05 agosto 2012

Lettera Aperta Agli UOMINI POTENTI

Lettera aperta agli Uomini Potenti


Dove siete, dove siete uomini potenti che un tempo andavate fieri di essere ripresi sottobraccio a don Luigi, sì a don Luigi Verzé, che frequentavate l’aula Tre Caravelle o la San Raffaele con tanto d’orgoglio stampato sul vostro bel viso sorridente, stringevate le mani ad altri potenti e, forse, controllavate chi fosse seduto più vicino a don Luigi,in una gara di supremazia gestita con invidia?

Vi ricordiamo,sapete,noi che al San Raffaele ancor oggi lavoriamo secondo i principi dettati dal nostro,sì nostro, don Luigi! Allora di noi infermieri,medici,ausiliari,impiegati voi non vi siete mai curati, avevate altro a cui pensare e non eravamo noi gente semplice ad elevarvi al potere (forse, perché a votare abbiamo diritto e dovere anche noi) bensì il vostro saper darvi daffare,il vostro saper consigliare don Luigi,il vostro aprirgli le vostre porte ed il vostro pavoneggiarvi riempiva l’aria,le vostre orazioni addormentavano i vostri colleghi presenti che felici poi vi applaudivano! Solo don Luigi sapeva, nei momenti d’incontro con i suoi Raffaeliani tuonare : “Il San Raffaele non è questo, il San Raffaele non deve essere così!” e si riferiva alla mancanza di attenzione per il paziente che aveva osservato in Pronto Soccorso piuttosto che in una Unità Operativa dove passava all’improvviso e all’insaputa di tutti. Solo Don Luigi continuava ad incoraggiarci a guardare all’uomo quale creatura di Dio meritevole di ogni cura, di ogni sostegno soprattutto nei momenti più dolorosi,sino all’accompagnamento alla morte!

Ecco il nostro don Luigi, ecco colui di cui ora avete quasi paura a preferire il nome!

Ho voluto bene a don Luigi ed ancora gliene voglio, oggi lo grido al mondo, come tanti miei colleghi: le sue parole, i suoi silenzi, le mezze frasi che facevano intuire la sua sofferenza mi accompagnano giorno dopo giorno mentre sono al letto del malato e così è per centinaia di miei colleghi Raffaeliani.

Noi non temiamo ricordarlo, non temiamo dire che lo rimpiangiamo! Ha sbagliato? Forse che voi non avete mai sbagliato, forse che noi non sbagliamo? Grazie a Dio nessuno di noi è perfetto!

Dove eravate voi, uomini potenti, quando senz’altro vedevate gli errori in cui stava incespicando, dove eravate voi, così potenti, voi che soli potevate dare suggerimenti e consigli appropriati? Perché non l’avete aiutato ad evitarli? Già: anche voi non siete perfetti.

Forse per questo, oggi non avete più nemmeno il coraggio di riconoscere quell’andare a braccetto che tanto vi piaceva,vi contendevate ed ora quasi, se qualcuno vi chiede di don Luigi Verzé, siete pronti a rispondere: “ è morto qualche mese fa”?

Tira un’altra aria,vero? Ed allora via a cavalcare un’altra era, a passeggiare sottobraccio ad un altro potente,ad invidiare chi gli è più vicino!

Il San Raffaele? Uno dei dieci ospedali più importanti del mondo,cos’è ora lo sapete raccontare?

Forse non potete perché ciò che ci si confida fra le mura dei palazzi che contano non può essere messo a conoscenza di tutti,sicuramente non dei Raffaeliani.

Noi medici,infermieri,ausiliari, impiegati invece vi sappiamo raccontare il nostro San Raffaele, il San Raffaele voluto da don Luigi che non vogliamo venga derubato della sua anima, dei suoi principi che sono anche nostri, i nostri.

Dove siete, uomini potenti, mentre noi semplici ed umili lavoratori combattiamo perché il nostro ospedale rimanga uno dei dieci migliori al mondo, perché l’ammalato sia persona a cui si prestano le cure migliori, tutte le attenzioni possibili e non sia un freddo calcolo di guadagno?

A dicembre ci avete conferito l’”Ambrogino d’oro” con motivazione altisonante in merito al nostro impegno per il nostro ospedale: forse per voi è stato solo un modo per toglierci elegantemente di torno, un “contentino” per chiudere la faccenda!?!

Sappiate che per noi gente semplice,abituata a lavorare onestamente e come Raffeliani orgogliosi di avere sempre dato il meglio di se stessi sia come professionisti,sia come uomini e donne come ci ha voluti don Luigi, l’”Ambrogino d’oro” lo viviamo davvero come una onorificenza ( di cui siamo certi averne merito) ed almeno in Milano richiediamo l’attenzione che ci spetta.

Uomini potenti, ovunque siate e con chiunque siate oggi sottobraccio, lo sentite il grido di dolore che si eleva dal San Raffaele? Possibile che don Luigi non vi abbia mai detto una sola parola che oggi non vi rimbombi nel cervello, nel cuore e nelle orecchie? Non dovete proprio niente, a don Luigi? Noi Raffaeliani,semplici lavoratori, oggi più che mai consci dell’eredità lasciataci da don Luigi, ribadiamo e condividiamo il suo grido di dolore : “ Il San Raffaele non è questo, il San Raffaele non deve essere così! “ mentre percorriamo i viali con le fioriere incolte, guardiamo gli edifici incompiuti abbandonati e , soprattutto, siamo a fianco degli ammalati dando loro il nostro meglio ma sapendo che uomini potenti li considerano solo fonte di guadagno.

Il nostro San Raffaele non deve essere così!

Tz 4 agosto 2012

1 commento:

  1. Grazie a Te Tiziana, per le tue parole.
    Purtroppo , oggi questi uomini non ci sono e ahimè non ci saranno nemmeno quando inzieranno a licenziare, poichè a questo si arriverà presto. Sappi che il tuo grido di dolore, è anche e soprattutto mio.
    Domenico ( marito di una Raffaeliana)

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