23 settembre 2019

IDOLATRIA MODERNA



L'idolatria serpeggia vestita di nuovo, umile e mansueta indossa il ruolo della salvezza, ammaliante soggioga i giovani insinuando in loro la convinzione di essere gli unici difensori del pianeta, li investe del grado di giudici dei loro ascendenti scapestrati e distratti. Impera e ordina: amate il pianeta, ripulitelo, riconoscetelo come "madre terra". L'idolatria inebetisce, allontana da Dio. Chi ha creato il nostro pianeta? Chi dirige i venti, chi decide il montare delle onde, il tremare della terra, lo spuntare di un fiore, lo schiudersi di un uovo? Chi investiga il cuore dell'uomo, chi decide il numero dei suoi giorni e conosce il numero dei capelli sul suo capo?
Dov'è Dio, il Creatore di ogni cosa? Quale onore e lode Gli si rende? Chi può mutare il corso della storia se non Lui?
Il Signore dia grazia ad ognuno di noi, genitore o nonno di crescere i nostri ragazzi rispettando l'ambiente perchè dono di Dio, riconoscendo la Sua mano mentre ammirano il profilo dei monti da una vetta o rimuovono una bottiglia di plastica dalle acque di un lago. Tornino i nostri ragazzi, insieme con noi, a commuoversi riconoscendo la presenza insindacabile di Dio nella loro vita e intorno a loro, insieme impariamo ad attribuire ogni onore e a chiedere grazia all'Unico degno di adorazione!

21 settembre 2019

DERBY

“ Clinicamente nulla osta perchè il paziente non possa uscire in permesso”
Mi avvalgo del vantaggio di essere vecchia, potrei essere tua nonna, per continuare a parlarti in italiano e per sollecitarti ad imparare la mia lingua. Tuo padre credo mi fulminerebbe, se potesse. Anche con lui insisto a parlare la lingua della mia nazione, l'Italiano. Impietosamente.
Hai la stessa età di mio nipote. Di certo la vita, come si suol dire, anche con te non è stata particolarmente generosa.
Sembri più giovane della tua età, per aspetto e per comportamento. Totalmente dipendente da tuo padre che, per qualche a noi oscura ragione, non ti permette di imparare l'inglese, non vuole tu conosca l'italiano e continua a parlarti nella vostra lingua: l'arabo.
Nessuno può interporsi fra lui e te. Rifiutato anche l'intervento di un medico di madre lingua araba, non ti è concesso di conoscere direttamente e di porre domande che, è impossibile tu non abbia da soddisfare: sei in ospedale, in un paese straniero da mesi e stai male.
Non sei mai tu a chiederci un farmaco, lo chiede tuo papà. E' lui che decide come e quando dobbiamo somministrartelo, dice di essere medico.
Esci raramente dalla tua camera, solo per alcuni minuti puoi respirare l'aria “pura” della città, vederne le luci e sentirne i rumori condividendo spazi comuni e sempre sotto lo sguardo attento ( o invadente?) di tuo papà.
Non sappiamo nulla di te se non la tua terribile patologia.
Non possiamo nemmeno tentare di soddisfare un tuo desiderio, un capriccio; rimaniamo invece stupefatti dalle richieste a volte singolari di lui, tuo padre.
I rapporti si fanno tesi.
Fra noi medici e infermieri cerchiamo la condivisione di un comune comportamento per tutelare te e continuare il piano terapeutico assistenziale eludendo le intromissioni improprie di tuo padre.
Che avrai mai nel cuore, giovane uomo? La nostra differente cultura mi impedisce di leggere il tuo sguardo che incrocio per pochi attimi, di sfuggita, quasi rubandolo alle occhiatacce di lui, tuo padre.
Le occhiatacce le rendo, credo sia una sfida non gradita da parte di una donna da un uomo di cultura islamica, a tuo padre.
Approfitto della mia vecchiaia per farti una carezza, per rompere il silenzio:
“Allora sei milanista? Hai visto la partita, l'altro giorno?”. Ti rubo un sorriso, dopo che tuo padre ha doverosamente tradotto in arabo le mie parole.
Avevo notato la tua maglietta del Milan e le ciabatte rossonere.
Lo sport, il calcio apre uno spiraglio di dialogo anche con i medici.
Vuoi andare allo stadio, vuoi presenziare al derby Inter-Milan. Così comunica e chiede tuo padre.
Sapranno mai i tuoi idoli di avere uno spettatore tifoso tanto speciale sugli spalti?
Tornerai in ospedale probabilmente dopo la mezzanotte, alla faccia di ogni regolamento.
Per una volta siamo tutti d'accordo con tuo padre nel trasgredire le disposizioni nosocomiali.
Vinca il migliore. Che tu possa vincere la tua difficile battaglia e che tu possa prendere in mano le redini della tua vita, aggiungo io da nonna di cultura occidentale.
W il Milan, comunque vada.


18 settembre 2019

SIAMO TUTTI PROTAGONISTI DI UN PROGETTO

Nulla succede a caso, solo al popolo semplice e umile non si spiegano tutti gli stratagemmi e occulti accordi che sono alla base di apparenti, improvvise svolte soprattutto in ambito politico.
Un tempo, occorreva attendere per lunghi anni che ogni fervore si placasse e emergesse la razionalità, mai la completa verità, guida degli eventi che furono.
Oggi, mi pare, la voglia di supremazia, di averla sempre vinta con l'ultima parola supportate dalla velocità della comunicazione, portano alla luce quelle mezze frasi, asserzioni a denti stretti che non lasciano intuire la verità ma, ricordano a tutti un principio basilare: nulla succede per caso.
Checché se ne dica, ognuno di noi è coinvolto in progetti sconosciuti senza che se ne accorga.
Siamo davvero liberi?
Quante volte veniamo avvinti da "passioni" per un partito, per una squadra sportiva e siamo così convinti sostenitori da soffrire indicibilmente per una loro sconfitta?
Ciò che carpisce la nostra libertà, è il sentirci protagonisti di un progetto.
Tutto ha un fine, tutto è per un tempo.
Tutto è progetto dell'uomo e, essendo imperfetto l'uomo, ogni suo progetto lo è altrettanto. Le delusioni, le amarezze non mancano.
 Lo smarrimento, la confusione che attualmente viviamo, ci tolgono la libertà del vivere ogni giorno con la consapevolezza che siamo parte di un progetto eterno di cui possiamo essere protagonisti: il piano di Dio.
Progetto infallibile perchè divino, da vivere consapevoli della propria libertà e personale pace perchè doni di Dio.
 Non ci sono trame segrete né accordo alcuno, né mormorii o sgambetti.
 Le promesse di Dio e il piano che Dio ha per ciascuno di noi ci vogliono protagonisti consapevoli e liberi nella certezza che, ciò che ci accade non è mai un caso.
 Ogni momento della nostra vita è sotto il controllo di Dio, noi possiamo presentare le nostre cause a Lui e affidarGli le nostre battaglie.
 Condizione fondamentale: accettare Gesù nel nostro cuore, riconoscerlo nostro salvatore, Dio vivente pronto a risiedere in noi.
 Non ci sono tessere da pagare, non ci sono "inciuci da condividere"; dobbiamo solo dare spazio alla nostra voglia di libertà e verità.
Quel che ci succede attorno, le impegnative "passioni" che governano i nostri giorni offuscando la voglia di vivere e facendoci perdere di vista l'obiettività , assumono allora altra dimensione, quella loro consona: sono solo per un tempo e "lasciano il tempo che trovano".
Protagonisti di un progetto per scelta: progetto per un tempo con implicate sofferenze e malessere; progetto per l'eternità da vivere in pace con l'aiuto e il sostegno potenti di Dio.
Chi mettiamo a capo della nostra vita? Il politico di turno, lo sportivo più in voga o Gesù, l'Eterno Iddio che ci ha guadagnata la salvezza salendo al Golgota e sacrificando se stesso per noi?
Gesù propone il suo progetto: salvezza e vita eterna.
Cosa vogliamo farne, della nostra vita?
 Un percorso a termine costellato di fatiche, delusioni, amarezze sconfitte o un cammino verso una meta di gloria, non privo di ogni genere di difficoltà ma, tutte risolvibili dalla mano potente di Dio sempre pronto ad aiutarci?
Siamo tutti protagonisti di un progetto: a noi la libertà di scegliere quale percorso compiere.
Che il Signore ci illumini!