19 giugno 2017

SE LE FORZE DELL'ORDINE MENTONO...

Non mi piace fare la vittima ma, ultimamente chiamo il 112 di notte piuttosto spesso e sempre per la stessa ragione: non si riesce più a dormire causa gli schiamazzi prolungati e ripetuti perpetrati da gruppi prevalentemente di origine sud americana. Sotto casa vi sono dei giardinetti dotati di panchine: per anni sono stati il punto di riferimento della gente di quartiere, soprattutto degli anziani i quali, nelle giornate di calura, trovavano refrigerio dall'ombra esercitata dalle piante e si facevano vicendevolmente compagnia. Nelle notti di afa, qualcuno si attardava sino a notte fonda, parlando sottovoce e senza disturbare nessuno. Da qualche anno, le panchine vengono regolarmente occupate, soprattutto nel fine settimana, da orde sempre più numerose e maleducate di immigrati i quali, dotati di poderose scorte di birra, vi trascorrono le loro notti da sballo con sottofondo musicale e ugole personali a tutto volume. Chi abita i palazzi che si affacciano sul viale, sognano di poter dormire. Noi che lavoriamo facendo i turni, facciamo fatica a smaltire le notti insonni prima di metter piede al lavoro.
Le chiamate al 112 non sono solo mie. L'ultima mia è della notte scorsa. Ho chiamato stando sul balcone di casa in modo che anche chi mi rispondeva potesse udire in diretta la musica a tutto volume che, in realtà, ci rendeva persino difficile comunicare fra noi. Gli operatori hanno rintracciato la provenienza della mia chiamata e mi hanno identificata prima ancora di rispondermi: giusto, non ho nulla da nascondere. Mi sono permessa di chiedere all'operatore delle forze dell'ordine il suo nome: laconicamente mi ha risposto "operatore uno". Giusto, loro non possono certo scoprire la loro identità. A fatti spiegati, mi son detta pronta a scendere personalmente nei giardinetti per affrontare gli urlatori. "No, no, signora, per carità! Lasci fare a noi!" mi ha quasi implorata ed io mi sono fidata.
Come tutte le altre volte precedenti, nessuna pattuglia ha fatto capolino.
Poco fa mio marito si è recato al lavoro mezzo rintronato, peccato che egli lavori con persone disabili e non possa permettersi un minuto di distrazione; io son qui a scrivere il disagio vissuto non avendo energie per far altro nel mio unico giorno di riposo, a turni di notte conclusi ieri mattina.
Mi chiedo: chi da indicazione al centralino del 112 di rispondere con menzogne? Che gusto hanno, coloro, a far sì che una cittadina venga vigliaccamente illusa o consolata con una promessa sicuramente disattesa? Con tutta la stima per le Forze dell'ordine, faccio fatica ad accettare di essere presa in giro. Come possono pensare i dirigenti del servizio di ricevere stima ed apprezzamento dalla cittadinanza approvando simili comportamenti?
Abbiate il coraggio di dire la verità, chi lavora sa delle quotidiane difficoltà vissute in ogni settore e non si meraviglierebbe tanto quanto si meraviglia di fronte all'ipocrisia.


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