13 agosto 2017

CARO PRESIDENTE

Fanno male, le bugie dei "grandi". Spesso le riconosciamo, noi gente semplice, a distanza di tempo compiendo un percorso a ritroso nelle notizie diffuse da telegiornali  o programmi propinatici senza che nemmeno li vogliamo. Fanno male per più ragioni ma, fondamentalmente, credo, perchè ci si sente impotenti a combatterle e la delusione è cocente essendo bugie pronunciate da chi dovrebbe essere di esempio per un popolo di cui è rappresentante.
Forse che il Presidente della Repubblica sente l'ondata di ribellione al suo paragone distorto fra l'esperienza di emigrazione italiana e quella ora in corso? 
Pur riconoscendo innegabile il suo cenno al dolore vissuto per il distacco dai propri cari e dalla propria patria comune a chiunque scelga di emigrare, di certo le condizioni vissute dai primi e dagli attuali sono estremamente diverse.
La maggior parte di noi Italiani può raccontare esperienze di emigrazione vissute e raccontate dai propri familiari; di certo nessuno ha memoria di alberghi e ozio pagati dal paese ospitante. Che tremenda umiliazione ci è stata inferta, Presidente! 
Ancor oggi mia mamma mi racconta dell'umiliazione vissuta arrivata al confine italo svizzero, con tanto di certificato di lavoro già assegnatole in Svizzera, quando è stata sottoposta a visita medica di controllo. Nonostante i suoi 91 anni, non tace il peso della diffidenza degli Svizzeri nei confronti degli Italiani, il controllo quasi pettegolo di ogni passo compiuto dalle giovani e la severità sul posto di lavoro da cui il rischio del licenziamento era tagliente quanto la lama di un coltello. Erano gli anni del dopo guerra, della seconda guerra mondiale per intenderci.
Presidente, gli Italiani morti sul lavoro in paesi stranieri sono numerosissimi. Le baracche in cui vivevano senza nemmeno le essenziali comodità igieniche, erano all'ordine del giorno anche nella mitica Germania ancora negli anni '70, immagino lei lo sappia e la morte era un evento che ben presto dovettero mettere in conto in molti.
Non rinneghi, per cortesia, la sofferenza della gente della nazione che lei rappresenta. Non cancelli la verità storica italiana solo per far digerire un rospo ormai troppo grosso alle nuove generazioni autoctone d'Italia.
Non racconti bugie perchè noi raccontiamo ancora ai nostri nipoti che "le bugie fanno crescere il naso lungo come a Pinocchio".

Nessun commento:

Posta un commento