30 dicembre 2018

PRONTA PER UN ALTRO ANNO

Amico mio, 
stringo la tua mano
ripercorrendo i giorni 
mai sfuggiti all'occhio tuo
sì che io potessi 
delle traversie solcare l'onda,
del dolor trovar consolazione,
nel travaglio trovar la pace tua
cantando a te
non lamentazioni
ma la speranza che si fa certezza
e m'accompagna
sorretta dal calor della tua presa.
Amico mio, 
di melanconia rivesto il giorno
che mi par 
dal tuo silenzio circoscritto
e allor, tu sai!,
del tuo amor cresce bramosia,
del tuo abbraccio sento la mancanza
e corro a te,
Amico mio,
Amore mio,
la mia mano nella tua
la vita mia con la tua intrecciando
pronta sì
per il nuovo anno.

28 dicembre 2018

DAR VOCE ALLE PROPRIE RADICI

Batuffolo nell'aridità del territorio, montagne amate e ingrate, severe giudici della capacità dell'uomo, misura della sua pazienza, metronomo dei suoi giorni, appari soffice e dolce, schiaffo ribelle all'abbandono subito, richiamo per chi ti scopre alle sue radici, al suo popolo


DAR VOCE ALLE PROPRIE RADICI

Il silenzio, la fatica del cammino, la gravosità del lavoro, la compagnia degli animali domestici e nella stalla, il "filò" progenitore di facebook

16 dicembre 2018

NATALE BUGIARDO


Natale bugiardo

Regni incontrastato

sulle labbra tirate

nel sorriso di convenienza,

negli occhi brillanti

di luci accese nel buio

che nel giorno non si riconoscono

mentre sudice mani si protendono

ad accarezzare pelosi cappotti

sperando in un gesto pietoso

da sperperare dietro l’angolo

del maestoso palazzo.

Risuonano nelle strade

Le note meccanicamente intonate,

creature insaziabili di doni

incollano il naso alle vetrine

mentalmente dettando lettere

a babbo natale

mentre acquolina riempie

quelle bocche in attesa

di pantagrueliche mense.

Che festa, che festa sarà!

Anche quest’anno bugiarda

la  nascita vera dimenticherà


25 novembre 2018

NON SIAMO COMPLICI! SE LA DISPERAZIONE...(giornata internazionale contro la violenza sulle donne)

Se la disperazione si fa rabbia e diventa riflessione, è l'urlo di dolore che sale alle labbra, forse scomodo ma, non di rimprovero bensì di suggerimento: apriamo la bocca e mettiamo in moto   la lingua non per spettegolare ma, per prevenire! Si accordino, per un tempo, ragione e cuore a guida del perfido muscolo nel grido di allarme, sprezzante di ogni timore, più di quanto sia pronto nell'elevar le critiche! Ben sappiamo quanto sia difficile avvertire il dramma nel proprio nido, mentre chi ci è accanto nell'aria lo respira. Dunque, si investa di responsabilità chi del dramma vede o ne intuisce la concretizzazione e apra, spalanchi la bocca sua a salvezza di ogni creatura! E chi del grido raccoglie testimonianza, non rinvii l'intervento ad altra banda, né gioco si faccia di chi l'allarme lancia!
Inutile fiore vo' a deporre là ove tu non riposi, io che risposta  non posso una volta ancora darti al tuo quesito:
"voi, dove eravate?"

01 novembre 2018

02 ottobre 2018

CANTO D'AMORE



Ti raccoglierò
frantumato e sporco,
umido ancora del fango
che ti ha avvolto
nel quale hai crogiolato illusioni e sogni,
ti accoglierò una volta ancora
offrendoti solo realtà e imperfezioni,
ogni mia incapacità 
e ogni mio silenzioso sguardo
non di giudizio ma, di preghiera
mentre nel mio profondo assaggio
ogni promessa del nostro Signore
che in te manifesterà 
la Sua Gloria.
Sei la risposta
a mille attimi di vita guadagnati
implorando vita vera
per me, per te, per la nostra famiglia
e la gioia sarà infinita
nel cammino terreno 
e lassù nel cielo.

30 settembre 2018

DOLORE VITTORIOSO


Se il labbro
proferir non sa parola
e il ventre tutto
brontolando va della sofferenza
ogni spina,
agli occhi altrui solo sofferenza pura,
per il tuo Dio,
per il tuo Re
son dolci sussurri d'amore
che a Lui
riportan il tuo pensiero.
L'amabile segreto
a tutti sia manifesto
onde il vostro Amor Supremo
sia dono
a chi lo va cercando,
nel cantico di ringraziamento
che tutte assieme
a Lui
andiam elevando.

23 settembre 2018

L'ASCOLTO

Quando tutto mi parla di Te
e ogni parola rinnova le tue promesse
navigo sul mare delle mie lacrime
al sicuro nella tua barca
sapendo che tu non dormi
ma,
hai ascoltato ogni mio sospiro,
ogni mio lamento
e non occorre che ti risvegli
perchè tu segretamente
sveli ogni mio bisogno
e intervieni.
Voglio arrivare a riva con te,
approdare al porto sicuro
della vittoria
che tu
hai conquistata per me.
Canto nella tempesta
il mio canto di gioia per te
che mi ami e non hai badato
a sacrificarti per me.
Forse che posso rinnegare il tuo amore,
disprezzarlo o denigrarlo
da che lo vivo giorno dopo giorno?

A TE

A te
che stringi fra le mani un amore fatuo,
ricco di promesse salariate,
a te
che nell'abbraccio della notte ti dimeni
vuoto d'ogni affetto
cedendo all'illusione di virtuali effusioni,
volga la Sua misericordia il tuo Creatore
che con pazienza attende
l'arresa, atto di umile coraggio
per donarti amore vero
libero nella gioia d'esser suo figliolo.

16 settembre 2018

AMORE VERO

Il Tuo amore mi investe,
squarcia il mio cuore
e esamina ciò che lo fa sanguinare,
mi ami così come sono
con la tristezza stampata sul volto,
le mille domande impresse negli occhi
rivolti a Te
umidi di lacrime di delusione,
con pazienza mi sussurri
le tue consolazioni,
mi ricordi le tue promesse,
cancelli le mie paure
e io mi abbandono fra le Tue braccia
assorbendo ogni tuo sussurro di affetto,
mi riscopro bella e importante,
torno a essere come tu mi vuoi,
serena come il cielo della sera
non sconfitto ma,
abbellito dall'assalto di nuvole dispettose
che lo rendono ancora più attraente e goloso

13 settembre 2018

LA STRADA

Vorrà il giorno frenar la lingua,
baluardo ultimo del rigurgito
del cuore infranto,
dell'anima avvilita?
Venga la luce a illuminar la via
che al bivio appare
assai gratificante,
potente inganno al traviato riservando
quando ormai dall'amaro gioco
non v'è più scampo,
s'alzi la voce del fedele Amico
a scoter le membra tutte
nel fremito d'amore a ciascun dei suoi donato
onde l'alba non sia buia
nè il giorno fosco ma,
nel Suo consiglio rifugiato
trovi pace e gioia al fine
nell'aver accolto il consiglio santo
chi dalla notte si levi affranto!
Suo sia allora della vittoria il canto
riconoscente al Consigliere esperto
che il cammino traccia per ogni sua creatura
ripido ma, perfetto.

11 settembre 2018

NON CORRO


Non chiedermi di correre
né con le gambe,
né col pensiero,
io voglio goder di ogni momento
che mi è donato
così come viene,
fra una folata di vento
che mi raggela il cuore
e un raggio di sole
che trafigge la mente
mentre salgo il cammino
verso la meta.
Voglio il tempo
per guardarmi attorno,
scrutarmi dentro
per poi piangere
o sorridere
del mio essere integrata
sbattuta nell'anglo più scuro
ove non vi è gloria umana.
Tu mi vedrai sconfitta,
sola e abbattuta
con gli occhi tuoi mondani in corsa
affamati di nuove sensazioni,
ti lascerò correre 
dove tu nemmeno sai
mentre placida mi accoccolo fra le pieghe
che il tempo ancora mi concede
per vivere la speranza della certezza
accantonata
nell'affrontare ogni secondo
come fosse l'ultimo
del mio peregrinar
in questo mondo

26 agosto 2018

SOLITUDINE D'AUTUNNO

Solo la luna si cullerà sulle amache, protetta dal cielo imbrunito, coccolata dalle stelle mentre le
acque intoneranno melanconiche ninnananne scoprendo le rive rocciose nude e spigolose come il loro saluto all'autunno narciso che cerca lo specchio in cui riflettersi

RADICI

non c'è mistero fra noi nel tempo che scivola via carico di storia ricamata da ricordi che ci rendono prezioso il nostro appartenerci oltre la lontananza, al di là dell'orizzonte nel profondo
del mio cuore...

20 agosto 2018

GIURIN GIURETTA

Forse perchè l'espressione non rientrava né nella parlata, né nelle abitudini e tradizioni della mia famiglia, il far "giurin giuretta" non mi era consentito.
Io osservavo altri miei coetanei delle scuole elementari farsene reciproca richiesta a garanzia di un gesto, di una parola da confermare solennemente, fosse anche solo per qualche ora. Raramente era un impegno a lungo termine la cui trasgressione poteva comportare come massima sanzione una sculacciata genitoriale.
Chiamata a testimoniare in tribunale, mi ritrovai a dover fare i conti con la richiesta di giurare sulla Bibbia di dire tutta la verità: non fu un problema, non mi sarei mai sognata di testimoniare il falso. La responsabilità allora fu di fronte agli uomini ed esplicitamente di fronte a Dio.
Diverse professioni prevedono, al momento della proclamazione ufficiale della raggiunta abilitazione al loro esercizio, cerimonie di giuramento nel nome di uomini e fra uomini. In assoluto credo il più famoso sia il giuramento di Ippocrate ma, l'emozione del momento è sempre profonda per ogni professione.
Ieri, al termine di una apparente normale giornata di lavoro, mi sono ritrovata a riflettere e a chiedermi quale significato abbia al giorno d'oggi anche il più altisonante giuramento.
L'entusiasmo per quel giuramento implica la presa di coscienza di un impegno costante per mantenervi fede sempre, in qualsiasi circostanza.
Per chi opera a favore dell'uomo, soprattutto in situazioni di disagio e difficoltà, le vicende quotidiane riportate con ogni dovizia di particolari da qualsiasi mezzo di comunicazione, raccontano di quanto sia difficile onorare il giuramento.
Le giustificazioni per accantonarlo o metterlo in discussione si sovrappongono e si rinnovano come pare giusto sia in riferimento al mutar dei tempi e allo sviluppo scientifico.
Ci si affida all'elaborazione del pensiero etico-filosofico dell'uomo il quale, per sua natura di limitata capacità, può incorrere in errori e scorrettezze, in debolezze.
Poiché nessun uomo è esente dal compiere errori, il reciproco perdono o la reciproca comprensione correlata, a volte, dal nascondere sotto il tappeto il guaio commesso, sono all'ordine del giorno.
Pigramente ammessi, possibilmente taciuti.
Di quel giuramento,  rimane la foto ricordo sul comò della nonna. Giurin Giuretta.
Emergono l'animo umano, l'educazione, la cultura, gli insegnamenti con cui si è stati allevati.
Per chi è cresciuto in una famiglia Cristiana e da adulto sceglie di essere Cristiano, non vi è giuramento che possa eguagliare l'insegnamento di Gesù e non gli necessita alcun giuramento in memoria di un uomo, un patto fra uomini per assolvere all'impegno scelto a favore dell'umanità.
"Ama il prossimo tuo come te stesso" lo si cita sin troppo facilmente e lo si commenta spesso a proprio vantaggio; mettere in pratica l'insegnamento non è altrettanto facile e non tutti vi riescono.
Chi sosterrà l'uomo che sceglie di disporsi al servizio del proprio prossimo se non Gesù?
Solo il Signore dona la giusta forza, la sapienza, l'intelligenza e la pazienza necessarie per svolgere una professione.
Il Signore è l'unico capace di intervenire in soccorso del bisognoso, di prevenire errori fatali o di porvi rimedio per Sua grazia.
La pace e la serenità sono nell'intimo di un medico, di un'infermiera, di un ingegnere, di un politico che amano Dio tanto quanto il senso di responsabilità non per un minuto ma, per sempre.
Gesù conosce il cuore di ognuno, conosce tutte le nostre intenzioni, ascolta il nostro cuore e legge ogni nostro pensiero.
Il patto che decidiamo di stringere con Lui è la nostra salvezza e la salvezza del nostro prossimo non solo fisica ma, anche spirituale secondo il piano che Dio ha per ogni persona.
Benediciamo il Signore per la professione all'esercizio della quale ci ha chiamati e riceviamo da Lui ogni benedizione affinché siamo suoi strumenti secondo la Sua volontà.

17 agosto 2018

si paga lo scotto di grandi opere costruite senza il rispetto per la sola grande opera: l'uomo

16 agosto 2018

AVETE VOGLIA DI ASCOLTARMI?

RESISTI, MILANO!

Quante lacrime dovremo versare ancora, Milano, mentre tu vomiti dolore e la nausea ti assale? Corro attenta a non inciampare nella maleducazione evidente tappandomi il naso offeso dagli olezzi di escrementi umani di cui ti hanno intrisa. Monta la rabbia come il mare in tempesta, rugge il cuore e tuona la mente ribelle alle false coccole di chi ti svende ai falsi tuoi innamorati intimamente appagati dal violentarti. Tu sì che conosci i veri cattivi dai sorrsi melliflui che di te si sbarazzano tuffandosi in mare e solcando le onde fra un brindisi e un amplesso pagato ma, di classe. Rimarrà il loro puzzo nell'aria e nel mare, a te torneranno gli antichi tuoi abitanti e ti medicheranno asciugando le tue lacrime come solo loro potranno. Resisti, Milano!

26 luglio 2018

INATTESA GRATIFICAZIONE

Grazie per la sorpresa, terra mia! Forse per distrazione, o per un preciso proposito preferisco credere, ti sei accordata con un fagiolo per far fiorire una delle tradizioni da me meglio e più sovente ricordate: binar teghe. Lo considero un dono prezioso, il vostro, a caratterizzare questa estate ricca di eventi inattesi ma, cementanti il mio amore per te

LEGAMI

Grazie per la sorpresa, terra mia! Forse per distrazione, o per un preciso proposito preferisco credere, ti sei accordata con un fagiolo per far fiorire una delle tradizioni da me meglio e più sovente ricordate: binar teghe. Lo considero un dono prezioso, il vostro, a caratterizzare questa estate ricca di eventi inattesi ma, cementanti il mio amore per te

19 luglio 2018

IL CORAGGIO DI CHIEDERE, IL CORAGGIO DI RIFIUTARE

Ci siamo conosciute in ospedale, tu appena sbarcata dal solito barcone di disperati, io in turno di notte, unica a saper borbottare qualcosa in francese e a capirne altrettanto.
" J' ai faim!" mi hai quasi urlato quando ti sei resa conto di una possibile comprensione del tuo bisogno immediato. Abbiamo provveduto con quanto di meglio disponevamo a quell'ora.
Ci hai raccontato della tua traversata, qualcosa della tua famiglia, del tuo sogno di rimanere in Italia. Sappiamo e sapevi della tua malattia ragion per cui hai lasciato il tuo paese: lì non ti saresti potuta curare mentre l'Italia ti avrebbe offerto ogni terapia necessaria. Resti in ospedale per mesi: ti abbiamo ripresa "per i capelli" più volte sino a riuscire a ridarti una dignitosa condizione di salute. Il centro di accoglienza che ti ospitava, era a pochi passi dall'ospedale e da casa mia: come promesso, sono venuta a trovarti (così ho scoperto la reale accoglienza almeno di un centro). Abbiamo condiviso in più occasioni pensieri e riflessioni di fede cristiana, grande  e sincera la mia gioia nell'incontrarti in chiesa. Attendevi con ansia che trovassero un centro di accoglienza che ti permettesse di vivere con tuo marito, arrivato anch'egli col barcone prima di te e l'attesa ti permise di giungere all'insofferenza per il trattamento offerto dal centro. Più volte, ascoltate le tue rimostranze, mi sono chiesta se fosse opportuno che ti portassi dei cibi a te più graditi o ti dessi dei soldi perchè tu potessi comperarteli. Ho desistito: non sapevo se tu potessi usufruire di un frigorifero personale, non potevo garantire per tempi prolungati il tuo sostentamento, seppur parziale.
Ho inarcato il sopracciglio quando da Mantova mi hai scritto le tue lamentele per essere "in campagna", delusione maggiore della felicità di essere con tuo marito; mi son detta che forse non avevi avuto ancora  modo di visitare la splendida città e di apprezzarne il valore artistico. Mi son data da fare perchè il tuo "isolamento" venisse lenito dalla vicinanza di credenti i quali, per tua stessa ammissione, si impegnano ad accompagnarti in chiesa e a starti vicino.
Mi hai scritto di mattina presto, strano, tramite Messenger: non abbozzi più alcuna espressione in italiano, mi spieghi che nel nuovo centro in cui vi hanno trasferiti, sempre nel circondario di Mantova, non c'è scuola di lingua italiana. Ti leggo e ti rispondo in francese: non ci sono novità particolari. Continuiamo per qualche minuto, poi ti saluto perchè ho un impegno.
Non mi accorgo, se non alla successiva connessione, che il tuo ultimo messaggio si concludeva con: " mandami un 50 euro, se puoi, che mi compro quel che mi serve".
Ti ho risposto " No, non te li mando". Ho pensato e riflettuto, prima di risponderti. Due giorni prima avevo partecipato alla festa annuale degli emigranti originari della mia terra: i loro racconti di sofferenza, schiena curva e capo chino perchè " eravamo
in casa degli altri e bisognava rispettare e osservare le loro regole" mi ronzano ancora nelle orecchie. Mi torna alla mente nitida l'immagine della tua faccia con quell'espressione fra il sorpreso e l'arrabbiato con cui accogliesti la mia richiesta di riavere il mio tablet, che ti avevo portato in ospedale perchè tu potessi seguire un culto dal letto da cui non potevi alzarti, da te messo sotto carica e riposto nel cassetto del comodino: non avevo messo in conto tu pensassi te lo regalassi.
No, non ti mando i 50 euro: le tue necessità di oggi si ripresenteranno sicuramente domani e post domani ed io non voglio illuderti di potervi provvedere sempre.
Tu ed io proclamiamo di conoscere la mano di Dio nella nostra vita quotidiana e io ti incoraggio a vivere anche in questo caso la nostra certezza. Mi hai risposto: "ciao Tiziane, que le Seigneur te bénisse" . Aussi toi, ma chériee.

22 giugno 2018

SENZA DI TE

Senza di Te 
io non vivo.
Sei Tu che calmi
ogni ansia,
spengi l'impeto furente,
abbatti la difficoltà,
raffreddi l'ipotesi di vendetta,
riporti il mio pensiero a Te
al di sopra di ogni naturale evento.
Sei Tu
che mi mostri
l'amore senza confini,
sopporti
ogni mia malvagia impennata,
perdoni il mio errore
e tacitamente soffri
quando ribelle a Te mi presento,
mi abbracci
quando a Te ritorno
e non commenti.
Senza di Te
io non vivo
dal giorno che Ti conobbi,
Ti amo!
Canto la gioia della Tua presenza
mentre il sonno stende il velo
sull'intimità del nostro amore,
vivo nel giorno
la certezza
dell'esser Tu in me
ovunque io vada
e canto, canto
di Te la pace
nella felicità di saper
che un giorno ci incontreremo.
Senza di Te
io non vivo
nessun giorno
che a me è dato terreno,
dal dolore mi risollevi,
nello scoraggiamento
mi rinvigorisci,
per me conquisti ogni vittoria
ed io col cuore
canto la Tua gloria.

31 maggio 2018

AMICIZIE


“ Scusa, potresti cambiarmi il turno? Ho l’incontro mensile con le mie amiche e non vorrei mancare.”
“ Sì, va bene. Sono le tue amiche di preghiera?”
“Sì.”
“ E quante sono?”
“Calcolando solo coloro che vivono a Milano, poco meno di duecento”
“Duecentooo!?!  E ti fidi di tutte?”
“Sì, certo.”
Come si fa a credere a duecento persone e, soprattutto, come possono essere tutte tue amiche e amiche fra loro ?
Ciò che è  concretamente impossibile  per molte persone, è miracolosamente possibile per altre.  Anche al giorno d’oggi,  ovunque nel mondo.
Ciò che contraddistingue coloro i quali vivono  l’amicizia fra loro e con chi è al loro fianco in modo profondo,  estraniato ogni pettegolezzo, è la loro scelta di vita  fondata sulla conoscenza personale di Gesù, sulla fede in Lui.
 Sono persone che, ad  ogni logica umana, preferiscono la “pazzia” di Dio avendo riconosciuto un giorno quanto la Verità cristiana sia realtà nella vita quotidiana spirituale e “materiale”.  Il Signore Iddio non è assiso sul suo trono dal quale osservare e dirigere l’universo;  Egli è amico fedele presente in  chiunque lo accolga nella sua vita, sempre attento ad ogni necessità e pronto ad aiutarlo con la perfezione possibile solo a Dio, non agli uomini.
Comportarsi  secondo gli insegnamenti di Dio, non è un difficile esercizio di rinunce ma, una felice esperienza di vita pacifica con se stessi  e con chiunque sia al nostro fianco. Il Signore è costantemente insieme a chi lo ama ed è una gioia sapere che è attento ad ogni nostra azione, ad ogni nostro discorso:
“ Allora quelli che lo temono si son parlati l’uno all’altro e l ‘Eterno è stato attento ed ha ascoltato e un libro è stato scritto davanti a lui, per conservare il ricordo di quelli che temono l’Eterno e rispettano il Suo nome…”  ( Malachia 3:16).
Noi  siamo responsabili davanti al Signore di ogni nostra parola ed il Signore non ci vuole maldicenti: da noi si aspetta solo l’amore per il nostro prossimo, soprattutto se ci fosse ostile.  Onoriamo Dio onorando le persone secondo la Sua volontà:  “ Rimuovi da te la perversità della bocca, allontana da te la falsità delle labbra” ( Proverbi 4:24).
Il nostro parlare l’una dell’altra non è “spettegolare” ma, condividere gioie e dolori per cui ringraziare o intercedere  presso il Trono della Grazia.  Umilmente ci presentiamo in preghiera al nostro Padre Celeste per ottenere la Sua benignità.
 Gesù è l’Amico fedele e noi vogliamo assomigliarli.
 Siamo perfette? No ma, gli errori non sono mai voluti e il Signore ci soccorre aiutandoci a rimediare grazie al Suo intervento.  Noi ci facciamo carico delle reciproche confidenze per farne motivo di preghiera e aspettiamo sia il Signore a darci il giusto “suggerimento” affinchè possiamo esserci di aiuto.
E tu, che amicizie scegli?



26 maggio 2018

PER TE, ITALIA




Nulla Ti sfugge,
oh Dio,
dall'eternità!
Tu vedi
l'Italico tumulto,
fragor di voci
gote infiammate
in menti incandescenti
s'aggirano spogli di lealtà,
nudi della Tua presenza
si avvoltolano nel fango
dell'umana sapienza
regno di parzialità
trono di famelici ingordi
di ogni ricchezza
sprezzante dell'altrui bisogno.
Signore,
ancor Tu vedi
anime a Te rivolte
a Te prostate
nel perorar
Tua grazia a Tua gloria
nel tremendo fuoco
che ogni uomo di Te ignorante
rende cenere per sempre,
sia il Tuo Spirito Santo
a guidar la prece chè
salga al trono Tuo di grazia 
a favor di ogni creatura
in autorità elevata 
sí che a Te l'opera sua confidi
e per la sua patria sia di vera grazia!
Ascolta,
oh Dio,
la sommessa voce
nel cuor sincero 
che in Te confida
e assiso crede
sopra il creato intero,
il Tuo parlar sia il dono
che si diffonda
sull'italico Tuo suolo.

19 maggio 2018

IL MARE DEI PIACERI



Scruto il mare dei piaceri, 
lingotti di effimere vanità
galleggiano fragili
di un pallido luccichio specchi
delle umane ambizioni
sparse fra i flutti impetuosi
della vita trasgressiva esaltata
dall'umanità che ora annaspa
e ingoia sconfitte che accorciano il respiro
e strozzano in gola l'urlo di aiuto.
Lí ero un tempo anch'io,
fiera del mio infrangere l'onda
con forti bracciate ad accaparrare
ogni mondana soddisfazione
sotto lo sguardo di invidia e gelosia altrui
mentre l'anima precipitava pesante
nei fondali melmosi e voraci.
Vedo, oggi,
al sicuro nella barca della salvezza,
con gli occhi ripuliti da ogni putrida crosta
la vera consistenza
di quel che è un mare di guai,
succulento pasto condiviso
nell'orgoglio dell'assoluta supremazia dell'uomo,
deriso e rinnegato il suo Creatore.
Scesa negli abissi anche col corpo
ho sprigionato la mia voglia di aiuto
sfidando Te, mio Signore,
a darmi prova della tua esistenza.
Mi hai accolta a bordo, 
strappandomi con amore
alle onde montanti furiose
ed ora Ti osservo mentre sereno riposi.
Mi abbandono fra le Tue braccia,
certamente insieme approderemo
alla riva della vittoria,
sconfitta ogni concupiscenza 
tempeste mai più temerò.

15 maggio 2018

COME L'ERBA DEL PRATO




Vivo come l'erba del prato,
soffrendo gli aculei guidati da mano d'uomo
a rubarmi il mio ciuffo fresco di rugiada,
cibo delizia per i suoi animali,
sopportando la gelida carezza 
della coltre di neve
pesante sulle mie spalle
costrette a piegarsi, 
chiamata a generare un umile, piccolo fiore
gioiello solo per api e insetti
fino al tempo che mi carpisca 
ogni soffio di linfa
e il mio avvizzirmi
neppure mi guadagni
uno sguardo di compassione. 
Massima gloria sarà
tra le pagine di un libro
sopravvivere rinsecchita,
forse piacevole ricordo
di un momento di amore
per quelle creature umane
da naturalistica infruttuosa vanità contagiate.
Lascerò il mio corpo 
come l'erba secca e il fiore più bello
lasceranno ad altri
il loro terreno,
vanità dopo vanità,
chi ben mi conosce gioirà
al finir del mio natural passaggio
ben sapendo di qual prezioso
corpo andrò a rivestirmi
ammessa al glorioso regno
del mio Celeste Padre.
Nella pace canterò ogni lode
al Re de Re
stando alla luce dell'albero della vita
per l'eternità.

12 maggio 2018

MAMME IMPERFETTE

Spigoloso, doloroso e ribelle
è il nostro legame
che si esalta
in un amore naturale
mal tollerato.
Troppo simili
ci deludiamo nelle stesse reciproche aspettative,
siamo stanche entrambe di inutili attese,
baci ed abbracci di circostanza
feriscono lacerazioni antiche
non più mitigate da chi con te
ha desiderato la mia vita.
Tentiamo il perdono
ora che le rughe solcano
il mio ed il tuo viso
e tu ed io nascondiamo
le canizie del tempo impietoso,
amareggiate sfuggiamo lo sguardo austero,
lo sentiamo nell'anima accusatore,
fomentatore di ricordi già
abiti attillati del nostro vivere quotidiano
e faticoso è allontanare la tentazione
di ripercorrerli.
Mi vuoi bene davvero
io non so,
ti voglio bene sì o no
io non lo so
e ci trasciniamo verso il traguardo
di questo vivere il tuo essere mamma
il mio essere tua figlia.
Sorridi e scarti un cioccolatino,
sorrido e mangio un cioccolatino,
il tuo e il mio  amari come i nostri pensieri.

27 aprile 2018

NON E' MAI "TROPPO PICCOLO"


A mio marito piacciono i documentari, qualunque aspetto naturalistico registrino, Io mi incanto soprattutto osservando e riflettendo in merito alla perfezione degli esseri più piccoli, fiori compresi.
In essi mi pare scorgere meglio la mano del Creatore e non posso non riconoscere la Sua esistenza: chi al di fuori di Lui è capace di tanta meraviglia?
Come cristiani, noi siamo chiamati a vivere per fede, deponendo nelle mani di Gesù ogni nostra preoccupazione poiché Egli stesso ci chiede di farlo. Molte volte lo facciamo immediatamente, che sia un problema di salute o di quattrini poco importa; altre volte tentenniamo. Perché? Forse vogliamo tenerci quel peso perché, in qualche modo, magari nell’ambito sociale in cui ci muoviamo la nostra difficoltà ci guadagna la compassione o l'apparente simpatia dei nostri conoscenti; magari ci permette di sentirci a posto con la coscienza se rimaniamo a casa dal lavoro qualche giorno o, più semplicemente, otteniamo più coccole dal nostro consorte.
Succede che, afflitti da problemi da noi misurati “piccoli”, non ci rivolgiamo al Signore chiedendogli di farsene carico: ci paiono quasi insignificanti per disturbare Lui e ce li trasciniamo faticosamente. Scegliamo piuttosto di affidarci ad altri uomini, di scienza sicuramente ma, pur sempre uomini. Al nostro Signore preferiamo la Sua creatura. Inavvertitamente, veniamo meno al nostro credo: vivere per fede.
Eppure la mano di Dio si manifesta in esseri piccolissimi, prodiga loro la stessa perfezione che ammiriamo osservando la maestosità delle dolomiti o la distesa dell’oceano. Gesù ci ama. Così come provvede alle nostre “grandi cose”, Egli provvede provvede alle nostre “piccole cose”; in queste ultime ci dà la possibilità di allenare la nostra fede , quasi fossero una palestra, affinché siamo pronti ad affidarci a Lui nei momenti di grave difficoltà. Non dopo aver consultato le Sue creature ma, subito, chiedendo a Lui di guidare le mani e l’intelligenza delle persone che Egli mette al nostro fianco affinché collaborino con Lui per il nostro bene. Gesù ci vuole fedeli anche nelle piccole cose. Il Suo intervento sarà perfetto quanto nelle grandi cose.

25 aprile 2018

IN NOME DELLA LIBERTA'



La distanza fra Milano e Dervio non era così significativa già negli anni '60, quando le macchine non sfrecciavano potenti e veloci come ora e il traffico non consisteva in code chilometriche. Erano gli anni del boom economico, frutto dalla polpa dolce e seducente con la scorza intaccata dai ricordi di una guerra terminata da poco. Mio papà non era esente, come moltissimi suoi coetanei, dal dover metabolizzare l'umiliazione di una amara prigionia.
Da sempre, sapevo dai suoi
 racconti, dopo la liberazione,impegnava il suo tempo libero nella ricerca di coloro con cui aveva condiviso il servizio militare e\o la prigionia. 
Quella era una delle domeniche in cui, con la scusa di una gita fuori porta, ci conduceva, mia mamma e me, sulle tracce di un amico, compagno di sventura. Aveva racimolato poche informazioni: paese di residenza, l'attività svolta, forse, la gestione di un bar. Lo spettacolo offerto dal lago costeggiato non stemperava la tensione in nessuno di noi: l'avrebbe trovato papà il suo compagno di sventura? L'avrebbe riconosciuto?
Era una splendida giornata di inizio estate, fiori sbocciati in mille colori donavano eleganza indifferentemente ai giardini di ville importanti e alle sponde libere, baciate dalle delicate morbide onde fra le quali mi sarei immersa volentieri. A fiuto mio papà decise di fermarsi ad uno dei bar che si affacciava sul lago, dalla strada si intravvedeva uno spazio arredato con seggiole, tavolini ed ombrelloni, posti tutti occupati da giovani ed anziani. Lo seguimmo con passo incerto e cuore in gola: papà ci aveva chiesto molta discrezione volendo far una sorpresa, ammesso di aver azzeccato il posto esatto.
Più persone correvano da un tavolino all'altro per soddisfare le richieste degli avventori; non fecero caso alla famigliola che frettolosamente andò ad occupare il tavolo appena lasciato libero da altre persone. L'indecisione dell'ordinazione concesse a noi tutti qualche minuto per ripigliare fiato, darci un contegno di apparente normalità mentre l'occhio volteggiante da un viso all'altro tradiva l'aspettativa. Trascorsero pochi minuti. Il rumore di un vassoio rotolato a terra con tutto il suo contenuto solo per un attimo richiamò l'attenzione dei presenti che, a bocca aperta, in silenzio, stupirono di fronte all'abbraccio di due uomini maturi, travolti da un'emozione scatenante in entrambi un pianto a tratti sconfinante in un lamento di dolore e gioia probabilmente mai ascoltato prima. Si erano riconosciuti, contemporaneamente, all'istante. Dopo venti anni.
Le ore seguenti furono solo tempo di festa, raccolta tutta la famiglia, lasciati i camerieri soli a gestire per quel pomeriggio il bar, in cui i ricordi dei due amici, compagni di sventura, si sovrapponevano e completavano fra le lacrime e i singhiozzi finalmente liberi di innalzarsi nel nome di una Patria amata e traditrice. 
Per te, papà, per tutti i tuoi, nostri, amici, tuoi compagni di sventura di cui non dimentico nessuno di quegli incontri
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