27 dicembre 2014

RESTI DI FESTA

inverno 2014

le nuvole cariche di neve attesero la complicità del cielo per una ricognizione e decidere a chi donare il loro prezioso carico, l'albero gigante trasferito in piazza mandava segnali di luce per richiamare la loro attenzione implorando il dono

22 dicembre 2014

CONVIVENZA

Convivrò con te, giorno per giorno masticando bocconi amari, assaggiando velenose prelibatezze che le tue labbra poseranno sulle mie a sugello di bugiarde promesse, pietosamente illudendomi d'un futuro migliore? Forse che non riconoscerò nelle tue moine l'antico tuo circuire ogni creatura affamata di vita ed io non sarò forse costretta a soggiacerti in ossequioso rispetto, ahimè impotente fanciulla a sconfiggere la tua supremazia? Nulla di nuovo turberà il tuo passaggio, nuovo anno!

18 dicembre 2014

LUS DE DEZHEMBRE

Lus de dezhembre Se le impizha te le strade par sconder el scur te le case

GIOCHI DI LUCE

Giocano forse gioiosi agli occhi di curiosi viventi animi inquieti d'antichi tempi, in candidi veli al tocco di mano evanescenti!?!

IN PARTENZA

Si ritrovarono,prima di iniziare il loro lungo viaggio,nella città scelta con votazione segreta e citata per lo sfavillio di mille lucine ed il gran da fare dei suoi abitanti da più edizioni negli annali dei babbi natale: si stupirono anch'essi per quell'apparente opulenta ricchezza,smorzata dalla realtà di questuanti insistenti vestiti di stracci da scena,indifferente ai sommessi discorsi di gente per bene che i conti faceva per spendere avvedutamente i quattro spiccioli nelle loro sacocce e far felici i loro bambini! "Ma come", mormoravan alcuni di loro, " ma come!?! Com'è che è finita negli storici annali 'sta villa sì bella nel tempo che fu e nessuno previde l'amara sorte a cui s'avviava spegnendo nell'uomo la gioia del dare,la voglia del fare per sé e per altri del Bene Supremo la fonte di vita giorno per giorno intessuto sino al ritorno definitivo del Bambinello ormai fattosi Uomo a raccogliere i suoi che fedeli gli furon in ogni tempo?". Tutti di festa vestiti,elargendo grandi sorrisi,preparavano sacchi ripieni di doni da consegnare a bimbi incantati di loro in attesa,dagli adulti ingannati ben felici di riversare su altri la dolente incombenza d'insegnare ai piccoli di doni il dovere stare senza avendo la crisi mietuto le spighe anche nei campi dei babbi natale costretti a spigolare. "Forse il tempo è venuto", cominciò a ragionare uno di loro," che il mondo s'avveda che di verità vi è un grande bisogno e non è un albero col suo sfavillare,né un baffuto babbo natale a portar pace e serenità,ogni anno la stessa solfa per pochi giorni buttati al vento nel cercare spasmodicamente il diverso che renda quel tempo speciale senza che traccia rimanga nel cuor della gente, l'indomani già presa a rincorrer fremente avida ascesa sgomitando e ferendo chi attorno si assiepa!?!". Non v'è pulpito sano di predica onesta se anche il prete s'ostina a raccontar di nascita nuova che si rinnova tacendo ogni giorno l'incontro imminente di Chi di 'ste storie non ha mai scritto niente!
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14 dicembre 2014

Nadal

Nadal l'è te l'aria, sto ano el resta là. Sol che 'n tosatèl el pol portarlo in do, l'è là ch'el speta che 'n picinin lo ciame.

05 dicembre 2014

LUCI DI DICEMBRE

"Luci di dicembre Estratte dagli scatoloni polverosi tirano un sospiro di sollievo sognando di splendere sulle vie principali della città. Sfavillanti gareggiano con le stelle del cielo, vaporizzano le gocce di pioggia, si scuotono di dosso i candidi,gelidi batuffoli di neve. Mortificate vedono il capo degli uomini chino, persone distratte ed indifferenti quasi concorrenti di quelle statue mute ed insignificanti costrette in capanne fra asino e bue fatti di gesso. Come i viventi,anche le luci attendono ansiose di spegnersi e tornare nell'ombra."

25 novembre 2014

Badate ai Badanti

Ricordo mia nonna quando, ascoltate alcune vicende di quella grande famiglia che era il suo paese di origine,ove i matrimoni da secoli creavano l’intreccio fra nuclei familiari di cui la parentela risaliva nei secoli, affermava con convinzione: “ un padre ed una madre riescono ad occuparsi e a crescere dieci figli ma, dieci figli non riescono a prendersi cura della loro madre e del loro padre” e penso come si siano davvero evoluti i tempi se , al giorno d’oggi, la preoccupazione di ogni individuo è proteggere la propria auto ed il proprio i phone e l’aspirazione fondamentale è di essere proprietario della versione sempre più aggiornata degli adorati oggetti. Chi e cosa ci rende così miopi,così superficiali da riporre tutte le nostre attenzione negli oggetti e non più nelle persone, nei nostri familiari? Sicuramente il signore compito ed educato, dal linguaggio forbito e dal ruolo sociale di spicco non avrebbe mai immaginato di essere sottoposto ad un energico “shampoo” via telefono,pardon,via i phon ultima generazione, da una sconosciuta infermiera a cui era appena stata affidata la sua anziana madre,abitualmente assistita da una badante causa lo stato di demenza senile e l’età avanzata: “Mi scusi,sua mamma è giunta in condizioni igieniche spaventose, un cavo orale che è una cloaca ed un eritema perineale ed intergluteo spaventoso, la badante non capisce una parola d’italiano…” “Mi scusi,signora ( e dai col “signora”! Ma sta parlando con un’Infermiera!), come ha capito con la badante abbiamo dei problemi di comunicazione ma,per spiegarle la situazione, la badante non è la vera badante di mia mamma bensì la figlia della badante che è andata in ferie e la figlia la sostituisce, fra poco arriverà mia moglie…” “Mi scusi, ma non si può affidare una persona che ha bisogno di aiuto al primo essere umano che passa nelle vicinanze! La signora che è qui con sua mamma non ha la minima idea di cosa significhi assistere una ammalata,guardi, mi scusi se mi infervoro ma, la sua scelta è offensiva per il lavoro che svolgono seriamente le badanti qualificate, per non parlare di quanto sia offensivo per la mancanza di considerazione della professione infermieristica in senso lato…! “Mi scusi ,signora, ( e vai col “signora”!) ma fra poco arriverà mia moglie con mio figlio e potrà parlare con loro, dovrebbe arrivare anche mia figlia,le i è medico ed è attualmente impegnata in specialità…” “Ok, scusi ma preferisco tornare a prendermi cura di sua madre. Mi permetta di insistere: non si lascia una persona malata in affido a chi non ha nemmeno idea di cosa voglia dire stare a fianco di una persona!”. Ecco, lo avrebbe mangiato, quell’Infermiera, l’affermato dirigente! Ancor di più dopo il cenno alla figlia medico (possibile che nemmeno lei si fosse resa conto della situazione!?! ), con cui, come quasi tutti i familiari di medici , l’orgoglioso figlio e padre tentava il solito gioco di incutere un certo timore e rispetto mentre, in realtà, l’Infermiera viveva in sé la sconfitta di non essere riuscita a scalfire nell’uomo la certezza di aver fatto del suo meglio per la madre. Incredibile! Quanto siamo capaci di imporre ai nostri anziani il nostro modo di pensare, le nostre esigenze e le nostre ragioni!?! A chi è in difficoltà nel comprendere la propria lingua affianchiamo una straniera che parla esclusivamente la sua lingua madre, a chi fatica a deambulare affianchiamo chi non sa sostenerla adeguatamente (testo ne fanno gli ematomi a seguito di cadute accidentali riferite), a chi non è in grado di alimentarsi assegniamo chi non sa nulla di alimentazione adeguata. "La macchina? Il cellulare? Il pc? Eh no, non li presto a nessuno! Vuoi che ci mettano mano altri che magari me li rovinano perché non sanno utilizzarli a dovere!?!” Mia cara nonna!

24 novembre 2014

E' IL TEMPO

Siano i giorni dell'ultima ora vestiti di colori che donano gioia a chi ti sta accanto sbirciando se gioia sincera è la tua con cui lasci la vita terrena come foglia leggera si stacca dal ramo in ampi volteggi ad abbracciare la terra Siano i giorni dell'ultima ora vestiti di colori che donano gioia a chi ti sta accanto sbirciando se gioia sincera è la tua con cui lasci la vita terrena come foglia leggera si stacca dal ramo in ampi volteggi ad abbracciare la terra

18 novembre 2014

IL DESTINO (monologo teatrale)

Il destino? è il cozzare delle macchinine le une contro le altre,su quelle piste di cui ogni circo va fiero: quando meno te lo aspetti,ti lascia a piedi,lì dove capita,proprio come loro quando l'effetto gettone finisce. A lui non interessa se sei intrappolata da chi ti circonda e non riesci a districarti da quell'intreccio, non si preoccupa di fornirti un altro gettone per farti ripartire e non ha nemmeno un guardiano della pista che arrivi in tuo soccorso. Resti lì e gli altri ti guardano con quell'espressione fra la compassione ed il rassegnato che lascia chiaramente intravedere la solita scritta sulla fronte: "è il destino!".Poi loro se ne vanno, ognuno per il proprio destino,lasciate le loro macchinine lì,al centro della pista, tutte col loro muso addosso alla tua quasi a curiosare cosa farà il tuo destino. Se ne va, il tuo destino: si scosta di qualche metro,come un innamorato geloso per vedere se lo segui. Puoi forse tu ignorarlo,lasciarlo,abbandonarlo? E per chi? Per un altro il quale,senza dubbio,non tarderebbe a dirsi “il tuo destino”? Senza nemmeno avvedertene,eccoti al suo fianco,di pari passo,mano nella mano, tu ed il tuo solito destino di cui non riesci mai a prevenire le svolte, ad evitare gli incidenti di percorso,ad afferrare i piacevoli e rari momenti in cui pare sorriderti. E’ sornione , il tuo destino! Morbido gattone si struscia sulle tue gambe miagolando affetto, aspettando che tu chiuda un occhio, mentre accarezzi il suo pelo morbido e ti illudi che le sue fusa di piacere esprimano la garanzia di un’intesa consolidata , per sfuggirti dal grembo e correre a rubarti la bistecca dimenticata nel piatto sul tavolo in cucina. Ti lascia senza cena, il tuo destino,facendosi gioco del tuo sospirato innamorato di cui sei in attesa per una serata speciale, voi due soli. Ma no! Non voi due !Voi tre perché il tuo peloso destino,micio di razza, geloso del suo territorio,annusa l’estraneo e,affilati gli artigli,zac che te lo sistema ! E’il tuo destino,non hai scampo. Irritata gli lanci occhiate di fuoco,a fatica trattieni meritati improperi che lui,il tuo spavaldo destino, non sente. Ora è aquila, il tuo destino,accovacciato sulle cime di vette innevate ti osserva e ti scruta ed aspetta che ti passi la rabbia. Sorgerà il nuovo giorno e sarà di nuovo del tuo destino.

SPERANZE SMARRITE

Inebriate dell'azzurro del cielo,si spinsero in afrodisiache danze vestite di pallidi veli,ammirate finalmente dall'uomo che spesso diceva di loro,speranze,di averle smarrite. Si concessero, nel giorno travestito di sereno,fiori profumati d'un albero spoglio,sogni di bimbi golosi di quello
a velo così lontano,così tremendo.

NUVOLE CIVETTUOLE

Nuvole civettuole circuirono il cielo nella ritmica danza del sole seducente conquistatrici, imploranti clemenza ,quasi indulgenza per quel popolo sciocco attento soltanto al loro percorso.Il cielo si chiese se mai l'uomo sapesse del suo sopportare l'eccentrico,costante,bisbetico imporsi del variare del tempo quanto fosse estenuante,talvolta deprimente poichè sì,anche il sole,le nuvole ed egli stesso,il cielo, travolti dalla furia dell'uomo,da lui ritenuta "sapienza",perdevan di vista la loro dovuta osservanza a Chi di loro aveva fatto bellezza da far ammirare all'uomo d'arguta intelligenza.Smarrito in tribolato tormento chiese soccorso il cielo in umile prece al suo Creatore che in un giorno di pioggia furente,
diede ad ogni creatura vivente

14 novembre 2014

BUONGIORNO!

Buongiorno! Ho incontrato il sig. Giorno, il dirimpettaio della sig.ra Notte del quinto piano,mentre scendeva a piedi l'imponente scalinata sbuffando e brontolando poichè il sole aveva comunicato l'adesione allo sciopero indetto dalle stelle estremiste e la luna metteva il muso essendo stata precettata.Anche il vento garantiva il servizio solo in fascia protetta e l'aria aveva stretto alleanza con lo smog per rivendicare immediati interventi di riqualificazione spaziale. In tutto quel caos,toccava proprio a lui,sigGiorno,fare chiarezza mentre da tutti gli angoli della terra gli arrivavano voci sconsolate di umani infastiditi dal personale fardello quotidiano di cui,ovviamente,ritenevano lui l'unico irriducibile colpevole.Nell'atrio,prima di mettere il naso fuori dalla porta, tirò un lungo respiro ed espirò profondamente: tutti i condomini seppero che di lì a poco sarebbe stato in strada,impossibile confondere con altri il suo alito speziato che invadeva i loro appartamenti e provarono per lui una gran pena.

13 novembre 2014

PREGHIERA

Macchinine,bruchi,tricicli alzarono i loro occhi al cielo implorando:"cielo,forse che tu non gioisci del calore del sole,dell'abbraccio delle stelle? Lascia dunque che possiamo noi gioire della cavalcatura dei bimbi,del loro brusio,dl gioco con noi condiviso! Chiedi tu alle nuvole cariche di pioggia di allontanarsi almeno per un po' affinchè i bimbi ritrovino il sorriso e noi con loro possiamo esplorare nuovi mondi,nuovi innocenti propositi!"

MILANO, FRA SEVESO E LAMBRO

Forse le nuvole sono in riserva?

01 novembre 2014

SI RINNOVA L'ABBRACCIO

Si rinnova l'abbraccio Così si susseguono i giorni nel cielo del cuore, fra le nuvole della mente mentre le caduche vestigia s'inchinano a pliche grinzose ambasciatrici del tempo che bussa alla soglia dell'eternità. Vi abbraccio, l'anima mia sazia si adagia fra le braccia del nostro Creatore

COMMEMORAZIONE

Sfoglio i petali del ricordo d'un fiore sgualcito nel cercare il sapore d'un bacio che fu nell'attesa d'un abbraccio che eterno splendore donerà alla timida viola dono d'amore segreto a te che la vita mi desti ed al futuro mi lasciasti.

FIERA DELLE ANIME 2014

PRIMO INCONTRO DEI FAORO

Si è tenuto ad Arsiè,uno dei paesi della provincia di Belluno in cui il cognome è più diffuso, lo scorso 18 ottobre. I partecipanti,soddisfatti dell'iniziativa,hanno deciso di rinnovare l'appuntamento per il prossimo anno.

12 ottobre 2014

MILANO,ANCORA TU !?!

Milano,ancora tu!?! Sembri così indecisa fra i tuoi alti e bassi, austera e giudice così distante da chi ti percorre, ti vive fra mille pensieri annaspando nelle difficoltà! Sei ancora tu, Milano mia, sei ancora tu la mia città di cui si narrano esempi fulgidi d'altruismo e bontà, d'atti eroici a tua difesa, di canti e lodi di cultura, di radici profonde in suolo padano? Tu taci nel frastuono del disordine e del pianto, t'avvolgi di bigio e trasudi umido penetrando nelle ossa di chi ti vive e prova dolore.

07 ottobre 2014

FILO SPINATO

Hai reso il tuo orgoglio filo spinato, sfuggito al tuo controllo s'è teso a prigione d'anima e mente che trafitte da aculei d'odio imbibiti trasudano linfa insanguinata e pallide si spengono esplodendo nella loro interiore bellezza dell'uomo richiamo di rimpianto ed attenzione. E' tardi, presto il filo spinato si sfilaccerà sotto il loro peso leggero insopportabile macigno per il tuo rimorso.

28 settembre 2014

I DUE GEMELLI

Sedotti ed abbandonati i due tronchi gemelli osservavano da anni la folla la quale si radunava proprio lì,davanti al giardino in cui loro avevano radici, in attesa dell'autobus di linea.Si erano rizzati loro in testa i rametti secchi e sparuti al veder le genti,qualunque fosse il colore della pelle,sempre più imbruttite e rissose, quasi ridicole con quel coso in mano a cui rivolgevano la parola urlando e raccontando i fatti loro non si sa chi ma,di certo, a tutti coloro nelle loro vicinanze. Ormai erano stanchi di ascoltare sempre le stesse lamentele,le stesse critiche de gli uni contro gli altri,non ne potevano più di respirare le polveri sottili e quelle poco raffinate,giustiziere delle loro fronde,devastatrici della loro splendida corteccia! Anche quel giorno stava per terminare nella confusione dell'umanità barbara,nel disprezzo di qualche cagnolino condotto ai loro piedi dalla loro "mamma" orgogliosa di spronarli a spruzzare su di loro i loro bisogni corporali,fra le grida di capricci di bimbi ignari dell'esistenza di forme di vita vegetali ed i due tristi gemelli,deturpati nel loro corpo dalla pelle a squame e senza foglie, tiravano sospiri di sollievo nelle certezza che un passo in più s’era compiuto verso la loro agognata fine. Si palesò in men che non si dica un umano dal comportamento strano:invece di accalcarsi nel gruppetto di turno e di tirare il collo per veder per primo dell’autobus l’arrivo,brontolando inevitabilmente,si piazzò di fronte a loro torcendo il collo a dritta e a manca,pareva loro quasi in stato di contemplazione, senza nemmeno un cagnolino appresso. I gemelli,come tutti i vecchi un pochino suscettibili,tentarono di rizzare inutilmente il fusto per riacquistar un certo ruolo ma aguzzarono vista e orecchie ben sapendo di non poter essere colti in fallo da nessuna creatura umana. Pronti ad ascoltar le tiritere,non s’avvidero dapprima dell’imprevisto oggetto fra le mani del soggetto il quale,girando loro attorno, prese a scattar foto (erano esperti della faccenda per i numerosi artisti che di fotografar il mondo si fregiavano ogni volta che sulla via accadeva un gran fracasso) ! Passòun bimbo e si fece loro voce: “Perché fai le foto a quei tronchi?” chiese semplicemente all’adulto. Non sembrò meravigliarsi il fotografo della curiosità del bimbo, “Guarda”,gli disse, “ Lo vedi lì in quel tronco il viso del gran capo degli gnomi? E sull’altro,lo vedi lì di lato il profilo del muso del leone?”.“Dove,dove?” si interessò il bimbo allungando verso loro le manine che l’adulto guidò nell’aria a disegnar il profilo dello gnomo e del leone, “Guarda,guarda,li vedi ora?” . S’illuminò di gioia il volto del bimbo che saltellando aggiunse “Sì,sììì, li vedo!” e corse a chiamar la mamma “mamma,mamma, guarda il capo degli gnomi ed il leone!”.Anche la mamma sorrise ,prese per mano il bimbo e ,sorridendo al fotografo aggiunse :”Corri,l’autobus sta arrivando ma, questa sera, ti racconto la storia degli gnomi e del leone”. Se ne andarono frettolosamente la mamma ed il bimbo,anche il fotografo smise la sua opera mentre i due tronchi gemelli,un po’ storditi dall’inatteso riconoscimento, si promisero a vicenda di raccontare nella notte prossima alla luna la loro strana avventura.

16 settembre 2014

DOPO (Infermiera sempre)

“Ciao,com’è andata?” Sali in macchina,accidenti al ginocchio che scricchiola ed all’età che avanza, rispondi faticosamente “ciao,tutto sommato bene”. “Ti fa male il ginocchio?” ,è un modo tutto suo di esprimere il suo interesse per te e tu, che lo conosci bene,rispondi mugugnando sapendo di essere molto espressiva così. Il tragitto per giungere al garage è breve ed anche il successivo percorso a piedi per giungere a casa. Ti accompagna la luna,stasera smunta quasi fosse malaticcia,di quel colore molto simile all’incarnato della donna ricoverata qualche ora prima di cui non riesci a liberarti la mente, il cuore. Cammini in silenzio, in quel tacere al tuo compagno così noto che sa invalicabile perciò rispetta. Sei spossata,quasi arrabbiata pensando a quanto in università si è severi con gli studenti ritenuti sempre incapaci di stendere l’accertamento di primo e di secondo grado all’arrivo di un paziente in modo completo,soddisfacente ogni suo bisogno espresso ed inespresso mentre mai si è in grado di far fronte all’imprevisto,ovvero allo scodellarti addosso senza remore e pudore la sua verità più raggelante che ti lascia senza fiato,senza forze e senza parole: “Ecco vede? Non ho più sensibilità in questo braccio,in pochi giorni ho perso forza notevolmente ed ho dolore dappertutto se appena giro la testa,non riesco ad alzarmi da sola dal letto,ho bisogno che qualcuno mi regga la testa e mi prenda proprio alla base del collo perché le spalle mi fanno troppo male,ahi!,mica me l’aspettavo questo ricovero,uffa,sono stata dimessa solo cinque giorni fa! Mio marito non vuole partire,viaggia per lavoro, ma io gli ho detto “parti, in fondo non vai tanto lontano,se succede il peggio ti chiamiamo”perché stamattina la mia dottoressa mi ha detto che la malattia progredisce,cioè il mio mieloma è fuori controllo,non c’è più niente da fare e vede,io questo braccio che non funziona,insomma, io avrei ancora un mucchio di cose da fare…io vorrei scrivere delle cose mie intime ai miei figli per ‘il dopo’ e adesso non riuscirò più!?!” Ti rivedi ferma accanto al suo letto,travolta da richieste per le quali ogni risposta ti pare palliativa,rivaluti l’unico gesto di cui sei stata capace,sfiorarle il braccio in una carezza e cerchi di dare il giusto significato al suo “grazie” e ti consoli di non aver avuto al tuo fianco lo studente al quale,sei sicura, non saresti stata in grado né di spiegare,né di insegnare nessun protocollo. Evviva la verità. Evviva la capacità di informare il paziente della sua sorte, evviva Pilato,unico personaggio che ti viene alla mente mentre aspetti l’ascensore. Avverti il calore del corpo del tuo compagno ed il suo ritmico respiro risvegliandoti di soprassalto nel cuore della notte con quel tormento nella mente che pensavi di aver deposto, “...scrivere ai miei figli le mie cose intime per ‘ il dopo’..”, riprendi fiato ma,non riesci a cancellare quella voce impressa nel tuo cervello che ripete,ripete quasi fosse un ritornello : ‘ il dopo’, ‘il dopo’, ‘il dopo’… Fra qualche ora sai che la rivedrai,sarai al suo fianco; provi ad immaginare cos’altro ti riverserà addosso, tenti di elaborare possibili risposte a quesiti possibili,ti scappa di proporti di pensarci dopo e ti irrigidisci: il tuo ‘dopo’ è già oggi.

08 settembre 2014

ASTRI...

la luna accomiatato il sole s'appropriò del cielo, il sole poi sorse imitando il gioco dell'astro scalzato...

02 settembre 2014

TAPPETO

Nuovo tappeto d'autunno l'annuncio/ onora il mio passo/ lasciando del sole trapelare uno sprazzo./ Saltello,ora re dello scacco/ poi della dama la dama/ per non stropicciare la splendida trama...

01 settembre 2014

SOTTOBOSCO VERTICALE

I funghetti si passarono voce di un'incredibile idea del solito uomo ardito secondo cui in città era stato creato un bosco verticale per ornare una casa alta,alta come una torre.Non riuscendo ad immaginare come potesse vivere un bosco verticale e ,soprattutto,non riuscendo ad immaginare come si sentissero i singoli alberi piazzati uno qua ed uno là,uno po' più in su,uno po' più in giù, incontrato un tronco malconcio,triste e solitario lungo un vialetto nascosto di città,gli proposero l' esperimento: il tronco fu la torre ed i funghetti vi si disposero in un sottobosco verticale!
Risero tutti divertiti:gli adulti funghetti per quella assurda novità,i giovani per la fatica di quella strana arrampicata per guadagnare la posizione più in alto e la torre,pardon il tronco,per l'imprevisto solletico che le procurava un tantino di frenesia.Non osavano dirselo ad alta voce ma,in fondo,tutti coscienti della breve vita in loro sorte,funghi e tronco sognavano soltanto di poter godere sino all'ultimo dell'inattesa avventura proprio come pensavano sognassero quei poveri alberi costretti ad abbellire una torre senza vita propria ma,solo riflessa dai suoi abitanti,non sempre felici per dire il vero. Trascorsero invece solo un giorno ed una notte prima che l'avido uomo s'accorgesse di quel tronco, da lui decapitato, tornato a nuova vita in un connubio poco avvezzo al clima urbano:tanta grazia per un buon risotto non sfuggì a lesta mano e rapace occhio! A nulla valsero le urla di protesta e l'immediato allarme al tocco di quelle disumane dita che fine posero alla avventura ardita! Oggi,un timido superstite invia ovunque spore per avvisar innocenti funghi a non abbandonar il sottobosco un po' nascosto ed orizzontale lontan dall'ingordo uomo di cibo salutare.

CON TE

Non poteva non renderti omaggio! Sfuggì alla sorveglianza delle nuvole in gruppo e,rivestite le sembianze di un angelo, venne a te in un ultimo,dolce saluto prima che il tramonto spegnesse la sua luce. Ero io,una volta ancora sulle tue sponde ad inebriarmi della tua bellezza, a rivestirmi d'eterno e d'infinito in intima confidenza col nostro Creatore.

27 agosto 2014

OCCHI AZZURRI,SORRISO ACCOGLIENTE

Nel tuo passo incerto,nel tuo lento avanzare verso me così simile a quello di mia madre appena lasciata nella residenza "casa di riposo" rivivo gli anni della nostra conoscenza.Di te non ricordo il nome,non so neppure il soprannome con cui si distingue la tua famiglia da altre omonime ma l'azzurro dei tuoi occhi ancora vispi ed il sorriso accogliente mi mettono a mio agio mentre rivivo i momenti d'incontro nella bottega a cui facevamo riferimento anni or sono. "Come sta tua mamma,Tiziana?" mi chiedi mentre ci fermiamo una di fronte all'altra ed io mi sorprendo,in silenzio,del tuo ricordare il mio nome,la mia mamma.Chiacchieriamo lì,sul ciglio della strada mentre un raggio di sole,presenza quanto mai rara, si rispecchia nel tuo volto così sereno,così affettuoso.Mentre sto per allontanarmi,allunghi la mano e mi porgi tre quadrifoglio che hai raccolti poco prima, me li regali senza nemmeno porti il problema se abbiano per me lo stesso significato di porta fortuna che hanno per te.No,io non credo al loro portar fortuna ma,ora te lo svelo,quel tuo semplice gesto,quel tuo chiamarmi per nome mi portano giorno dopo giorno il calore dell'appartenenza ad una comunità a cui io mi sento profondamente legata e di cui non ho mai avuto completamente la certezza di far parte.Grazie,mia cara amica dagli occhi azzurri ed il sorriso accogliente!

26 agosto 2014

LO STREGONE DEL BOSCO

Lo stregone del bosco convocò tutti i suoi conterranei e diede inizio al rito propiziatorio,chiamò a testimone lo spirito dell'aria e delle nuvole del cielo , di tutti gli uccelli e degli scoiattoli,delle volpi e delle lepri affinché tutti sapessero della prossima discesa in campo di tutte le selve stanche degli oltraggi perpetrate dagli uomini costantemente.Gli uomini risero divertiti al rumore per loro confuso proveniente dal monte,carri e cavalli erano pronti per l'assalto al bosco per il taglio di tronchi,per la caccia a tutti gli animali, da sempre avendo negato ad ognuno di essi intelligenza e sensibilità e,una volta ancora convinti di essere nel giusto. Avvantaggiato dal non essere capito,lo stregone ebbe modo di dare il segnale d'attacco e tutte le selve risposero compatte all’ordine impartito. Agli uomini quelli sembrarono giorni come tutti gli altri,tagliarono legna e cacciarono selvaggina,si prepararono le riserve per l’inverno .Giunse infatti la stagione fredda,fu necessario accendere i camini ed imbandire la tavola con la cacciagione e,quegli uomini,impallidirono: la legna non scaldava e le carni erano amare! Alzarono lo sguardo al monte ed ecco che lo stregone con i suoi consiglieri era ancora lì,pronto a ciò che l’uomo ancora non immaginava…

22 agosto 2014

I GIOCHI DELLA VITA

Gioca la vita fra giochi e giocattoli, ogni età invidia quelli dell'altra, solo l'ultima se n'accorge e silenziosamente rimpiange.

DUE VERSI D'AGOSTO...

l'ua la verolea come la to vita: i vendemarà el grap maur, El vendemarà i to dì rivai a la fin
Ti poli imbragar el zhoc, i ram, ma le foie, co lé la so ora, le te scampa. Alora te le vardi e te te domandi se, par caso, no ghe sie anca 'n fruto.

NEL CIELO D'AGOSTO

il cielo incredulo afferrò il binocolo per accertarsi del mio arrivo ,avvertì la luna che corse a salutarmi. L'ammirai, per la prima volta mi trovò sola
e pianse le mie stesse lacrime
Il cavallo,sentito dir che satellite ferruginoso volea del palio del cielo essere patron,s'imbizzarrì seduta stante,scalzato fantin dal groppo, per dimostrar al mondo sua protesta si scattò un selfie...
Mi riposerò trovando alloggio fra nuvole e sole,nella gioia dell'esser più accanto al mio Signore che delle sue bellezze mi farà scoprire ogni mistero. Sereno sarà il mio sonno e dolce il mio risveglio.

20 agosto 2014

INVENTIAMOCI UNA FAVOLA

I
folletti felici incontrarono gli gnomi,imbandirono un golosissimo pranzo e rinsaldarono l'amicizia con danze e canti. Il fumo degli arrosti si mescolò col loro fiato reso velo dal bosco inumidito delle loro libagioni ed avvolse la manciata di case abbarbicata sul colle:mentre i giovani sbuffavano stanchi del maltempo,la vecchia signora padrona del monte sorrideva sorniona sapendo i segreti del bosco.I paesani del borgo guardarono stupiti quel che appariva come creatura sconosciuta mentre i bimbi fra le loro braccia cercavano con le manine di acchiappare un lembo del velo sapendo del gioco di gnomi e folletti...

18 agosto 2014

SOLITUDINE

Suonò con tutta la sua forza la campana dall’alto il mezzogiorno, là più in basso ,radicate fra la stradina sconosciuta, le antiche case si scossero e scricchiolarono i gradini frettolosi nell’assestarsi per sopportare il peso d’una masnada di ragazzini vocianti e dei loro genitori e nonni borbottoni con la pancia rumoreggiante, implorante polenta: presto il profumo del semplice cibo si sarebbe diffuso nelle stanze,la donna avrebbe aperto gli scuri invitando alla povera tavola imbandita. Le assi di legno dei pavimenti si tirarono a lustro già sapendo del terriccio e delle foglie secche con cui sarebbero state incrostate,nessuno sapeva che il loro era incontro d’amore,sotterfugio di decenni perpetrato nella quotidianità.Il sole era già lì,bello in vista,pronto a festeggiare con tutti loro,le vacche nella stalla attendevano il loro abbondante pasto di fieno fresco,sarebbe stato latte nutriente la sera.Giunse il rintocco della mezza dall’orologio del campanile mentre il profondo silenzio piombava improvviso fra gli scalini delusi,le assi traditei,gli scuri chiusi:nessun bimbo,nessun nonno vociarono festanti incuranti di scricchiolii e sospiri d’amore! Immobili,impietrite,le case non ressero il dolore e le scale, le assi,si lasciarono scivolare nell’inerzia deprimente che neppure lo sguardo d’affetto d’un passante poté lenire.

17 agosto 2014

SCORCI D'ESTATE

s'alzò in volo,al fine, col mastodontico cargo temuto dagli uomini....
silenzioso il vento ha mietuto le sue vittime,impietoso ha spogliato le rose uniche custodi della casa dell'anziana loro amica
per un attimo il cielo scostò la tenda...
si improvvisarono paracadute,le nuvole si fecero diffidenti e scelsero di allontanarsi...
si scelsero vicendevolmente: gli uni innegiarono al bianco che più bianco non si può, le altre si fecero spumeggianti ed avvolgenti in un abbraccio spericolato .Anche il cielo adottò le norme di sicurezza ,la nuvola in corsa per il giro del cielo indossò il caschetto aerodinamico