02 marzo 2011

Alla fontana

ALLA FONTANA



Riecheggiano voci antiche
del narrare di emigrazione
il successo su cocciuta miseria;
canta l’acqua il suo dolor
del dover migrare
in petroso bacino
per sé innaturale giaciglio.
Nuovi volti si affacciano
in narcisistica impresa
sull’acqua ormai inerme,
scossa soltanto da mano curiosa,
dall’acqua in aggiunta:
son visi dai tratti stranieri,
non dal sole imbruniti,
che nell’acqua vedon riflessi
paesaggi lasciati,
sempre nel loro cor impressi.
S’arricchisce quell’acqua
d'acqua salata
da palpebre sfociata:
l’accoglie materna,
del sale ne assorbe il sapore,
confonde nel suo
quell’esser straniero
sino a connubio
in un sol corpo,vero.
Sorride quel viso nell’acqua,
tremulo il villaggio appare alle spalle
dominus dell’intera valle.

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