07 agosto 2010

Commento a INFETTI D'AMORE

“…Il tuo libro è stata una delle letture più dolorose di tutta la mia storia di studioso e di appassionato di letteratura.

Qualcuno vi ha chiamato “angeli” e anch’io credo che lo siate: la vostra corsia è stata, è e sarà per molti uomini e donne una sorta di limbo, una “sala d’attesa” dove si addensano le inquietudini e le angosce di una prova imminente, di quel “passaggio” verso l’ignoto da una condizione dalla quale, per quanto sofferta atrocemente, difficilmente accettiamo l’idea di staccarci.

La vostra corsia anticipa il Paradiso: credo che vi rendiate conto del vostro ruolo fondamentale non solo come professionisti.

Nutro una profonda ammirazione per tutti voi, per quello che fate, per il coraggio e la “spregiudicatezza” (in senso buono) nell’assistere una umanità per lo più distante dal vostro stile di vita, dal vostro rigore morale, dal sentimento religioso che guida le vostre menti e le vostre mani.

Vent’anni fa molti dei vostri colleghi che avevano paura di occuparsi degli “infetti”, evitavano persino di avvicinarsi a voi al bar o in mensa.

Credo che oggi vi siate guadagnati il rispetto e l’ammirazione di tutti, ma c’è ancora molta ignoranza e molta poca comprensione (e compassione) che continua a serpeggiare anche in un ambiente dalla vocazione umanitaria.

Grazie Tiziana di questo libro, di queste parole assorbite dai tuoi fogli “volanti” dove quotidianamente ti confronti con i sentimenti quando nessun altro può ascoltarti. La fortuna maggiore che posso augurarti è che queste parole “contagino”il maggior numero di cuori quali testimonianze di una scelta di vita che ha messo al primo posto quell’”infezione” dalla quale, come uomini e come donne, non potremo - spero davvero! – mai guarire.”

gieffe

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