad osservare. Forse il signore sul marciapiede di fronte che, vestito di tutto punto e perfettamente immobile se ne stava lì cercando di attirare l'attenzione e la generosità dei passanti li avrà considerati dei perfidi e sleali concorrenti; forse i passanti (moltissimi stranieri) si saranno chiesti se fosse in corso una sfida fra quelli sdraiati e quell'uomo sull'altro marciapiede sempre in piedi a chi resisteva di più nella propria posizione, certo è che noi milanesi, consci dei diversi ruoli di quegli inattesi protagonisti del nostro lussuosissmo centro città, non abbiamo pensato un gran bene di chi si occupa del governo urbano. C'è mancato poco, dr Pisapia, che andassi dagli addormentati a risvegliarli,mi creda! E avrei avuto da dire qualcosa anche ai carabinieri motociclisti proprio lì di fronte e di fianco a cotanti attori che,non preoccupandosi minimamente di quanto era sotto i loro occhi,si destreggiavano abilmente fra moto e caschi in cerca di sguardi d'ammirazione da parte delle giovani belle ragazze di passaggio.Dr.Pisapia,ora debbo salutarla perchè il lavoro mi attende ma, prima di andarmene, mi permetta di condividere con lei una riflessione: quei carabinieri, a fine turno, non dovevano rendere conto del loro lavoro svolto? Sa,sto pensando alle consegne che,anni e anni fa, si potevano leggere su i quadernoni delle allora infermiere: "niente da segnalare". Fa niente se, a voce, poi avevano da raccontarne di cotte e di crude...verba volant,scripta manent...Che tristezza,dr.Pisapia, vivere la mortificazione di mettere a nudo la mia città così! Lei non si sente mortificato? Faccia due passi in incognito,senza scorta e poi ci racconti! buona serata! tz

milano.18 luglio 2012



15 luglio 2012

MILANO AMAREGGIATA

"Milano amareggiata


i mei anni mi permettono di ricordare numerose battaglie affrontate e vinte dai milanesi in situazioni di pericolo per i giovani e per i meno giovani,soprattutto nelle periferie.Certo, le manifestazioni più clamorose ved...evano le vie del centro quali palcoscenico d'elezione poi,però,quando il silenzio calava inevitabilmente su quella o quell'altra manifestazione, rimaneva sempre il quotidiano combattimento silenzioso e tacitato di chi col problema faceva i conti ogni giorno.Ricordo particolarmente il degrado del Parco Lambro,anni 70, forse perchè ritenevo quasi un'offesa personale sentirlo citare sempre per spaccio e consumo di droga con tutti gli annessi e connessi ( nel significato intrinseco,non inquinato dal linguaggio tecnco informatico) mentre nella mia mente era l'ambiente naturale delle mie corse in bici,dei giochi con tutte le mie amiche ed il momento di relax delle nostre mamme che intrecciavano chiacchierate con i loro lavori a maglia,uncinetto,di ricamo: sulla mia pelle ho vissuto il dramma delle tentazioni e delle assuefazioni a consumi devastanti, delle proteste dei cittadini e della bonifica di quel vecchio,verde polmone cittadino. Vedo e seguo,giorno dopo giorno, il degrado di via Padova eletta ad una delle principali arterie (lascio questo termine anche se ha davvero del provocatorio) Lombarde per lo spaccio di sostanze stupefacenti e non posso non pensare a tutte le famiglie che dovranno affrontare il problema e le relative sofferenze , non posso non ricordare i momenti di imbarazzo quando i pusher oltrepassano i cancelli dell'ospedale poco distante e distribuiscono il loro "bene" a pazienti ,incuranti dei presenti e straffottenti ben sapendo che nessuno osa opporsi a loro per semplice istinto di sopravvivenza,la propria. Ecco: credo che la mia incapacità di dimenticare, la mia impossibilità di non pensare mi portino oggi a sussultare ed a rifiutare il ritorno ai vecchi tempi perciò denuncio lo spaccio di stupefacenti in pieno giorno, oggi sotto i miei occhi e sotto lo sguardo di mio marito e di altri passanti, in viale don Orione,trasversale di via Padova.Sarà pur vero che i militari hanno altro a cui pensare, che la polizia di stato ed i carabinieri non possono arrivare ovunque tuttavia, dr.Pisapia, la Milano che percorro ogni giorno (spesso in macchina perchè quando finisco il turno alle ore 22.00 o vado a far notte nessuno mi garantisce una tranquilla camminata lungo via padova e le vie interne che mi portano da casa al luogo di lavoro o viceversa) è Milano umiliata ed amareggiata."tz



LAVAVETRI

" Lavavetri




Finalmente! Per giorni mi sono mossa spiando e controllando, in giorni ed in orari diversi, se si fosse al fine lasciato andare a vogliose, dolci tentazioni: niente! Non volendo offrire il fianco, il mio fianco, alle solite,seppur obsolete, battutacce ironico - sagaci, per settimane mi son dovuta aggirare nelle vicinanze con fare noncurante, fingendo di spolverare suppellettili o di lucidare argenterie ma,tenendo ben d'occhio il preziosissimo oggetto dei desideri riposto in un angolo remoto perché non suscitasse improvvisi impulsi goderecci: da parte sua,del critico osservatore dei miei comportamenti,neppure un cenno di cedimento! La scorsa notte ho dormito male,turbata da sogni che altro non erano se non il ripercorrere passaggi del mio lavoro del pomeriggio precedente, brutta faccenda il portarsi a letto il lavoro!, trovando pace in un sogno vero e quanto mai scanzonato solo all'alba sì da svegliarmi un tantino frastornata a tg5 già iniziato: trangugiate le notizie, mi sono avviata a più consona colazione, incapace di prevedere l'evento. Se ne stava lì seduto a tavola, bello tranquillo e serafico, il mio compagno di sempre,seminudo causa la calura del giorno prima ( stamane a Milano si gode di un’ ottima frescura estiva), caffè e latte a scaldare sui fornelli, pane,biscotti,fette biscottate ben disposti sul piatto di portata e lì, proprio in mezzo, ecco che emergeva l'oggetto prezioso a cui,oggi, nemmeno pensavo di riconoscere reverenza! Grande,etichettato,colorato,intonso! Non ho chiesto se per mancanza di tempo o per sottile,ironica perversione non fosse stato ancora violentato,tant'è! Mi son goduta persino il fruscio del tappo che ,afferrato con mano decisa,nell'abbandonare il corpo di cui era guardiano trascinava con sè il sottile foglio d'alluminio,sigillo di tanta leccornia! "Ne vuoi un po'?", fu la classica domanda mentre l’apposita spatola affondava nella superficie morbida.

"No,grazie", risposi prontamente nascondendo in un finto sbadiglio l'aprirsi della mia bocca già propensa a sublime degustazione.

Passarono minuti scanditi dall'immergersi della piccola spatola,dal suo riemergere dal barattolo carica di crema, dalla sapiente ed attenta spalmatura su piccole fette di pane. delizia per il palato altrui.

"Sicura?" chiese, "sicura" risposi.

Sinceramente avrei voluto resistere ma,come si fa a sprecare tanto ben e buon di Dio? Non potevo permettere di certo alcuno spreco! Il mio compagno,tanto bravo è nello spalmare quanto incapace è di non lasciare crema appiccicata al vetro in notevole quantità che,lasciata lì si rovinerebbe di sicuro perdendo di gusto quindi..mi lasciai sopraffare dalla mia indole di lavavetri ed entrai in azione: con delicatezza mi impossessai del barattolo e con gran delicatezza,alternando un dito all'altro a seconda della profondità dell'area vitrea da ripulire, ridonai trasparenza al vetro e solleticai le mie papille gustative già in festa.

Finalmente s'era deciso! L'onore di aprire il barattolo io lo lascio sempre a lui, il mio amato compagno; le pulizie le riservo sempre a me,come è giusto che sia, donna di casa; che colpa ne ho se mi tocca far da "lavavetri"? " tz

Milano, 12 luglio 2012

26 giugno 2012

Con Te

" Con Te


mai vivrò al buio,

sempre emergerò

da nuvole minacciose,

splendente della Tua luce

ogni giorno da Te donatomi

spiccherà

nell'immensità del Tuo creato."

tz

" punto croce




saltello

fra punti di domanda senza risposta,

punti esclamativi senza stupore,

torno al punto

e vado a capo

cercando quei due punti

che rammendino l'ultima virgola,

in lacrime abbandonata

dal punto presuntuoso.

ci gioco con tutti

disegnando parole,sorrisi,rimpianti

a riempire i loro vuoti

e saranno virgole e punti

a donare loro

il senso d'esistere

,lo stupore del lettore,

la domanda del curioso. "

Caronte


mi traghetterai

là dove nemmeno io

saprei decidere,

attesa soddisfatta la tua

di un'anima in pena,

traballante

sull'onde incalzanti dell'indecisioni.

Approderò a lidi sconosciuti,

mi lascerai là,

al mio destino,

soddisfatta la tua voglia

di perigliosa attraversata

di un'anima smarrita.

tz

" tempo inesperto




mi lascerò il passato davanti a me

ad illuminarmi il futuro,

abbandono il presente al passato

per godermi l'eternità che m'attende.

... cercherò nella sfera di cristallo la verità della storia,

prevederò l'accaduto

per venderlo al sogno

che nella realtà trasformerà

l'illusione del tempo."





la notte racconta al giorno ciò che ha nascosto,


il giorno mette in luce ciò che la notte ha visto.

l'uomo nasconde ogni suo pensiero oscuro,

lo sguardo lo tradisce e ne svela ogni sfumatura.

Tu per tutta notte hai contato le ricchezze accu...mulate,

al sorgere del sole sveli l'elenco di chi metterai al lastrico.

Guardo il cielo che s'apre al nuovo giorno,

si rinnova in me la ricchezza della Tua presenza,

mio Signore,

che m'hai dato sereno riposo,

nuove forze per il mio lavoro.

Grandi sono le tue benedizioni,

d'oro il Tuo libro mastro

da cui nessun uomo mi potrà depennare!

tz

" Come porcellana


finemente dipinta,

magistralmente decorata

sei tu , creatura umana,

che ti aggiri fra mille vasi preziosi,

antiche tazze

di culture ancestrali testimoni

fragili e coriacee

della precarietà

e dell'eternità.

Chi ti può ferire

se non chi ti prende per mano,

se non chi ti scheggia

nel coglierti maldestramente,

se non chi ti spezza

sfregiando

la tua inimitabile bellezza

per invidia,

per gelosia,

per ignoranza?

Coccio sparpagliato,

scomposto,

violato

da chi è simile a te,

porcellana sfornata

dalla stessa mano,

troverai collante

capace di ricomporti

se altre porcellane a te si affiancheranno.

resteranno i solchi d'antiche,

immeritate sofferenze ma,

fra le mani di chi

ti guarisce

sarai felice superstite

consolatrice di martiri quotidiani."

tz





10 giugno 2012

a proposito di "Distratte Creature Divine"

Ho letto le tue poesie e le ho trovate di un'intensità estrema, di una tensione umana così forte che ho dovuto centellinarmele; vanno dritte al cuore e all'intelletto con quella tua maniera precisa e fonda di scavare, di rivelare e rilevare, di mettere a nudo, di ricomporre gli elementi veritieri di realtà umane: una magistrale lezione etica, un messaggio di grande ricchezza spirituale. Sono rimasto veramente ammirato; ci vorrebbero pagine intere per rendere giustizia all'alto registro della tua poesia, altro che queste quattro "stroppolette" che mi sono uscite. Ma volevo, comunque, che ti pervenissero.

 Grazie ed affettuosissimi saluti.



Luciano

24 maggio 2012

i PENSIERINVERSI festeggiano il loro primo anno di attività

Ci siamo ritrovate a Belluno, quasi incredule di poter festeggiare ciò che un anno prima era solo un sogno, una speranza. Di noi hanno scritto, hanno detto e noi ringraziamo tutti per l'attenzione prestataci. Continueremo,noi, a raccontare, a raccontarci, ad ascoltare chiunque abbia voglia di raccontarsi perchè la poesia non è "terra di nessuno" ma, in tutti è parte di se stessi.

ALLE MAMME


‎" alle mamme nascoste

di figli dispersi nel vento,

smarriti nel fango

incapaci di librarsi nel volo

preteso da un mondo crudele,

alle mamme nell'intimo affrante

per quel corpo imperfetto,

per quel pensiero interrotto,

alle mamme che sfidano il mondo

timoniere indefesse

nel mare in tempesta

del loro figliolo,

alle mamme raccolte in preghiera

che nel silenzio

del loro rifugio

ritrovano forza e speranza

nel grido di fede

rivolto al loro Signore:

..................... ! "

tz



07 maggio 2012

compleanno!

Iniziò da un desiderio espresso a seguito di una insoddisfazione, proseguì nello scambio di idee fra due persone che neanche si conoscevano se non tramite scritti concisi, prese forma ai tavoli di un bar a cui convennero pochi volonterosi.
Da quel tavolo i primi passi : dalla riva del Piave alla più antica festa del Veneto, dalle Crode B.ellunesi alla Casa di riposo sino a ritornare a quel bar, che li vide scommettere sul loro futuro, per festeggiare il primo anniversario.
VI ASPETTIAMO!

27 aprile 2012

Vi presento il mio nuovo libro




E' in vendita da una settimana il mio "Distratte creature divine" edito dalla Kairòs Editrice -Napoli.
I Poeti Nando Vitali, Giovanni Musella, Antonio Spagnuolo una volta ancora mi hanno onorata della loro considerazione.

dal "Gazzettino Veneto" del 19 aprile 2012

Giovanni mi ha mandato il testo dell'articolo pubblicato su "Il Gazzettino" giovedì 19 aprile. Siamo nella pagina Cultura. Quotidiano di cui non sono in possesso. Grazie per l'articolo!




All'inizio fu una serata. Che sarebbe dovuta essere unica. Poi però il progetto e il piacere di ritrovarsi insieme e insieme recitare le proprie poesie sono cresciuti di pari passo. Cosicché venerdì 20 aprile i “Pensierinversi. Poeti erranti del Belluense” si esibiranno per la decima volta. L'appuntamento questa volta è a Belluno, al Bl.itz, in via Mezzaterra (ore 20,30), dove il gruppo ideato e guidato da Doriana Puglisi, dopo l'esordio in val di Zoldo dello scorso maggio, arriverà dopo toccato molti paesi. E nel loro peregrinare c'è molta più periferia che città.

“L'idea è nata quando un'amica, bellunes...e d'origine ma che vive a Milano, mi ha detto che le sarebbe piaciuto organizzare una serata in cui recitare pubblicamente le nostre poesie” racconta Doriana, siciliana di nascita ma zoldana d'adozione. Ed è così che dopo la prima occasione – l'esordio a Zoldo Alto fu un successo – il gruppo si è affinato, consolidato e ora si esibisce con continuità. Un gruppo che, dopo qualche presenza iniziale nel primo periodo, ora parla solo al femminile: “Non c'è una ragione precisa, ma per ora è così”. Oltre alla Puglisi, esso è composto da altre cinque potesse: Sara Casal, Eliana Olivotto, Raffaella Carrisi Martini, Chiara Scussel e Tiziana Faoro.

Di se stessi, i poeti erranti del Bellunese dicono di essere persone che coltivano un desiderio: portare la poesia a chi appartiene veramente, cioè tra la gente: “Girando da un posto all'altro leggendo i nostri componimenti”. Ed è per questo che nel loro errare desiderano anche coinvolgere il pubblico o chi, attraverso la propria poesia, ha il piacere di trasmettere le proprie emozioni e sensazioni al vicino, a chi non ha mai visto, a chi l’ascolta, sino ad “esprimersi in questo piccolo angolo di mondo che oggi si trova qui, domani lì e tra un mese da un’altra parte”.

Un invito che, per esempio, nello scorso mese di febbraio è stato raccolto da un bambino che ha partecipato alla serata organizzata a Bastia di Puos d'Alpago.

L'esperienza della poesia fra la gente, ha portato Doriana anche a Venezia, invitata in laguna alla prima edizione di Art in the night: “Ho recitato le mie poesie camminando fra le gente. Un'emozione talmente forte e bella che spero di poter ripetere. Magari a Feltre: sarebbe il mio sogno”. (G.S.)

31 marzo 2012

Lasciatemi vivere

lasciatemi vivere
là,
dove non ho radici,
dove non ho ricordi,
lasciatemi vivere
là,
dove io ascolto
Chi non vedo,
dove vedo
Chi non cè,
dove prego
Chi è con me.
Lasciatemi lì,
nel silenzio scompigliato
dal vento,
rincorso da piccole onde
veloci,
inebriato dal profumo
di fiori
in bocciolo,
accarezzato dal volo planato
di piccoli rapaci
principianti.
lasciatemi vivere
felice
il sogno
di essere
creatura partecipe
del regno
del mio Dio Onnipotente.
tz


Primavera di vita

Primavera di vita



E' la mia,

Signore,

irrorata

ogni giorno

dal Tuo dolce parlare,

tumultuosa

nel mio insistere

a sbagliare,

uggiosa

del mio

malessere interiore,

splendente

del Tuo soccorso

onnipresente.

E' la mia,

Signore,

resistente

ad ogni tentazione,

libera

in ogni espressione,

indenne

da ogni altra stagione,

eterna ed infinita,

dono

della Tua Vita.

tz


24 marzo 2012

21 marzo 2012 : GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA, I PENSIERINVERSI CI SONO!

Lo zio dalla Germania

            • lo zio dalla Germania

              Da quel che riusciva ad intravvedere dalla finestra, la giornata sarebbe stata serena, probabilmente anche tiepida visto che la primavera era ufficialmente iniziata.Anche la pasqua era nell'aria: un'altra festa da trascorrere con noiosi parenti mentre nella sua mente si affacciava quello strano languorino che sapeva di acquolina al solo pensiero di togliersi le scarpe, gli abiti ed il cappello e correre così, come le sarebbe piaciuto di più, verso quel mare azzurro che la chiamava "nina, nina! vien bagnarte!" Rabbrividì al contatto con l'acqua ancora fredda,la sua morbida pelle ormai pelle d'oca e la sua chioma ridotta ad un mucchietto spento di peli irti anch'essi; mai avrebbe rinunciato all'inebriante attimo del reciproco appartenersi, lei ed il mare, il mare e lei, la Nina,
              la morbidosa ragazzona esuberante quanto basta per stravolgere ogni serio programma di maschi assennati! Al diavolo tutte le convenzioni , a ramengo il bon ton, il savoir faire e tutti i puritani del mondo! quando il mare chiama,la Nina risponde! Corse la Nina, spoglia d'ogni pudico velo, i piedi scalzi, lasciato il talamo immacolato corse incontro al suo mare...
              Cadde maldestramente nella vasca sollevando un'infinità di spruzzi che indispettirono l'operatore, quasi si cosse in quel mare bollente mentre ogni emozione si consolidava in una sequela di improperi contro il mondo da lasciarla senza fiato! come aveva potuto dimenticarselo!?! L'arrivo dello zio dalla germania, zio Alzheimer, le uova di cioccolato sciolte fra le sue mani e la promessa di una vacanza! Eh sì, era alle terme e non lo ricordava: Che buffo, mai sentite le " terme rsa"!?! Rise la Nina, osservando tutta quella strana gente lì , pronta a servirla. Il mare la chiamò una volta ancora " Nina, Nina, vien bagnarte!", la Nina accorse: fu una dolce, infinita immersione quella che li unì per sempre.
              Sì, il giorno fu sereno e tiepido.
              tz


22 marzo 2012

Primavera di vita


Primavera di vita



E' la mia,

Signore,

irrorata

ogni giorno

dal Tuo dolce parlare,

tumultuosa

nel mio insistere

a sbagliare,

uggiosa

del mio

malessere interiore,

splendente

del Tuo soccorso

onnipresente.

E' la mia,

Signore,

resistente

ad ogni tentazione,

libera

in ogni espressione,

indenne

da ogni altra stagione,

eterna ed infinita,

dono

della Tua Vita.

tz


21 marzo 2012

17 marzo 2012

creato il gruppo (s)radicati a milano fra i talenti Bellunesi residenti in Milano/Lombardia

In accordo con il responsabile del social network "bellunoradici.net" è stato creato il gruppo (s)radicati a Milano con lo scopo di facilitare  i contatti fra i  talenti Bellunesi residenti in Milano e Lombardia e l'obiettivo di creare iniziative interessanti che favoriscano la conoscenza della nostra terra nelle sue molteplici espressioni.

Chiunque sia interessato, può contattarmi o rivolgersi all'Associazione Bellunesi nel Mondo.

11 marzo 2012

Ci sei



Là fra i tavoli della mensa,

fra gli armadietti degli spogliatoi

il tuo pensiero,

la tua figura

emerge improvvisamente

sino ad esplodere

sulle labbra

di chi

ti ha in sé,

di chi

non si preoccupa

del giudizio,

del pettegolezzo del mondo.

Ci sei.

Sei con noi,

siamo con te

accanto al malato,

accanto all’uomo.

Ci sei.

Le nostre lacrime

Ti raccontano,

i nostri silenzi

ti ricordano.

Ci sei.

Sei con noi,

noi con te.

Ci siamo,

continua il tuo sogno

nella realtà

del nostro operare.

Vivi

fra le mura

ove la sofferenza non ha regno,

ove

la morte si apre alla vita.

tz

Bastia di Puos D?Alpago

La poesia sorprende, sempre.
E' l'emozione che sgorga quando meno te l'aspetti e ti costringe, quasi, a prendere carta e penna ed a mettere nero su bianco lei, la poesia. quel tuo essere unica nel raccontare sentimenti ed esperienze condivisibili e comprensibili a tante altre persone.
 E' l'emozione che travolge e coinvolge i bambini per i quali essere poeti è così naturale da sorprendere chi li ascolta. Perchè i bambini, nella loro semplicità, sanno ascoltare gli adulti sino ad assorbire i loro sentimenti.
Così i Pensierinversi emozionano e si emozionano.
tz

29 gennaio 2012

PENSIERINVERSI A FORNO DI ZOLDO

Non sono potuta intervenire, di persona. Ero presente col cuore e con la mente e, le immagini suscitanti sincera commozione in me ,confermano il momento magico che può essere vissuto ovunque, in qualsiasi momento, quando uomini e donne decidono di ascoltarsi e di raccontarsi. non è la vita trascorsa una barriera, non sono condizioni sociali a classificare e ad allontanare, non sono i pensieri ad avizzire fra le rughe di un viso, a rallentare nei passi incerti: siamo noi con le nostre considerazioni, con le nostre valutazioni dettate dalle ingiustificabili necessità del tempo a cancellare e nascondere la poesia sofferta di una vita non più ascoltata.tz

21 gennaio 2012

VEDOVE BIANCHE

VEDOVE BIANCHE




Bimbi attaccati alla sottana

imploranti pane ed affetto,

focolare raggelato

di ciocchi mancante,

tenda scostata

a spiraglio di luce,

attesa mai consumata

dell’amato viso

ad ombreggiare

il luminoso spazio

segno di speranza,

intima,certa illusione.



Giovani uomini

col cuore indurito

da inutile,infranta promessa,

viso sbiadito

d’un padre sperduto

riposto là dove

nessuno può indagare

sentimenti e ricordi.



Fili d’argento

La chioma materna,

tenda consunta

riparo

d’ogni riverbero,

spenta ogni speranza.

Viso rimosso

d’un amato marito

a Dio affidato.





Splende il sole

Per i tuoi giovani figli,

scende la sera

per te donna fedele

ancora in spasmodica attesa.
tz

16 gennaio 2012

CHIRURGO PLASTICO

CHIRURGO PLASTICO







Non lo dici,

eppure con uno sguardo

hai già calcolato

da esperto

i ritocchi

che, suadente,

fra poco suggerirai:

saranno forbiti monologhi,

i tuoi,

a stordire semplici concetti

vestiti d'antico rigore;

scaltri,sottili suggerimenti

sfavillanti d'eloquio in vigore

a tentare e sedurre

vocabolario modesto

d'un pensiero a te controverso.

Lingua biforcuta

a bisturi d'oscuri misteri

s'atteggia incisore ,

sacerdote sacrificante

quell'idea a te contrastante.

Prometti rimedi di successi forieri

limando l'idea,

mutando il concetto

sino ad avere una frase

d'effetto immediato

che lasci il debole uomo

profondamente turbato.

Sarà la certezza

d'un futuro brillante

a dartela vinta,

svenduta la mente

dall'innato pensiero eccellente?
tz







15 gennaio 2012

GELO

GELO



Alberi rivestiti di gelida brina,

abito di rami ormai disadorni,

gelido freddo che penetra il tronco

sino a provarne la sopravvivenza.

Così lo sguardo di chi ti sta accanto

Spoglio di ogni impennata d’orgoglio,

privo di spunti d’affetto

sino a provarti in fedeltà.

Guardo l’albero: stupendo nella sua rara originalità;

guardo l’uomo: superbo nella sua monotona caparbietà.

Finirà la stagione del gelo per l’albero ed i suoi rami

lasciando altra speranza di vita a quel tronco provato.

Rifiorirà anche l’affetto,allontanato ogni sospetto,

in quell’uomo dal viso severo

con cui vorresti gustare il disgelo?








12 gennaio 2012

NON VOGLIAMO DIMENTICARE

Tiziana Faoro


NON VOGLIAMO DIMENTICARE



Sedute al tavolo d'un bar col pretesto di condividere la pausa degustando un panino, prima volta noi quattro, con scarni dialoghi e lunghi silenzi ognuna di noi ha taciuto ed espresso quel dolore profondo che ci lacera l'animo.

Vorrei sognare che tu di lassù sia impegnato ad osservare, come un giorno esprimesti quale desiderio da rivolgere al “Paròn”,quanto i tuoi Raffaeliani sanno fare ma, immediatamente mi nego ciò che so impossibile ed ora auspico per non saperti travolto da una sofferenza peggiore di quelle realmente vissute.

L'incredibile silenzio calato su di te, ci pare intollerabile; d'altra parte, anche noi non riusciamo quasi a mettere insieme tutti gli splendidi ricordi che abbiamo di te.

Ci manchi.

Manchi a noi ed a tutti quanti oggi percorrono quegli stessi spazi per tempo ammirati che ora paiono minacciosi ed estranei, freddi ed incerti nell'accogliere il nostro daffare per aiutare l'uomo come tu ci hai insegnato, come tu amorevolmente pretendevi.

Ovunque ci si giri, si vedono solo musi lunghi e visi tirati nel costante pensiero di quello che sarà, dubitando non tanto del lavoro quanto dello spirito con cui si vorrà dar animo al nostro impegno quotidiano.

Ci manchi.

Deglutiamo cibo e lacrime mentre torniamo ai nostri posti di lavoro nella consapevolezza che un'epoca s'è conclusa, evento a cui nessun uomo e nessun evento ha mai potuto sottrarsi; nel passo la fatica di muoverci su suolo ormai straniero, nelle spalle ricurve e nel capo chino il tentativo disperato di non vedere altra persona a far suo ciò che tu hai costruito.

Ci manchi!

TZ

07 gennaio 2012

DEDICATO AI NOSTRI ANZIANI : I PENSIERINVERSI LI INCONTRANO A FORNO DI ZOLDO

Iniziamo così l'anno nuovo, coinvolgendo i nostri vecchi perchè i loro ricordi siamo convinti sono per noi un dono prezioso che ci aiutano a ricordare i principi della nostra educazione, l'antica cultura che noi andiamo a ricercare.
Ascolteremo e racconteremo nella nostra lingua , con i nostri sguardi, con i nostri abbracci in un ritrovarci simili , uomini e donne a qualunque età.