28 giugno 2016

QUOTIDIANITA'

Eppur 
le nuvole son nuvole,
il cielo è sempre cielo
il giorno rincorre il giorno
ma Tu,
oh Dio,
perché l'uomo non si annoi
sino a disprezzar la vita
giochi con nuvole, cielo, giorni
stupefacendo gli occhi

della creatura tua più amata
sì che di Te si accorga
ed il suo affetto
a Te rivolga

27 giugno 2016

BENEDIZIONI

Papa Francesco sta spopolando in tutto il mondo grazie alla sua simpatia e apparente semplicità. Il suo intento di portare all'unione tutti i cristiani continua fra incontri ufficiosi ed ufficiali, cerimonie in mondo visione da cui trapela la ancora profonda divisione e, dal mio punto di vista,  un più visibile segno di confusione. Osservavo, sabato scorso, le immagini in diretta dall'Armenia, in particolare le riprese del corteo durante il quale il Papa benediceva a modo suo e il Katholikos altrettanto; mi son ironicamente chiesta: " quale benedizione varrà di più?". Le immagini riprendevano a tratti anche la folla in prossimità dei due padri spirituali: si vedeva chiaramente che cattolici ed armeni ripetevano il gesto del segno della croce a loro modo e in risposta al gesto di benedizione del proprio capo spirituale. Gesti di benedizione tracciati nell'aria che nell'aria si erano dispersi prima ancora di essere tracciati, da ambe le parti, da chiunque.
"Che Dio ti benedica!" è il saluto più diffuso fra altri cristiani, talvolta tacciati di integralismo per il loro fermo proposito di rimanere fedeli ai testi sacri, la Bibbia,  che non prevede alcun gesto rituale ma, di persona un affettuoso abbraccio.
 Certo: chi ci benedice è il Signore.
La benedizione del Signore scende su di noi nel momento in cui, riconosciuto Gesù come nostro personale salvatore e scelto di vivere secondo i Suoi insegnamenti, ci mettiamo in preghiera.
L'incontro col Signore è un momento estremamente riservato, intimo e particolare. Quando ci si rivolge a Lui per chiedere un Suo intervento nella nostra vita occorre quel raccoglimento fra noi e Lui per cui il correre fra la folla e cercare la mediazione di altri, seppur eletti papa o patriarca, non è necessario.
Il Signore aspetta noi, in prima persona, responsabili delle nostre richieste, del nostro rapporto con Lui. Il Signore ci conosce, ci capisce e Egli ci benedice delle benedizioni di cui noi abbiamo bisogno. La sua, non è una benedizione generica; la sua è la benedizione di cui abbiamo bisogno in quel preciso momento, per quella specifica necessità.
Per chi vive secondo la Sua volontà e facendo la Sua volontà, la benedizione non viene mai meno.
Andiamo a chiedere le benedizioni di cui abbiamo bisogno al solo in grado di donarcele, il Signore Iddio! Viviamo la libertà e la pace che Gesù ci ha guadagnate sulla croce e non lasciamo confondere da cerimonie ricche di tradizioni ed insegnamenti la cui autenticità è verificabile leggendo la Bibbia, dopo aver chiesto al Signore di benedirci affinchè comprendiamo chiaramente la Sua parola.
Il Signore ci benedica insieme!








Nessuno è pari a Dio che sui carri del cielo corre in tuo aiuto

DIMMI...


Dimmi
che saprai tendere
una mano
ed anche l'altra
senza incertezze
verso il viso
su cui scorre una lacrima,
sulle spalle
di chi ricurvo
nasconde il suo dolore,
nell'accogliere
un bimbo disperato,
abbandonato,
non di peluche
ma in carne ed ossa
capace di parlare,
di rifiutare
per timore,
per sfiducia.
Dimmi
che non ritrarrai
la tua mano
e poi l'altra
impaziente nell' attesa
di un gesto di riconoscenza
che tu pretendi
e l'altro non conosce,
cresciuto ove
una mano non ha prezzo
e neanche l'altra.

VICENDE NOTTURNE

Dopo una notte di bevute,canti,balli sulle panchine di un tempo decorose aiuole cittadine, la giovane donna in compagnia di tre uomini passa dalle lezioni di danza al prostituirsi. Così, come se fosse la cosa più naturale del mondo fra palazzi risvegliati da tempo dalle loro chiassose chiacchierate e musiche, con quegli esseri apparentemente spenti dall'alcool i quali, improvvisamente, uno dopo l'altro, scoprono di avere straordinarie energie. Pensi che, forse, all'altro capo del mondo, c'è una mamma, magari quattro, che si chiede quale sia la sorte della sua prole e ti si stringe il cuore. All'ultimo gridolino, però, pensi a tua nonna la quale, ricordando un difficile periodo della storia d'Italia, ti insegnava che " con lui, gente in giro a far nulla non ce n'era perchè gli addetti alla sicurezza fermavano e controllavano tutti, soprattutto se le loro mani non mostravano segni di lavoro svolto".
Sospiri mentre odi l'ultima bottiglia vuota di birra rotolare sul marciapiede. Nessuno di loro la raccoglierà.

23 giugno 2016

"CHE EREDITA' LASCIAMO, DELLA NOSTRA PROFESSIONE ?"

E’ una calda giornata estiva, una primizia stagionale dell’anno accademico giunto ai fatidici esami. Anche quest’anno commissione pronta di prima mattina. Ci conosciamo tutti noi docenti e tutor, con qualcuno condividiamo un percorso da un paio di decenni, l’esperienza di una formazione secondo  il percorso ministeriale di studio dello scorso secolo a cui è seguito un costante aggiornamento, giorno dopo giorno.Ci guardiamo negli occhi, noi due;  è commozione quella che reciprocamente vi leggiamo perché noi, nel nostro cuore e nel vivere quotidiano la nostra professione, non dimentichiamo  chi quelle mura ha voluto tenacemente, chi  ci pare di sentire ancora tuonare  “Il San Raffaele non deve essere così” e ti metteva addosso una voglia di fare, di essere e di appartenere senza paragoni.
Per primo osi riflettere a voce alta: “ Che eredità lasciamo, della nostra professione?”.  Ti  guardo, fatico a nascondere una lacrima riconoscendo mia  la tua domanda, non ci siamo mai nascosti i nostri sentimenti per la professione che esercitiamo, al di là dello studio di ogni teoria più avanzata e conquista scientifica più recente.  Noi lo sappiamo. Sentiamo le voci degli studenti:  ben altra trepidazione la loro , inconsapevoli del nostro “tormento” che con loro vorremmo condividere,  quasi  trasfondere,  per vedere in loro la nostra eredità pronta a concretizzarsi.
Siete belli della gioventù  raffinata di buona società,  tanto impacciati e straordinariamente attenti  ad ogni protocollo di buona educazione,  lindi nella divisa indossata con fierezza . Ci guardate di sfuggita o con intensità, il ticchettio della biro nervosamente tenuta fra le dita,  quel lieve rossore su guance solitamente esangui  se non truccate, mucose asciutte e quasi afoni , non riuscite a cogliere suggerimenti di lieve ironia a distendere la tensione.  Lo scorrere del tempo scandito da dispettose lancette montone sino  all’esplosione dello scampanellio che pone termine all’esame, la fa da padrone.
Ci lasciate il vostro bagaglio di conoscenze , immagini del vostro agire a volte arruffato,  pagine scritte che di ognuno  testimoniano la  personalità . Voi ci dite cosa vi stiamo lasciando in eredità della nostra professione.
Grande è la nostra gioia quando constatiamo di essere riusciti a lasciarvi in eredità l’Uomo  al quale siete pronti a tendere una mano, mai a voltargli le spalle. Poiché non si fa l’Infermiere per un tempo ma, si è Infermieri  per sempre.




18 giugno 2016

DA TE SOL OH DIO

Tu vedi
le mani abbandonate 
in grembo,
il capo chino
sottomesso alla fatica del giorno,
Tu senti
il mormorio sommesso
dell' io
nascosto fra le rughe del viso,
Tu ascolti
il vociferare di meningi
infiammate dalla ribellione,
Tu tocchi e doni
pace all'uomo affranto,
speranza alla donna,
sorriso al bimbo nascosto
che di nuovo
trova innocente
confidare in Te.

17 giugno 2016

INCONTRO

Oltre l'immenso
il mio fragile cuore
incontra il tuo
ed è gioia infinita.

12 giugno 2016

CIELO

Cielo, quanto il tuo sorgere
è disturbato 
dalle umane interferenze
di traffici illeciti ,
uomini e donne
alla resa dei conti
su quei marciapiedi

che li han visti al lavoro,
grida e vendette
per risarcimenti mancati, 
che importa 
se la gente per bene
vien colta da sussulto improvviso
e scende dal letto
e arrabbiata e allarmata
piange per la sua città oltraggiata?
Cielo, comunque tu sia
il nostro grazie va a te
che trovi il coraggio,
ogni giorno
di gettar il tuo benevolo occhio
su noi 
che ingrati procediamo
nello stupro del tempo donatoci.

09 giugno 2016

PRIORITA'

Lasciatevelo dire da una nonna, la quale non nasconde di averne combinate di tutti i colori nella sua gioventù trascorsa declamando il suo amore per il Signore e trasgredendo sistematicamente i Suoi insegnamenti: il vostro correre incontro all'anima gemella è troppo spesso ormai principalmente un correre fra le sue braccia in un letto, non nei suoi pensieri, nella sua anima. Vi state, talvolta, creando un bagaglio di conoscenza fisica che nulla ha a che vedere con la conoscenza della persona, perdendo il gusto della scoperta di come amate e di come siete amati perchè l'espressione dell'amore è personalissima, riflette l'indole dell'anima e l'anima è unica ed irripetibile. Lasciate stare il letto e tornate al dialogo, agli sguardi, all'attesa.
" Ecco che dice la sua la vecchia bigotta", sta già dicendo qualcuno.
Sono pronta a cambiare idea, basta che mi dimostriate che l'uomo, la donna sanno proporre soluzioni e rimedi migliori e definitivi più dell'insegnamento di Dio.
Voi avete una risposta per il giornalista che oggi, dallo schermo, chiedeva: " Cosa possiamo fare ancora, noi uomini che amiamo le donne e voi donne, per porre fine allo scempio del femminicidio/uxoricidio?"?

08 giugno 2016

RISVEGLI

Ci son quei risvegli dallo stato di sopore, in agguato nella notte di lavoro, che ti rubano il re
spiro. "Ho paura di non camminare più" ti confida a mezza voce quello scriciolo di ragazza dai grandi e penetranti occhi azzurri, li vedi puntati nei tuoi, luminosi a infrangere il buio della stanza , lame taglienti la tua coscienza presa in trappola fra la necessità di una mezza bugia compassionevole e la cruda realtà che maneggi delicatamente, con cura, due gambe senza più tono muscolare, le estremità omai deformi, doloranti.
Ti aggrappi alla prospettiva, speri, prossima di un centro di riabilitazione. " Lo sai, te lo ha detto il medico, andrai in una struttura dove sarai seguita a dovere...",  provvidenziale lo squillo di un campanello ti toglie da quell'imbarazzo. Ti allontani componendo il tuo viso e riordinando i tuoi pensieri su misura per chi ti aspetta per confidarti desideri più simili a sogni che a speranze. D' altro canto, è ancora notte e solo i merli là fuori, nel parco, possono raccontarsi la verità che tu hai dispersa nel vento.

07 giugno 2016

INVITO


TURNO NOTTURNO

Siano le mie mani pronte
a curar il tuo corpo,
la mia mente sveglia
nell'individuar il tuo problema,
il mio cuore pronto
a donarti certezza
sussurrandoti nel buio della notte
dell'eterna Luce
la salvezza.

06 giugno 2016

EL SAOR DE CASA



Ognuno di noi, che voglia o non voglia ammetterlo, custodisce in sé il sapore delle tradizioni della sua terra di origine: qualcuno li reprime, altri li ricercano.
Poter gustare cibi prodotti nelle nostre zone montane per me non è questione di rivendicazioni e riconoscimenti implorati in Unione Europea (richieste sacrosante, oso scrivere), ma gioia personale di riaccendere, al richiamo del palato, ricordi di tradizioni vissute e raccontatemi dai miei nonni.

05 giugno 2016

 Anche il cielo si prepara ad accogliere i nuovi ospiti

03 giugno 2016

CAMPAGNA ELETTORALE

Rispondo su Facebook
ad un commento di una ex collega in lista in uno dei municipi milanesi citando un proverbio milanese e lei mi risponde chiedendo la traduzione. Mi permetto di ricordarle la sua candidatura a Milano e, poco dopo, mi scrive che il proverbio in milanese è "dispregiativo", che lei è impegnata nel sociale e parla anche con i siriani ,il milanese mica è una lingua importante e diffusa, che da me non se l'aspettava. Ovvio che non sono stata zitta e ribadisco:
forse che è un peccato chiedere a chi si candida al governo di un municipio di una città di conoscere storia, cultura, tradizioni della città stessa, almeno a grandi linee? Anche lei è figlia di immigrati come me; possibile che non abbia mai sentito il bisogno di integrarsi nella accogliente Milano imparando la lingua cittadina?
Io sono orgogliosa di parlare il milanese con i miei pazienti lombardo-milanesi, certo uno studente israeliano CLI mi ha denunciata come razzista nei suoi confronti perchè mi esprimevo così con un paziente in sua presenza ( fa niente se cercavamo di coinvolgerlo spiegandogli ogni parola di cui il paziente sapeva storia ed etimologia), ma il benessere dei pazienti con i quali si comunica in idioma a loro più familiare ha la precedenza su qualsiasi forma di protesta.
Per concludere, visto che oggi è l'ultimo giorno di campagna elettorale, l'augurio di non agire come
"El fa come el dottor Isacch ch'el strasciava i camìs par giustà i sacch."

02 giugno 2016

FESTA DELLA REPUBBLICA



I nostri padri scelsero di vivere in una Repubblica convinti fosse l'unica forma di governo capace di garantire la democrazia. Oggi, a fronte della parata militare e di molte iniziative culturali dobbiamo ricordare anche gli scontri verificatisi a Bologna tra giovani contestanti ideali diversi dai loro e la polizia: un'altra pagina della storia repubblicana che pare sottolineare come la capacità di vivere democraticamente stia abbandonando i nostri giovani i quali, inneggiando alla libertà, calpestano  la libertà d'espressione cercando di impedirla con la violenza.