22 dicembre 2015

ATTI DI MISERICORDIA?

Un tempo, nello scorso secolo intorno agli anni '60, era consuetudine che i titolari dei negozi presso cui solitamente si faceva la spesa a Natale offrissero un piccolo omaggio alla clientela. Nessun cliente criticava il contenuto, tutti apprezzavano il gesto, i bambini in particolare si divertivano un mondo ad aprire quei semplici pacchettini che suscitavano tanta curiosità. La mattina del 6 gennaio a Milano, a tutti gli incroci stradali gestiti dai "Ghisa", i vigili urbani, sulle loro pedane facevano bella mostra pacchi dono, semplice gesto di riconoscenza dei cittadini verso i loro tutori dell'ordine e della sicurezza. Nessuno osava toccare un solo regalo, tutti ammiravano con soddisfazione ritenendo fosse un dono più che meritato. Anche i datori di lavoro, chi più, chi meno, erano soliti prodigarsi in un dono per i loro dipendenti. Da due giorni sto trafficando in cucina su richiesta di mio marito: sto cimentandomi nell'arte a me non troppo familiare di cucinare dolci. Ho scelto di preparare i nostri tradizionali, zelten e strudel che mio marito porterà al lavoro per festeggiare con i suoi "ragazzi" il Natale. Sono "ragazzi" speciali, i suoi: persone comunemente identificate come "disabili", istituzionalizzate già nei primi anni della loro vita la cui famiglia, spesso e volentieri, sono l’istituto che li ospita e gli operatori che li assistono. Sono “ragazzi” speciali che non conoscono giochi politici e crisi economiche , si fidano di chi è loro accanto, donano sorrisi ed affetto sinceri senza dubitare mai di essere traditi da nessuno. A loro,residenti in una struttura cattolica, viene insegnato il catechismo; ai più capaci è dato di essere personaggi delle recite natalizie, a loro si insegna ad amare il prossimo e ad essere generosi con chi ha più bisogno. Amano i frati , titolari della catechesi, conoscono e rispettano il Monsignore Presidente dell’Istituto. Qualcuno ha capito che una delle porte di accesso della loro “abitazione” è stata scelta quale “porta santa” in occasione del Giubileo della Misericordia. Loro non sanno dei molti debiti accumulati dall’
Istituzione, non leggono turni e contratti di lavoro: per loro Natale è una festa e si aspettano di festeggiare. La Direzione sa che è Natale, sa che i ragazzi aspettano di festeggiare e chiama i dipendenti a celebrare il giubileo della Misericordia. Eccomi dunque in cucina, a trafficare. Lo faccio più che volentieri per quei “ragazzi” speciali, di cui ho dei ricordi di generosità bellissimi ma, mi scusi Presidente, in merito alla “misericordia” … evitiamo di prenderci reciprocamente in giro.

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