08 dicembre 2020
INTERVENTO DIVINO
DICEMBRE 2020
30 novembre 2020
11 novembre 2020
10 novembre 2020
28 ottobre 2020
MILANO IN COVID D'AUTUNNO
24 ottobre 2020
20 ottobre 2020
15 ottobre 2020
ANNUNCIO FUNEREO SENZA IL MORTO. APPARENTEMENTE
Eccomi qui, caro presidente Conte, a far di conto personalmente con il suo ultimo DPCM e la Sua scelta confermata di lasciare ai dirigenti delle case di riposo, RSA ed altri cronicari di decidere le norme inerenti alle visite parentali. A lei di certo poco importa il mio travaglio, chissà se mai lo leggerà ma, se un tempo si affidava un messaggio ad una bottiglia in mare, poi a un palloncino nell'aria, io confido ora nel web, sperando nella curiosità bonaria di qualche lettore.
I contagi aumentano: vero. Alcune strutture per anziani tornano a denunciare casi di contagio e decessi: vero.
Ci sono strutture che hanno superato la fase invernale/primaverile senza alcun caso covid, tipo la struttura in cui vive mia mamma; ho riconosciuto e ringraziato tutti gli operatori per il loro impegno.
Ho combattuto con tutte le mie forze perchè potessimo incontrare i nostri familiari all'aperto almeno nei mesi estivi, sempre adottando tutte le precauzioni indicate, sollecitando la restia dirigenza timorosa di eventuali denunce qualora si fosse ammalato anche un solo ospite. E' andato tutto bene, siamo riusciti a portare i nostri anziani che lo desideravano anche a fare un giretto per il paese. Nei piccoli centri, soprattutto se lì si hanno le proprie radici, ci si conosce tutti e rivedersi anche a distanza di qualche metro, scambiare due chiacchiere è un ristoro senza pari per lo spirito.
In fondo, i nostri anziani sono stati fortunati: ci sono strutture i cui cancelli sono fermamente chiusi dallo scorso marzo!
La fortuna, si sa, è molto labile e svanisce in un lampo. Alle 18.30 ecco il comunicato WhatsApp::
" sono da considerarsi annullate tutte le visite prenotate a partire da domani..."
Egoisticamente penso a mia mamma ma, non dimentico le altre ospiti che mi conoscono da quando sono nata. Età media: anni 90.
Posso vederle anche ora con gli occhi del cuore nelle loro camerette, posso udire i loro discorsi nel vernacolo che anch'io amo, posso scorgere le loro rughe accentuarsi nella sofferenza fisica e sento le loro lacrime scorrere mentre ricordano i loro figli, nipoti lontani, emigrati ovunque nel mondo.
Penso alla speranza di mia mamma di rivedermi fra qualche giorno, prospettiva per sua stessa amissione che la incoraggia a vivere i giorni difficili, speranza condivisa con tutti coloro i quali hanno ancora vivace memoria e volontà, desiderio dei loro di casa al loro fianco, anche se per pochi minuti.
Da domani mi diranno che mia mamma sta bene, che mia mamma è viva. Io al telefono ascolterò ciò che lei non dirà verbalmente e la psicologa negherà anche a se stessa:
I giorni di vita non sono "la vita".
Come me, tanti altri familiari dovranno ringraziare, lo faremo volentieri, tutti gli operatori che si prenderanno cura dei nostri nonni. Dobbiamo fidarci di loro e affidare loro chi abbiamo di più caro al mondo, impossibilitati a verificare la realtà.
Di che dobbiamo lamentarci? Sono garantiti pasti caldi, letti comodi, igiene accurata, cure infermieristiche e mediche. Pazienza se hanno un'anima a cui nessuno dà nutrimento! Anche un prete non è covid esente.
Giorni fa sono tornata a salutare i miei colleghi, medici e infermieri, con cui ho lavorato sino allo scorso 31 marzo. (Reparto malattie infettive/ covid. Sì, io ho vissuto sulla mia pelle, sono infermiera, con tutti loro il periodo più difficile e, non volevo crederlo nemmeno io, col mio medico di base la scorsa settimana abbiamo verificato che ne porto ancora qualche segno.).
I miei colleghi hanno stilato un protocollo per consentire le visite di un familiare per i pazienti particolarmente fragili.
Presidente, i miei colleghi sono riusciti a stilare un protocollo per le visite parenti in un reparto ospedaliero covid!
Siamo sempre stati bravi, sono felice di sapere che imperterriti continuano nel loro impegno professionale con l'umanità che ci ha sempre caratterizzati ma, questa loro capacità mi porta a chiedermi:
perchè non si possono stilare dei protocolli anche nelle strutture per anziani?
Ci sono uomini che nel ruolo dirigenziale, sotto le mentite spoglie del garantire il benessere dei loro assistiti, uccidono il loro intimo. Egoismo rivestito di altruismo. D'altro canto: perchè rischiare una denuncia nel caso si manifesti qualche contagio, nell'attualità assente?
Si cura l'involucro, non il contenuto. Si chiudono le porte per prolungare i giorni di vita, si nega o non si considera la sofferenza interiore. Oh certo! La tecnologia soccorre tutti! Sono concesse videochiamate e telefonate, attività ludiche e supporto psicologico ma, i giorni scorrono e a disposizione ve ne sono sempre meno e il traguardo è sempre più prossimo!
Non ho festeggiato il 94 genetliaco di mia mamma causa covid, si vocifera che non si festeggerà nemmeno il prossimo Natale..
.Scusi Presidente, lei ama la vita?
09 ottobre 2020
04 ottobre 2020
FESTA DEI NONNI 2020
Per gli altri nonni,
quelli dalle cui braccia
il perfido covid ruba l’abbraccio,
per i nonni indottrinati a considerare
pillole mortifere i baci,
obbligati a medicine salvavita
di una vita che a loro non appartiene
nemmeno per una preghiera in chiesa,
richiusi in loro stessi
a chiedersi che giorno sia,
se siano sogni i loro,
popolati da figli e nipoti,
alla ricerca di chi abbia rubato loro ogni ricordo,
depredati di ogni desiderio
se non di morire al più presto,
per loro
NOI CI SIAMO.
17 settembre 2020
FACCIAMO LA FESTA AI NOSTRI NONNI
Non ricordo chi abbia istituito la Festa dei Nonni e non sono nemmeno sicura di ricordare la data esatta: 2 ottobre. A conclusione di un'estate in cui il Covid-19 l'ha fatta da padrone, in cui la caccia all'untore non è mai venuta meno e, di volta in volta, si sono designate le "categorie" di persone più a rischio,mi chiedo quali onori si renderanno ai nostri nonni, "categoria" a rischio conclamato.
Preservare i nonni dal covid-19 privandoli delle visite e degli abbracci dei loro nipoti, significa accusare i pargoli quali untori, creature mortifere.
Fra nonni e nipoti ci siamo noi, figli-genitori turbati, credo, dal terribile dilemma: preservo la vita o concedo baci ed abbracci?
Se, per chi ha la possibilità di vivere fra le proprie quattro mura, il comportamento è affar proprio, per i nonni costretti alla vita comunitaria l'esistenza ora è obbedienza, sottomissione alle decisioni imposte da altri. Linee guida, protocolli, regolamenti si susseguono impietosi: mai la scienza medica è stata "scienza esatta" come in questo periodo e tutti hanno una sua profonda conoscenza.
Non importa se la medicina non è una scienza esatta, mai, se la scienza si fa comprendere solo da chi la studia.
Vi sono dirigenti di RSA che possono appuntarsi sul bavero della giacca la coccarda del "covid free": tutti i nonni vivi e vegeti.
Vivi. Davvero? Cosa significa "vivere" per loro? Se lo si chiede loro, si scopre la loro determinata, chiara concezione della vita
Chi entra in gioco nel decidere cosa debba essere la loro vita, siamo anche noi loro figli; sorrido al pensare quanto l'educazione, i tratti genetici trasmessici da loro , oggi siano decisivi per la completezza della loro esistenza.
Come se non bastassero le diatribe consuete, il Covid serpeggia astutamente nei pensieri di ognuno di noi dirigendo anche i sentimenti e fomenta la contesa fra i figli dei "nonni": chi li vuole al riparo, rinchiusi fra quattro mura; chi li vuole almeno al sole, seppur con la mascherina.
Non basta: ora ci si guarda in cagnesco, fra figli, temendo che chi porta i nonni al sole ne faccia degli untori per i loro al riparo.
Tutti sappiamo di essere "scientificamente" nel giusto: Nel frattempo i nostri amati nonni subiscono.
Quale scienziato vincerà?
In tanto, i giorni di vita terrena diminuiscono per tutti.
Ricordo con piacere un'espressione apparentemente sacrilega di un mio amico: "Io prego il Signore che mi faccia morire sano". E tutti sappiamo che la salute è il soddisfacimento di un perfetto equilibrio socio-psico-fisico
Quante volte ci diciamo che gradiremmo evitare la sofferenza, che vorremmo morire velocemente e il più possibile in modo indolore!?! Dovremmo essere così generosi anche nei confronti dei nostri nonni.
Non aspettiamo di ritrovarci a rimpiangere gli abbracci sottratti negli ultimi istanti di vita, a lagnarci di non essere stati loro accanto nel momento del distacco perchè costretti a farlo dalle linee guida, dai protocolli e dai regolamenti; festeggiamo i nostri nonni oggi, domani e per quanti altri giorni il Signore concederà!
La vita appartiene a Dio, al Signore a cui continuiamo negare celebrazioni di lode e di fede tanto care ai nostri nonni costretti ad arrangiarsi come meglio possono per mantenere viva la loro fede da sé. Nemmeno fossero perseguitati.
Chiediamo al Signore il dono dell'intelligenza per amministrare la nostra e la loro permanenza terrena con il Suo aiuto, con la sobrietà di chi mette in pratica la fede proclamata, insegnando ai nostri fanciulli l'amore incondizionato, semplice e innocente che loro solo sanno donare
12 settembre 2020
"SARAI SALVATO TU E LA CASA TUA"
Nel libro degli Atti degli Apostoli, che forma con altri 65 libri la Bibbia nella versione dei Settanta, si legge : "Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e tutta la tua casa" (capitolo !6:31).
Per noi, che abbiamo scelto di rispondere alla chiamata di Gesù a dispetto della tradizione a cui fummo indottrinati, è una delle promesse fondamentali di cui attendiamo la realizzazione mentre osserviamo e preghiamo per i nostri familiari ancora lontani dalla esperienza personale di fede.
Personalmente, mi succede di guardare ai nuclei familiari tutti uniti nell'amore di Dio e impegnati nel servire l'Eterno con una "benevole invidia", domandandomi cosa stia io sbagliando poiché ancora la mia famiglia non compie un passo di fede definitivo in Gesù.
Nei momenti di maggiore amarezza, il Signore mi soccorre ricordandomi non solo il testo riportato negli Atti degli apostoli ma, soprattutto, ricordandomi la Sua fedeltà nelle tantissime situazioni, meglio in tutte le situazioni difficili affrontate con il Suo intervento. Il Signore non mi ha mai tradita abbandonandomi nei miei guai o lasciandomi sola. Sono certa non verrà meno e non tradirà la Sua promessa per la mia famiglia.
La considerazione emergente nei miei pensieri di questi ultimi giorni, riguarda la famiglia di Gesù.
Anche nella Sua, vi erano membri non credenti: alcuni suoi fratelli.
Siamo soliti dire che non vi sia difficoltà che il Signore non abbia vissuto prima di noi: non sarebbe così se nella Sua famiglia tutto fosse "filato liscio"!
Gesù sa e comprende chi ripone la sua fiducia in Lui, crede e vive mettendo in pratica la Sua parola mentre il resto della famiglia appare disinteressata e lontana da Lui. Conosce ogni travaglio, ogni scoraggiamento, la fatica e le lacrime versate di fronte a percorsi nel peccato in cui si ostinano i familiari.
Il Signore ha donato a tutti gli uomini un'arma infallibile: la preghiera. Nella preghiera comunichiamo personalmente con Lui e riceviamo risposte personali e riservate atte a realizzare le promesse che Egli ci fa.
Dobbiamo solo credere in Lui e aspettare i Suoi tempi perchè le promesse diventino realtà.
Anche nella nostra famiglia.
A Dio sia la gloria!
10 settembre 2020
07 settembre 2020
LA VISITA
Fra qualche giorno ti rivedrò, mamma.
Alzo gli occhi al cielo mentre mi cadono le braccia leggendo le rigide condizioni dettate per l’incontro. Dopo cinque mesi non potrai sfiorarmi, non mi lascerò convincere alla trasgressione per un furtivo bacio.
Mi vergogno del mio lamentarmi, rivivendo i giorni in ospedale “ covid” carichi del dolore dei figli che non hanno potuto abbracciare il loro padre, la loro madre nemmeno per l’ultima volta.
Lo so: ascolterò le tue proteste, non potrò contraddirti, non potrò condividere quel che improvviso mi assale perché non so dimenticare.
Mamma, tu non sai ed io so quale privilegio abbiamo nel rivederci. Anche senza abbracci, anche con la fame di un bacio.
Riuscirò a nasconderti l’anima mia travagliata che ancora versa lacrime, ancora non cancella le grida di disperazione di mamme consce del loro incipiente morire, la pacata richiesta di aiuto di padri dal fiato sempre più corto?
In altri tempi, sorprendendomi mentre piangevo la morte di una paziente mi dicesti : “ piandi co mor to mare”( piangi quando muore tua madre); mamma, non sono mai riuscita ad obbedirti.
Torno a te dopo che troppe volte mi sono chinata su un corpo esanime, ho ricomposto corpi senza più vita, ho trascorso ore abbracciando e incoraggiando nelle lunghe notti chi da solo non riusciva a stare.
Tu mi chiederai qualche novità e io non ne avrò. Guarderemo insieme il profilo delle nostre montagne, mi lascerò conquistare una volta ancora dal tuo vernacolo e nel profilo dell’orizzonte riverserò ogni mio ricordo, ogni ultima parola ascoltata e pronunciata.
Sono ancora lì, fra quelle quattro mura di ospedale.
Staremo insieme o meglio, ci vedremo per poco meno di trenta minuti.
Non dovrò dirtelo, lo so; tu capirai da sola che non saremo mai state sole.
“Io sto morendo, io sto morendo!”
Busto eretto nonostante le contenzioni ai polsi, a mani libere ti saresti rimossa l’ennesimo catetere venoso periferico e e il tuo patrimonio venoso era ormai irrimediabilmente rovinato, mascherina per l’ossigeno terapia scivolata sul petto, occhi sbarrati alla ricerca di un viso noto nella solitudine della tua stanza singola, letto completamente sfatto, non smettevi di gridare il tuo sentire. La terapia sedativa non aveva l’effetto sperato. La tua inquietudine notturna era nota, segnalata nel passaggio di consegne al cambio turno fra infermieri.
“Io sto morendo, io sto morendooo!” e noi , che ancora non avevamo completato la vestizione con doppio camice, doppi guanti, doppia mascherina, cuffia, occhiali di protezione, dalla porta ti parlavamo cercando di richiamare la tua attenzione, di farti sentire la nostra presenza.
“Io sto morendoooo!” continuavi con gli occhi sbarrati in un viso irriconoscibile rispetto ai giorni del tuo arrivo in reparto. Siamo arrivate a te, finalmente. Fra un abbraccio e una carezza abbiamo riportato in posizione corretta la mascherina, riassettato il letto, riadagiato il tuo corpo contorto in posizione confortevole ,abbiamo soddisfatto il tuo bisogno di idratazione. Siamo state con te, per quanto tempo non so, ore sicuramente, sorprese del tuo repentino cambiamento, inatteso. Di te sapevamo il numero di figli, nipoti e pronipoti, avevamo apprezzato la tua grinta nel voler riacquistare la completa autonomia nonostante quella fatica, minimizzata, a respirare.
Alla quotidiana telefonata di tua figlia, un paio di giorni dopo, risposi personalmente offrendomi da darle il numero di cellulare per una video chiamata. Allora eri calma, il respiro lieve e l’espressione serena ritenevo potessero essere di consolazione per lei ma, tua figlia rifiutò dichiarando di preferire ricordarti attiva e in gamba. Non passarono che pochi minuti e il suo desiderio lo esaudisti.
Morta,sì, ma il tuo grido non vuole tacere ancora.
Gli occhi azzurri specchio di un’anima dolce e mite, la tipica parlata bergamasca secca e ruvida, quasi a contrasto con lo sguardo e le mani affusolate ben curate, una serie di patologie di cui una non più curabile per le quali non esprimevi alcun rammarico, ci avevano conquistati. Giorno dopo giorno con tutta la delicatezza di cui siamo capaci ti abbiamo guidato, sorretto nell’accettare i nostri interventi sempre più invadenti la tua intimità. Per ogni nostro gesto c’era sempre un “grazie” sincero come il tuo cuore. Non volevi mai disturbare. Volevi la verità. Cosa avessi compreso di quel farmaco iniziato da cui traevi beneficio nelle crisi peggiori di fame d’aria, non lo sappiamo. Non ne parlavi, chiedevi sempre più frequentemente di incrementare la dose come ti aveva detto il medico era possibile sapendo che in noi non avresti trovato opposizione. Con grande naturalezza tua moglie rispondeva a tutte le tue chiamate nel pieno della notte. Ho pregato per non essere io a doverti chiudere gli occhi. Il Signore è stato buono con me.
“Adesso si
sieda qui accanto a me e preghiamo insieme”.
Sbirci
l’orologio, sono le due di notte.
Oltre la
porta altri malati, di sottofondo il respiro pesante di chi sta terminando il
suo viaggio terreno, i protocolli di
isolamento droplet e contatto che consigliano una certa distanza.
Decidi: ti avvolgi nel camice protettivo, pigi
il pulsante per accendere la luce in corridoio indice della tua presenza in
quella stanza, ti siedi accanto alla tua paziente.
Quasi ti
disturba accarezzare la sua mano con la tua protetta dal doppio guanto, ti
spiace rendere più difficile da recepire il tuo sussurro causa la mascherina
ma, non puoi rischiare: ti lasci coinvolgere dalla preghiera. Sul suo viso
torna il sereno, turbato poco prima dagli incubi causati dalla terapia
antiretrovirale riesumata sperando serva, non sai come dirle che non puoi più
trattenerti lì con lei.
Le affidi
un compito: continuare la preghiera per la sua compagna di camera, nascosta
alla sua vista da un paravento, di cui sopporta il respiro greve della morte
che compie il suo lavoro. Lei accetta e tu respiri di sollievo.
Ti spogli
dei DPI, raggiungi gli altri apparentemente tranquilli nel loro sonno. Torni di
nascosto a vederla: dorme.
Si
addormenta definitivamente anche la sua vicina, la camera è avvolta da una
rispettosa quiete.
Accettare
la morte è più facile sapendo di aver fatto proprio tutto quanto è possibile
per una persona, la tua vicina di letto, che non è stata sconfitta dalla
malattia di moda , che è anche la tua ma, ha più naturalmente concluso i giorni
di vita donateli dal Signore.
Anche per te che, tornata a casa rivivi quella
situazione, seppur con l’emozione dettata dalla vita che si spegne, dalla
sofferenza di chi affronta giorni di solitudine e riflessioni riprende vigore
il tuo credo, mai nascosto e dichiari ora
più che mai fermamente: cristiana al servizio dell’uomo e operaia di Dio
Per te,
nel tuo
letto di dolore rannicchiato,
poco
fiato,
dal
medicinale assai prostrato,
io prego!
Nulla so
del tuo vissuto,
nessun
parente ho conosciuto,
della voce
sol riconosco il tono
al tuo
fianco giunta
allor che
sei in collegamento
ma,
dello
strazio che vi unisce di nascosto,
io
condivido il cordoglio.
Prego
quando meno te lo aspetti,
sul tavolo
in cucina,
dentro il
bagno,
ormai a
letto,
tu non
lasci il mio intelletto.
Prego,
sai,
non per il
giorno odierno
ma, per il
tuo futuro eterno.
Dicon non
sia più di moda,
or è vita
e non una volta morto
ma,
io che del
mio Padre la volontà conosco,
prego che
non sia il virus ad aver vittoria
ma,
che il tuo
Creator in te
celebri la
Sua gloria.
Fammi dono
di lasciarmi il tuo respiro
non nel
dubbio
ma,
nella
certezza della tua salvezza,
allor
saprò
di aver il
mio operar completamente a te donato!
Mi perdonerai,
mamma, vedendomi distratta, sprofondata nel tormento dei tanti volti dal destino
compiuto, nella bramosia insoddisfatta di sapere quale sia stato il futuro dei
“miei” pazienti trasferiti d’urgenza per cure intensive in altri ospedali;
silenziosamente spierai ogni lampo di sofferenza nel mio sguardo, ogni gesto
inconsueto ed ogni parola di rabbia. Tu mi capisci sempre.
Sarai tu a
indicarmi il volo alto delle poiane, sarai tu a chiederti se siano la stessa
coppia dello scorso anno.
Sarai tu ad
indicarmi il bosco ancora più folto là dove un tempo si portavano al pascolo le
vacche, sarai tu a ricordarmi i
“termen”, i confini, da non oltrepassare qualora siano in corso lavori di
ristrutturazione della antica casa. Tu sai che nell’abbraccio delle nostre
montagne, nel vigore della natura che meglio conosco e nella parlata a me un
tempo proibita ed ora argomento di studio io posso ritrovare me stessa.
Solleciterai ogni corda del mio essere con il
garbo e la saggezza della tua vita ormai prossima al secolo per riavermi
allegra e sorridente alla prossima visita.
Ci sarò,
mamma! Disperse lacrime ancora cocenti sulle rive del lago in cui si specchiano
nuvole e monti tremuli al nuoto di una
ordinata cucciolata di germani guidati dalla mamma la quale, al tramonto, li
guida in antri sicuri, tornerò a vivere
al richiamo della luna nel cielo stellato.
23 agosto 2020
L' ALTRUI PRIGIONE
15 agosto 2020
QUELLE MESSE PROIBITE...
14 agosto 2020
TEMPORALE
Le nuvole che si soccorrono,
intessono un lugubre manto
fra il borbottio di un cielo alla gogna
e lampi di rabbia che fulminano il mondo,
l'agitazione spasmodica del vento
che soffia or a dritta, or a manca,
lo scroscio atteso sospeso nell'aria
pronto a scatenare il suo fragore
tintinnando ovunque gioielli di ghiaccio
e l'uomo a naso in su,
orgoglioso delle sue azzeccate previsioni
foriere di rovine e disastri.
Salgono e scendono nubi cariche d'acqua
a mozzare la vetta ai monti,
chi troverà rifugio nel loro ventre?
L'uomo guarda, osserva negando impotenza.
Gira, gira ĺa giostra,
cavalli montati da Irriducibile Superbia,
Stolta Indifferenza, Innata Prepotenza.
Tuona il cielo il richiamo del suo Creatore,
13 agosto 2020
IL CANTO DELLE NUVOLE
Nel silenzio cantano le nuvole
07 agosto 2020
SE EREDITASSIMO UN RIMORSO
04 agosto 2020
28 luglio 2020
VIAGGIARE INFORMATI
Suggerimento o programma che sia, oggi più che mai ci è richiesto e richiediamo di poter viaggiare informati. L’assillante presenza del virus covid-19, sta facendo la sua parte.
Viaggiamo informati qualunque sia il viaggio che ci apprestiamo a intraprendere; la meta che ci proponiamo di raggiungere ci spinge a richiedere informazioni alla fonte che più riteniamo idonea per non trovarci ad affrontare imprevisti e sorprese che possano rovinare le nostre aspettative di piacere.
Tanti viaggi racchiusi nel viaggio per eccellenza: la vita. Mia nonna soleva ricordare: “sappiamo dove siamo nati, non sappiamo dove moriremo”.
Viaggiamo informati anche nel percorrere la vita? Ci proponiamo una meta da raggiungere? A chi chiediamo indicazioni?
Per tutti noi che ci dichiariamo cristiani, è attiva una Guida h24, per tutti i giorni del nostro viaggio: la consultiamo? Inutile nascondere che, spesso e volentieri, siamo tutti più propensi ad arrangiarci, a far da soli aggiustando o modificando il percorso a nostro gusto. Talvolta nemmeno quando sbattiamo il naso contro il muro ci ricordiamo di avere a disposizione la Guida “viaggiare informati”.
Nella Bibbia, Parola di Dio, le indicazioni per compiere un viaggio in sicurezza sono continue e infallibili: molti sono gli episodi in cui la direzione indicata da Dio è risultata risolutiva per chi vi si affidava a fronte dei disastri in cui incorrevano i trasgressori o “i turisti fai da te”, per dirla con uno slogan pubblicitario.
I quaranta anni nel deserto e la vicenda di Giona sono i passi che mi vengono ora alla mente. La presenza di Dio nella guidare il viaggio della vita di ogni credente, non è mai venuto meno: il libro degli Atti degli apostoli, ad esempio, ne è ulteriore testimonianza.
La stessa possibilità di essere guidati da Dio, la viviamo anche noi, ognuno di noi, oggi. L’esperienza personale del vivere per fede ci porta ad affidarci a Gesù completamente. Il Suo “viaggiare informati” ci dice innanzi tutto che noi dobbiamo attraversare difficoltà e compiere percorsi tortuosi come tutti i viventi.
Non è un vano allarme, il Suo. Egli ci incoraggia ad essere consapevoli di quanto dobbiamo affrontare e ci dà contemporaneamente lo strumento per superare ogni ostacolo: Se stesso. Siamo privilegiati.
Rimettere nelle mani del Signore il nostro viaggio terreno, viverlo praticando i Suoi insegnamenti ci permette di vivere senza alcuna ansietà e spavento il presente e il futuro per quanto ci appaiano complessi e , talvolta avversi. Il Signore ci ricorda che Egli per noi ha solo pensieri di pace ( Geremia 29:11); vivere confidando in Lui significa guardare oltre il momento apparentemente negativo e avere la certezza del bene per noi che ancora non vediamo.
Quale è la meta che vogliamo raggiungere? Noi Cristiani ne abbiamo una sola. Per raggiungerla, dobbiamo solo “viaggiare informati”. Buon viaggio per tutti noi!
25 luglio 2020
UNA TRACCIA
Che scia lascerà il nostro passaggio in questa vita,
vissuta nel periodo in cui tutto pare "liquido", pronto a evaporare ? Sarà una scia su cui muoveranno i loro passi chi ci ha conosciuti o un segnale di limite invalicabile, di allerta?
21 luglio 2020
ESTATE AMARA
Non basta essere vivi, avere un cuore che batte, la memoria pur con corti circuiti, le gambe bisognose di sostegno.
16 luglio 2020
COVID-19, LADRO INCENSURATO
15 luglio 2020
SILENZI E SILENZI
Si torna a tessere la stoffa , a cucire l'abito per per le pagine assopite sperando nella realizzazione dell'abito della festa.