26 giugno 2017

SOSPIRO

Sospira il cielo all'alito del suo Creatore,
 meraviglioso appare allo sguardo assetato
 di infinita bellezza
 che l'uomo spiegar vorrebbe ma,
 non conosce

24 giugno 2017

LA RESPONSABILITA' DI PRESENTARE CRISTO GESU'

Il Signore è la mia gioia. Sempre. Nei momenti in cui le difficoltà quotidiane o straordinarie sembrano prendere il sopravvento, d'un tratto mi rendo conto che dei miei guai ne sto parlando con Gesù e ne sono rincuorata. E' palese a me stessa, allora, quanto sia sinceramente radicata in me la fiducia in Lui, mio Dio e mio Salvatore.
Talvolta le mie colleghe rimangono meravigliate vedendomi o venendo a sapere che mi soffermo con i miei pazienti, che lo vogliano, a pregare con loro. Perché ? Prima che Infermiera, sono Cristiana e come tale adempio ad uno degli insegnamenti lasciati da Gesù: "pregate gli uni per gli altri".
Poco fa ascoltavo radio Marconi: lo speaker annunciava il messaggio rivolto dal cardinale Scola alla comunità islamica in occasione della conclusione del ramadan, nel segno del dialogo inter religioso.  Mi sono chiesta: avrà mai annunciato Gesù, il cardinale, a qualche islamico?. Un mio vicino di casa, con cui ci confrontavamo spesso in un apparente dialogo/confronto evangelico-islamico, un giorno mi disse: " come si fa a pensare che un Dio entri nella pancia di una donna? L'idea sola è fastidiosa.".
Mi sentii colpita da un pugno in pieno stomaco e non seppi, ahimè, aprire bocca per rispondere.
Ogni dialogo religioso era possibile purchè accettassi il fastidio di un Dio capace di farsi uomo per salvare il suo popolo.
Non seppi continuare assoggettandomi al punto di vista del mio vicino musulmano il quale, delle mie testimonianze, delle mie esperienze di fede se ne faceva un baffo.
Il dialogo inter religioso è assolutamente inutile se non prende in considerazione la fede individuale, se si nega la deità di Gesù Cristo a vantaggio di convenevoli di quieto vivere. Come pensa di evangelizzare, il Cardinale, la comunità islamica?
Io, ammetto, non so farlo con gli islamici.
Di certo, grazie a Dio, non ho ceduto a mettere da parte il Signore per stringere la mano cordialmente a chi di Gesù nega la deità riducendolo a un profeta alla pari di Maometto. Questo mi aspetto dalle più alte cariche ecclesiali.

23 giugno 2017

MILANO!

Milano, Milano!
Traboccan sangue 
le tue mura antiche
d'ogni sfregio
ancor cicatrice aperta in mostra
mentre olezzo invade
di escrementi umani
ogni fazzoletto verde
di erba bruciata e fusto leso
da dignità smentita
di barbara invasione
che a te non rende
dovuto onore
poiché sua non sei
amata patria!
Tu, dal generoso cuore
e man protesa
verso chiunque a te
chieda provvidenziale aiuto,
innocente, semplice ti offri
condividendo argento e ori
sì che a piene mani il bisognoso ne colga
per dare senso alla sua esistenza vuota ma,
l'imbecille ride e ruba,
dietro vile protezione di chi ti ignora,
sbeffeggiando chi ti ama e per la tua gloria
onestamente dì per dì si adopra.
Milano, Milano!
A te l'abbraccio di chi Milanese
sommessamente piange
e prega
per chi tracotante veste il tuo vessillo
macchiandolo di apparenze effimere
che fra i canali e il fiume
presto
chi ti ama spera
vadan via, via scivolando.

19 giugno 2017

SE LE FORZE DELL'ORDINE MENTONO...

Non mi piace fare la vittima ma, ultimamente chiamo il 112 di notte piuttosto spesso e sempre per la stessa ragione: non si riesce più a dormire causa gli schiamazzi prolungati e ripetuti perpetrati da gruppi prevalentemente di origine sud americana. Sotto casa vi sono dei giardinetti dotati di panchine: per anni sono stati il punto di riferimento della gente di quartiere, soprattutto degli anziani i quali, nelle giornate di calura, trovavano refrigerio dall'ombra esercitata dalle piante e si facevano vicendevolmente compagnia. Nelle notti di afa, qualcuno si attardava sino a notte fonda, parlando sottovoce e senza disturbare nessuno. Da qualche anno, le panchine vengono regolarmente occupate, soprattutto nel fine settimana, da orde sempre più numerose e maleducate di immigrati i quali, dotati di poderose scorte di birra, vi trascorrono le loro notti da sballo con sottofondo musicale e ugole personali a tutto volume. Chi abita i palazzi che si affacciano sul viale, sognano di poter dormire. Noi che lavoriamo facendo i turni, facciamo fatica a smaltire le notti insonni prima di metter piede al lavoro.
Le chiamate al 112 non sono solo mie. L'ultima mia è della notte scorsa. Ho chiamato stando sul balcone di casa in modo che anche chi mi rispondeva potesse udire in diretta la musica a tutto volume che, in realtà, ci rendeva persino difficile comunicare fra noi. Gli operatori hanno rintracciato la provenienza della mia chiamata e mi hanno identificata prima ancora di rispondermi: giusto, non ho nulla da nascondere. Mi sono permessa di chiedere all'operatore delle forze dell'ordine il suo nome: laconicamente mi ha risposto "operatore uno". Giusto, loro non possono certo scoprire la loro identità. A fatti spiegati, mi son detta pronta a scendere personalmente nei giardinetti per affrontare gli urlatori. "No, no, signora, per carità! Lasci fare a noi!" mi ha quasi implorata ed io mi sono fidata.
Come tutte le altre volte precedenti, nessuna pattuglia ha fatto capolino.
Poco fa mio marito si è recato al lavoro mezzo rintronato, peccato che egli lavori con persone disabili e non possa permettersi un minuto di distrazione; io son qui a scrivere il disagio vissuto non avendo energie per far altro nel mio unico giorno di riposo, a turni di notte conclusi ieri mattina.
Mi chiedo: chi da indicazione al centralino del 112 di rispondere con menzogne? Che gusto hanno, coloro, a far sì che una cittadina venga vigliaccamente illusa o consolata con una promessa sicuramente disattesa? Con tutta la stima per le Forze dell'ordine, faccio fatica ad accettare di essere presa in giro. Come possono pensare i dirigenti del servizio di ricevere stima ed apprezzamento dalla cittadinanza approvando simili comportamenti?
Abbiate il coraggio di dire la verità, chi lavora sa delle quotidiane difficoltà vissute in ogni settore e non si meraviglierebbe tanto quanto si meraviglia di fronte all'ipocrisia.


14 giugno 2017

23 anni al San Raffaele

Il 14 giugno del 1994 iniziai ad esercitare la mia professione al San Raffaele. In tutta onestà, posso scrivere di essermi sempre impegnata come meglio sapevo e so fare  sia per onorare i pazienti, sia per onorare l'ospedale. Orgogliosa del mio essere "raffaeliana", ho sempre intrattenuto uno splendido dialogo col Presidente, don Luigi Maria Verzé . A lui dedicai e ripropongo un pensiero, non per un formale gesto di riconoscimento ma, perchè non ho mai rinnegato e non voglio rinnegare il mio affetto e la mia ammirazione per lui. Se il San Raffaele esiste ed è l'eccellenza che tutti conoscono, è merito suo, anche al giorno d'oggi. Troppi, dal crac finanziario , hanno saputo prendere le distanze da lui e rinnegare le loro passeggiate a braccetto con don Luigi, fra  sorrisi e moine che oggi posso valutare come falsi! Io aspetto che la storia renda il giusto merito a don Luigi; nel frattempo, mi sforzo di continuare ad onorare la sua volontà di essere d' aiuto all'uomo secondo il concetto
 cristiano di "creatura di Dio".

 PRESIDENTE
Giorni senza fine sembrano i tuoi che trascorri proiettato nell’infinito,
lavorando alacremente a favore dell’uomo.
Da sempre preoccupato di guarire o dare speranza anche al più umile degli ultimi,
hai voluto con tenacia concretizzare la tua disposizione:
mai ti sei lasciato andare di fronte agli innumerevoli ostacoli,
sempre hai reagito confidando nell’aiuto di Colui che tu dici il tuo “Socio di maggioranza”.
Da ogni luogo vengono alla ricerca di cure, tutti rimangono stupiti davanti all’imponenza degli edifici ma, che tocca il loro cuore è l’operosità e l’accoglienza di chi li riceve.
È la tua scommessa di ogni giorno: garantire il meglio a chi si rivolge a te, dando fiducia e parole di speranza a chi collabora con te.
Non lo dici ma, di certo so della tua sofferenza quando scopri l’inganno perpetrato;
non è nel tuo stile gridarlo ai quattro venti: preferisci chiuderti nell’intimità della tua cameretta per parlarne con Colui che ti ascolta davvero.
Quante volte hai dovuto indossare l’abito dell’ufficialità!
Quante volte hai di nascosto suggerito parole d’amore e di perdono a chi nemmeno conosce il senso di rispetto per l’altrui!
Quante  volte hai combattuto altero e fiero nel difendere i tuoi ideali!
Hai dovuto forse talvolta cedere e negoziare?
Questo non so.
Di certo so che tu forse non sai quanto, anche coloro che ti sono stati avversari nell’onestà di pensiero diverso, guardano ogni giorno a te e sperano,pregano che tu possa essere faro di luce ancora per lungo tempo.
Vorrei essere con te,anche per una sola volta, al centro della spianata ad osservare uno ad uno ospedale,centri di ricerca, giardini e fontane:
 vorrei poterti carpire il pensiero e l’emozione, tenerti sottobraccio per sentire il fremito di sorpresa mai spenta, vorrei saper leggere i tuoi occhi in cui scorrono i visi di chi da te ha ricevuto aiuto.
Soprattutto vorrei narrarti ciò che tu già sai dell’animo umano,
 della fatica del vivere e del morire,
dell’assistere  chi è in quel travaglio che sconfina fra l’essere e l’essere perfetto ,
accolto comunque ed accompagnato dal tuo essere pensiero attento e preoccupato.




11 giugno 2017

SBADIGLIO

Lo sbadiglio del cielo
mise a nudo
il pallore solare
di una notte
trascorsa correndo qua e là
a solleticare un sorriso
nella spenta umanità.
Incrociò, finalmente,
lo sguardo di un bimbo stupito
e della sua manina paffuta
illuminò gioioso il saluto
per nulla turbato
dalle pettegole previsioni del tempo

09 giugno 2017

FRAGILITA' CONCESSA

"Non puoi essere così severa con gli studenti! Sono giovani fragili, devi tenerne conto!". L'incontro fra docenti si concluse così, con tante teste che annuivano spegnendo l'intima ribellione di qualcuno.
Giovani fragili: una litania ripresa e ripetuta in moltissimi ambienti culturalmente e socialmente elevati con la quale si giustificano i comportamenti dei giovani, quasi a scaricare la responsabilità degli adulti di averli cresciuti in tal modo.
Stranamente i giovani vi si crogiolano. Non contestano, non combattono come si soleva fare, qualche decennio addietro, il pensiero e le considerazioni dei genitori, degli insegnanti: non ne hanno la forza, non hanno gli strumenti per farlo. La loro ribellione scoppia improvvisa solo quando qualcuno osa scuoterli dal loro stato: docenti troppo severi!
Nessuno dovrebbe impedire il risveglio dei giovani dal loro torpore. Perchè, invece, la società continua il suo cammino coccolando nella fragilità i suoi membri più giovani? A chi fa comodo?
Diamo forza ai nostri giovani! E' nel nostro stesso interesse far sì che, coloro i quali ora da
noi adulti apprendono, siano domani efficienti per prendersi cura dei loro anziani, in qualsiasi settore siano impegnati e siano forti educatori dei loro figlioli! Cresciamo, educhiamo persone forti, sane nell'animo e nello spirito prima ancora che nel fisico!
Noi cristiani per primi, insegnando ai nostri giovani il vivere per fede in Gesù Cristo il Signore, in Dio Padre e nello Spirito Santo, il potente Consolatore!

ARTISTICHE MENTI A MILANO

Milano, 8 giugno 2017

CHE MILANO VUOI?





05 giugno 2017

COMPETENZE

Cerco ortopedico tanto competente
da saper formulare una diagnosi diversa dal "deve dimagrire".