10 aprile 2018

IDENTITA'


Identità
Sei così quieta,
vuote le strade
di ogni frastuono
gioca la fantasia nell'immaginare
talami d'amore,
culle dal lieve respiro,
animi in ansia
chinati su libri
che disegneranno sogni e realtà
da condividere domani
fra un abbraccio e una preghiera.
Grande la speranza si gonfia
nell'orgoglio di appartenerti,
per un attimo scivolata nell'illusione
di una pace condivisa,
incensurata da brutture
e malvagità di cui fra poco,
all'alba,
saprai la corposità
e piangerai allora,
sí piangerai per la tua città
vituperata, oltraggiata
da falso amore,
da vite spezzate,
dall'infamia di uomini e donne
ormai spogli di ogni dignità
che calpestano i tuoi giardini,
imbrattano di sangue le tue mura.
Chi sei delle due,
oh mia città?
Lasciami sperare ancora per un poco,
prima che la luce tolga ogni velo,
le voci si alzino in grida
di dolore,
lasciami sognare la nobiltà d'intenti,
la bontà di creature che affamate
della parola di Dio
percorrono le tue vie
diffondendo Verità!
Chiudo gli occhi per un momento,
mi abbandono fra le braccia della sofferenza
assistita per la notte intera
e mi rifiuto anche solo di dubitare
la tua indifferenza,
la tua tacita complicità
con chi vuole ucciderti,
vuole sconfiggermi
nel mio testardo credere in te
di cui racconto fiera
i miei natali.
Milano, la luce incombe!
Ricomponi le tue vesti
e rifatti il trucco,
presto ti percorrerò,
regalami il profumo di un fiore,
il colore della colazione
da condividere con soddisfazione!

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