20 agosto 2018

GIURIN GIURETTA

Forse perchè l'espressione non rientrava né nella parlata, né nelle abitudini e tradizioni della mia famiglia, il far "giurin giuretta" non mi era consentito.
Io osservavo altri miei coetanei delle scuole elementari farsene reciproca richiesta a garanzia di un gesto, di una parola da confermare solennemente, fosse anche solo per qualche ora. Raramente era un impegno a lungo termine la cui trasgressione poteva comportare come massima sanzione una sculacciata genitoriale.
Chiamata a testimoniare in tribunale, mi ritrovai a dover fare i conti con la richiesta di giurare sulla Bibbia di dire tutta la verità: non fu un problema, non mi sarei mai sognata di testimoniare il falso. La responsabilità allora fu di fronte agli uomini ed esplicitamente di fronte a Dio.
Diverse professioni prevedono, al momento della proclamazione ufficiale della raggiunta abilitazione al loro esercizio, cerimonie di giuramento nel nome di uomini e fra uomini. In assoluto credo il più famoso sia il giuramento di Ippocrate ma, l'emozione del momento è sempre profonda per ogni professione.
Ieri, al termine di una apparente normale giornata di lavoro, mi sono ritrovata a riflettere e a chiedermi quale significato abbia al giorno d'oggi anche il più altisonante giuramento.
L'entusiasmo per quel giuramento implica la presa di coscienza di un impegno costante per mantenervi fede sempre, in qualsiasi circostanza.
Per chi opera a favore dell'uomo, soprattutto in situazioni di disagio e difficoltà, le vicende quotidiane riportate con ogni dovizia di particolari da qualsiasi mezzo di comunicazione, raccontano di quanto sia difficile onorare il giuramento.
Le giustificazioni per accantonarlo o metterlo in discussione si sovrappongono e si rinnovano come pare giusto sia in riferimento al mutar dei tempi e allo sviluppo scientifico.
Ci si affida all'elaborazione del pensiero etico-filosofico dell'uomo il quale, per sua natura di limitata capacità, può incorrere in errori e scorrettezze, in debolezze.
Poiché nessun uomo è esente dal compiere errori, il reciproco perdono o la reciproca comprensione correlata, a volte, dal nascondere sotto il tappeto il guaio commesso, sono all'ordine del giorno.
Pigramente ammessi, possibilmente taciuti.
Di quel giuramento,  rimane la foto ricordo sul comò della nonna. Giurin Giuretta.
Emergono l'animo umano, l'educazione, la cultura, gli insegnamenti con cui si è stati allevati.
Per chi è cresciuto in una famiglia Cristiana e da adulto sceglie di essere Cristiano, non vi è giuramento che possa eguagliare l'insegnamento di Gesù e non gli necessita alcun giuramento in memoria di un uomo, un patto fra uomini per assolvere all'impegno scelto a favore dell'umanità.
"Ama il prossimo tuo come te stesso" lo si cita sin troppo facilmente e lo si commenta spesso a proprio vantaggio; mettere in pratica l'insegnamento non è altrettanto facile e non tutti vi riescono.
Chi sosterrà l'uomo che sceglie di disporsi al servizio del proprio prossimo se non Gesù?
Solo il Signore dona la giusta forza, la sapienza, l'intelligenza e la pazienza necessarie per svolgere una professione.
Il Signore è l'unico capace di intervenire in soccorso del bisognoso, di prevenire errori fatali o di porvi rimedio per Sua grazia.
La pace e la serenità sono nell'intimo di un medico, di un'infermiera, di un ingegnere, di un politico che amano Dio tanto quanto il senso di responsabilità non per un minuto ma, per sempre.
Gesù conosce il cuore di ognuno, conosce tutte le nostre intenzioni, ascolta il nostro cuore e legge ogni nostro pensiero.
Il patto che decidiamo di stringere con Lui è la nostra salvezza e la salvezza del nostro prossimo non solo fisica ma, anche spirituale secondo il piano che Dio ha per ogni persona.
Benediciamo il Signore per la professione all'esercizio della quale ci ha chiamati e riceviamo da Lui ogni benedizione affinché siamo suoi strumenti secondo la Sua volontà.

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