18 aprile 2011

DOMENICA DELLE PALME

DOMENICA DELLE PALME
C'era una volta un signore anziano , ovvero coetaneo dei miei genitori , che per rispetto nel riconoscere un rapporto d'affetto sincero io chiamavo " zio". il quale, ogni anno, la domenica delle palme andava alla messa di primo mattino e tornava a casa con i rametti d'ulivo benedetti dal parroco da distribuire alle famiglie amiche.
Mia mamma aspettava quell'evento con gioia e , certa del non venir meno a quel gesto di pace consolidato, non si preoccupava del procurarsi quel rametto che avrebbe esposto per tutto l'anno.
Una splendida giornata di festa ; rametto d'ulivo nuovo in una mano , ricordo di proverbio meteorologico rispolverato per l'occasione in vista delle vacanze pasquali da trascorrere in montagna: " se piou de le palme , no piou sui ovi. se ghe el sol de le palme, piou sui ovi".
Così aveva inizio la " settimana santa" , certamente la più triste del calendario cattolico.
Ho accettato questa tradizione per anni. un giorno , però, mi son ritrovata a riflettere: che gusto c'è a condividere una festa sinceramente vissuta, un paio di millenni fa circa , da uomini e donne che, di lì a pochi giorni , avrebbero rinnegato i loro festeggiamenti per dar vita ad uno degli episodi più tremendi in assoluto della storia dell'uomo?
Da che i posteri di coloro sanno cosa sia accaduto successivamente allo sbandieramento di tanto ulivo simbolo di pace, perchè si continua a festeggiare per poi ripercorrere mestamente l'evento successivo?
Ho deciso di rifiutare la festa. conscia del sacrificio immane eppur indispensabile per l'uomo compiuto da Gesù , sapendo tutta la vicenda grazie al racconto degli evangelisti e credendo profondamente in Dio , mi rifiuto di festeggiare un passaggio della vita di uomini tanto volubili

Nessun commento:

Posta un commento