08 ottobre 2012

Bellunesi

Guardate quello snodarsi di valli e di monti verso il cielo così mutevole nei suoi umori eppure così legato alla terra sottostante!


Ascoltate il brusio vivace del bosco,osservate il suo vestirsi ed il suo spogliarsi di mille colori, il suo profumarsi di fiori e di frutti in quel ritmo eterno del susseguirsi delle stagioni ed ascoltate le voci della vostra gente in un misto di lingua e dialetto tramandati nei secoli da coloro che andate ad onorare sulle tombe nei piccoli cimiteri abbarbicati sulla costa della montagna, adagiati in fazzoletti di pianura : come potete pensare di tradire tutto ciò, di vendervi ad altri? Tacete per un attimo le vostre beghe per un confine dell'orto, per quel ramo piegato che ombreggia il vostro suolo, abbandonate il pettegolezzo paesano che più non è interesse reciproco ma, invidia malcelata, critica spietata! Non è fra i banchi di una chiesa che si deve riconoscere la presenza di Dio nella nostra vita, non solo in una chiesa e non perché trascinati da un'abitudine di cui non si è convinti ; guardatevi attorno,alzate gli occhi a quelle vette talvolta pallide, talvolta dorate,abbassate lo sguardo sulle foglie autunnali che calpestate nel sottobosco e lasciatevi travolgere dal ricordo di chi vive lontano da voi, su suolo straniero e, mentre voi potete respirare,osservare,ascoltare il respiro della nostra terra loro, emigrati,possono solo sognarlo,agognarlo in un unico sospiro d'orgoglio: a loro, a voi stessi che nel mistero della Sua Onnipotenza e Magnitudine il Signore ha donato uno splendido angolo di mondo volete forse negare d'essere Bellunesi?

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