21 settembre 2019

DERBY

“ Clinicamente nulla osta perchè il paziente non possa uscire in permesso”
Mi avvalgo del vantaggio di essere vecchia, potrei essere tua nonna, per continuare a parlarti in italiano e per sollecitarti ad imparare la mia lingua. Tuo padre credo mi fulminerebbe, se potesse. Anche con lui insisto a parlare la lingua della mia nazione, l'Italiano. Impietosamente.
Hai la stessa età di mio nipote. Di certo la vita, come si suol dire, anche con te non è stata particolarmente generosa.
Sembri più giovane della tua età, per aspetto e per comportamento. Totalmente dipendente da tuo padre che, per qualche a noi oscura ragione, non ti permette di imparare l'inglese, non vuole tu conosca l'italiano e continua a parlarti nella vostra lingua: l'arabo.
Nessuno può interporsi fra lui e te. Rifiutato anche l'intervento di un medico di madre lingua araba, non ti è concesso di conoscere direttamente e di porre domande che, è impossibile tu non abbia da soddisfare: sei in ospedale, in un paese straniero da mesi e stai male.
Non sei mai tu a chiederci un farmaco, lo chiede tuo papà. E' lui che decide come e quando dobbiamo somministrartelo, dice di essere medico.
Esci raramente dalla tua camera, solo per alcuni minuti puoi respirare l'aria “pura” della città, vederne le luci e sentirne i rumori condividendo spazi comuni e sempre sotto lo sguardo attento ( o invadente?) di tuo papà.
Non sappiamo nulla di te se non la tua terribile patologia.
Non possiamo nemmeno tentare di soddisfare un tuo desiderio, un capriccio; rimaniamo invece stupefatti dalle richieste a volte singolari di lui, tuo padre.
I rapporti si fanno tesi.
Fra noi medici e infermieri cerchiamo la condivisione di un comune comportamento per tutelare te e continuare il piano terapeutico assistenziale eludendo le intromissioni improprie di tuo padre.
Che avrai mai nel cuore, giovane uomo? La nostra differente cultura mi impedisce di leggere il tuo sguardo che incrocio per pochi attimi, di sfuggita, quasi rubandolo alle occhiatacce di lui, tuo padre.
Le occhiatacce le rendo, credo sia una sfida non gradita da parte di una donna da un uomo di cultura islamica, a tuo padre.
Approfitto della mia vecchiaia per farti una carezza, per rompere il silenzio:
“Allora sei milanista? Hai visto la partita, l'altro giorno?”. Ti rubo un sorriso, dopo che tuo padre ha doverosamente tradotto in arabo le mie parole.
Avevo notato la tua maglietta del Milan e le ciabatte rossonere.
Lo sport, il calcio apre uno spiraglio di dialogo anche con i medici.
Vuoi andare allo stadio, vuoi presenziare al derby Inter-Milan. Così comunica e chiede tuo padre.
Sapranno mai i tuoi idoli di avere uno spettatore tifoso tanto speciale sugli spalti?
Tornerai in ospedale probabilmente dopo la mezzanotte, alla faccia di ogni regolamento.
Per una volta siamo tutti d'accordo con tuo padre nel trasgredire le disposizioni nosocomiali.
Vinca il migliore. Che tu possa vincere la tua difficile battaglia e che tu possa prendere in mano le redini della tua vita, aggiungo io da nonna di cultura occidentale.
W il Milan, comunque vada.


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