31 luglio 2012

invito ad essere protagonisti della poesia

cielo

UN PAIO DI PANINI AL CATALESSO SULL'ORLO DEL BARATTOLO

Un paio di panini al catalesso sull’orlo del barattolo...




"Scusi, se le ho chiesto "un paio di panini" perchè me ne sta mettendo tre nel sacchetto?

"Un paio di panini o tre son lo stesso"

"No,scusi, a casa mia un paio di panini son due"

"...Possono essere anche tre".

Mio caro cornelio, è cominciata così, ieri, la mia giornata fra il popolo frequentatore di una coop milanese (quella di via palmanova,per essere precisi): per educazione non ho chiesto se il suo, quello della commessa,fosse un problema matematico o di lingua italiana perchè, in entrambi i casi,la mia sconfitta era tangibile,appiccicata ai miei abiti come il puzzo di fumo delle sigarette aspirate dai miei colleghi nella cucina dell'ospedale.

Con mio marito ho vagliato e rivagliato la condizione intellettuale che spadroneggia la nostra nazione, non che noi si sia dei geni ma, a dirla fra noi, mio caro amico, ci manca un po' la nostra "italianità" fatta di vernacoli a volte incomprensibili per chi vien da altro regno, perdono,da altra regione (lasciamo stare le provincie per non sollevare polveroni ulteriori! Scusi la curiosità: sto voler a tutti i costi costruire l'Europa unita non le ricorda la fatica del costruire l'unità d'Italia? io son curiosa di veder chi pronuncerà il fatidico "obbedisco"!): ancora adesso mi succede di dovere scusarmi con chi parla il proprio dialetto,la propria lingua che si discostano da quella nazionale e non capisco, non mi appartengono, tuttavia, io so che oltre quella difficoltà vi è n comune sentire di essere italiani e di non esserlo contemporaneamente che ci rende simili e reciprocamente simpatici.

Come si dice, mio caro Cornelio? Quando si comincia poi ne van dietro altre? E' proprio vero che i detti popolani non sbagliano mai! Cambiato lo scenario, ancora me, eccomi lì, incapace di tener la lingua fra i denti, a protestare ! "Ma no!! Non si dice così!!"

"No??? E allora come lo diresti??? Di colpo si è bloccato e non camminava più! Non è catalesso?"

Benedetto Madagascar dalle splendide spiagge e dall'ottimo cacao le cui lingue indigene non prevedono distinzione fra maschile e femminile (così sono stata erudita)! Sicuramente è colpa dell'influenza francofona se ieri, una sua simpaticissima rappresentante è riuscita a dare una spiegazione scientifica di tale portata!

Insomma, alla fine sono scoppiata a ridere perchè più che "catalesso", a quel punto, io lo avrei definito "catarrosto", alla malora la compostezza professionale, in fondo siamo a fine luglio, tutti ( o quasi) sono in ferie mentre noi siam qui al lavoro!

Cornelio, non si scandalizzi,la prego! Da quel momento è stato uno scatenarsi di antiche memorie degli strafalcioni più meritevoli...Dante si rigiri pure nella tomba e Leopardi si distragga con la sua luna...sino alla splendida conclusione di giornata:

"Se sapesse, mi sento sull'orlo di un barattolo!"

E, secondo lei, mio caro Cornelio, potevo io non commentare?

"speriamo sia un barattolo di piselli...tuffarcisi dentro va bene per tutti!!"

A presto, mio paziente amico! Fra poco lascio casa per recarmi al lavoro...Come dice? "Speriamo bene!?!"

Già...! Condivido! Speriamo bene! tz

EGREGIO DR.PISAPIA

Egregio dr.Pisapia,


non sono una abituale frequentatrice del centro della nostra città, il mio lavoro spesso mi taglia le gambe e, a turno concluso,le passeggiate tanto desiderate e programmate di buon mattino rimangono disattese, perciò quelle rare volte che vi giungo,salendo le scale che dal metrò mi portano quasi in braccio al duomo mi chiedo sempre: chissà cosa ci sarà di nuovo? Oggi pomeriggi......o, le scale le ho salite in compagnia di un nugolo di turisti, più o meno vestiti secondo la loro cultura, ai quali fra me e me raccontavo " adesso vedrete davvero qualcosa di bello" e sinceramente ero fiera di essere milanese, con le mie origini bellunesi, con tante splendide storie da raccontare a chi non le conosce della nostra città.Immagino che anche lei,dr.Pisapia,abbia di che raccontare della nostra splendida Milano e sono certa di non sorprenderla parlandole di barboni sdraiati su sudici cartoni,coperti di stracci (davvero eroici,con il caldo di oggi!) alloggiati lungo le vetrine de La Rinascente ,incuranti dei passanti che si fermavano ad osservare. Forse il signore sul marciapiede di fronte che, vestito di tutto punto e perfettamente immobile se ne stava lì cercando di attirare l'attenzione e la generosità dei passanti li avrà considerati dei perfidi e sleali concorrenti; forse i passanti (moltissimi stranieri) si saranno chiesti se fosse in corso una sfida fra quelli sdraiati e quell'uomo sull'altro marciapiede sempre in piedi a chi resisteva di più nella propria posizione, certo è che noi milanesi, consci dei diversi ruoli di quegli inattesi protagonisti del nostro lussuosissmo centro città, non abbiamo pensato un gran bene di chi si occupa del governo urbano. C'è mancato poco, dr Pisapia, che andassi dagli addormentati a risvegliarli,mi creda! E avrei avuto da dire qualcosa anche ai carabinieri motociclisti proprio lì di fronte e di fianco a cotanti attori che,non preoccupandosi minimamente di quanto era sotto i loro occhi,si destreggiavano abilmente fra moto e caschi in cerca di sguardi d'ammirazione da parte delle giovani belle ragazze di passaggio.Dr.Pisapia,ora debbo salutarla perchè il lavoro mi attende ma, prima di andarmene, mi permetta di condividere con lei una riflessione: quei carabinieri, a fine turno, non dovevano rendere conto del loro lavoro svolto? Sa,sto pensando alle consegne che,anni e anni fa, si potevano leggere su i quadernoni delle allora infermiere: "niente da segnalare". Fa niente se, a voce, poi avevano da raccontarne di cotte e di crude...verba volant,scripta manent...Che tristezza,dr.Pisapia, vivere la mortificazione di mettere a nudo la mia città così! Lei non si sente mortificato? Faccia due passi in incognito,senza scorta e poi ci racconti! buona serata! tz

milano.18 luglio 2012



15 luglio 2012

MILANO AMAREGGIATA

"Milano amareggiata


i mei anni mi permettono di ricordare numerose battaglie affrontate e vinte dai milanesi in situazioni di pericolo per i giovani e per i meno giovani,soprattutto nelle periferie.Certo, le manifestazioni più clamorose ved...evano le vie del centro quali palcoscenico d'elezione poi,però,quando il silenzio calava inevitabilmente su quella o quell'altra manifestazione, rimaneva sempre il quotidiano combattimento silenzioso e tacitato di chi col problema faceva i conti ogni giorno.Ricordo particolarmente il degrado del Parco Lambro,anni 70, forse perchè ritenevo quasi un'offesa personale sentirlo citare sempre per spaccio e consumo di droga con tutti gli annessi e connessi ( nel significato intrinseco,non inquinato dal linguaggio tecnco informatico) mentre nella mia mente era l'ambiente naturale delle mie corse in bici,dei giochi con tutte le mie amiche ed il momento di relax delle nostre mamme che intrecciavano chiacchierate con i loro lavori a maglia,uncinetto,di ricamo: sulla mia pelle ho vissuto il dramma delle tentazioni e delle assuefazioni a consumi devastanti, delle proteste dei cittadini e della bonifica di quel vecchio,verde polmone cittadino. Vedo e seguo,giorno dopo giorno, il degrado di via Padova eletta ad una delle principali arterie (lascio questo termine anche se ha davvero del provocatorio) Lombarde per lo spaccio di sostanze stupefacenti e non posso non pensare a tutte le famiglie che dovranno affrontare il problema e le relative sofferenze , non posso non ricordare i momenti di imbarazzo quando i pusher oltrepassano i cancelli dell'ospedale poco distante e distribuiscono il loro "bene" a pazienti ,incuranti dei presenti e straffottenti ben sapendo che nessuno osa opporsi a loro per semplice istinto di sopravvivenza,la propria. Ecco: credo che la mia incapacità di dimenticare, la mia impossibilità di non pensare mi portino oggi a sussultare ed a rifiutare il ritorno ai vecchi tempi perciò denuncio lo spaccio di stupefacenti in pieno giorno, oggi sotto i miei occhi e sotto lo sguardo di mio marito e di altri passanti, in viale don Orione,trasversale di via Padova.Sarà pur vero che i militari hanno altro a cui pensare, che la polizia di stato ed i carabinieri non possono arrivare ovunque tuttavia, dr.Pisapia, la Milano che percorro ogni giorno (spesso in macchina perchè quando finisco il turno alle ore 22.00 o vado a far notte nessuno mi garantisce una tranquilla camminata lungo via padova e le vie interne che mi portano da casa al luogo di lavoro o viceversa) è Milano umiliata ed amareggiata."tz



LAVAVETRI

" Lavavetri




Finalmente! Per giorni mi sono mossa spiando e controllando, in giorni ed in orari diversi, se si fosse al fine lasciato andare a vogliose, dolci tentazioni: niente! Non volendo offrire il fianco, il mio fianco, alle solite,seppur obsolete, battutacce ironico - sagaci, per settimane mi son dovuta aggirare nelle vicinanze con fare noncurante, fingendo di spolverare suppellettili o di lucidare argenterie ma,tenendo ben d'occhio il preziosissimo oggetto dei desideri riposto in un angolo remoto perché non suscitasse improvvisi impulsi goderecci: da parte sua,del critico osservatore dei miei comportamenti,neppure un cenno di cedimento! La scorsa notte ho dormito male,turbata da sogni che altro non erano se non il ripercorrere passaggi del mio lavoro del pomeriggio precedente, brutta faccenda il portarsi a letto il lavoro!, trovando pace in un sogno vero e quanto mai scanzonato solo all'alba sì da svegliarmi un tantino frastornata a tg5 già iniziato: trangugiate le notizie, mi sono avviata a più consona colazione, incapace di prevedere l'evento. Se ne stava lì seduto a tavola, bello tranquillo e serafico, il mio compagno di sempre,seminudo causa la calura del giorno prima ( stamane a Milano si gode di un’ ottima frescura estiva), caffè e latte a scaldare sui fornelli, pane,biscotti,fette biscottate ben disposti sul piatto di portata e lì, proprio in mezzo, ecco che emergeva l'oggetto prezioso a cui,oggi, nemmeno pensavo di riconoscere reverenza! Grande,etichettato,colorato,intonso! Non ho chiesto se per mancanza di tempo o per sottile,ironica perversione non fosse stato ancora violentato,tant'è! Mi son goduta persino il fruscio del tappo che ,afferrato con mano decisa,nell'abbandonare il corpo di cui era guardiano trascinava con sè il sottile foglio d'alluminio,sigillo di tanta leccornia! "Ne vuoi un po'?", fu la classica domanda mentre l’apposita spatola affondava nella superficie morbida.

"No,grazie", risposi prontamente nascondendo in un finto sbadiglio l'aprirsi della mia bocca già propensa a sublime degustazione.

Passarono minuti scanditi dall'immergersi della piccola spatola,dal suo riemergere dal barattolo carica di crema, dalla sapiente ed attenta spalmatura su piccole fette di pane. delizia per il palato altrui.

"Sicura?" chiese, "sicura" risposi.

Sinceramente avrei voluto resistere ma,come si fa a sprecare tanto ben e buon di Dio? Non potevo permettere di certo alcuno spreco! Il mio compagno,tanto bravo è nello spalmare quanto incapace è di non lasciare crema appiccicata al vetro in notevole quantità che,lasciata lì si rovinerebbe di sicuro perdendo di gusto quindi..mi lasciai sopraffare dalla mia indole di lavavetri ed entrai in azione: con delicatezza mi impossessai del barattolo e con gran delicatezza,alternando un dito all'altro a seconda della profondità dell'area vitrea da ripulire, ridonai trasparenza al vetro e solleticai le mie papille gustative già in festa.

Finalmente s'era deciso! L'onore di aprire il barattolo io lo lascio sempre a lui, il mio amato compagno; le pulizie le riservo sempre a me,come è giusto che sia, donna di casa; che colpa ne ho se mi tocca far da "lavavetri"? " tz

Milano, 12 luglio 2012