15 maggio 2018

COME L'ERBA DEL PRATO




Vivo come l'erba del prato,
soffrendo gli aculei guidati da mano d'uomo
a rubarmi il mio ciuffo fresco di rugiada,
cibo delizia per i suoi animali,
sopportando la gelida carezza 
della coltre di neve
pesante sulle mie spalle
costrette a piegarsi, 
chiamata a generare un umile, piccolo fiore
gioiello solo per api e insetti
fino al tempo che mi carpisca 
ogni soffio di linfa
e il mio avvizzirmi
neppure mi guadagni
uno sguardo di compassione. 
Massima gloria sarà
tra le pagine di un libro
sopravvivere rinsecchita,
forse piacevole ricordo
di un momento di amore
per quelle creature umane
da naturalistica infruttuosa vanità contagiate.
Lascerò il mio corpo 
come l'erba secca e il fiore più bello
lasceranno ad altri
il loro terreno,
vanità dopo vanità,
chi ben mi conosce gioirà
al finir del mio natural passaggio
ben sapendo di qual prezioso
corpo andrò a rivestirmi
ammessa al glorioso regno
del mio Celeste Padre.
Nella pace canterò ogni lode
al Re de Re
stando alla luce dell'albero della vita
per l'eternità.

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