13 marzo 2011

PROBABILI REALTA'?

PROBABILI REALTA’ ?
Gli abiti ormai stracci, gli zoccoli spuntati, lividi ovunque e graffi di rovi a far sanguinare gambe, mani, guance, capelli in unica, sporca ciocca intrecciatasi con ramoscelli ed arbusti, archi naturali di un percorso ad ostacoli viscido, sdrucciolevole, pietroso, fangoso: “di tutto,di più” avrebbero detto qualche decennio più in là di tante sciocche vicende, ovvero affaracci altrui dati in pasto a stupidi guardoni.
Un attimo di riposo, giusto per riprender fiato, seduta sulla scomoda panca offerta da quello spuntone roccioso meno appuntito di altri.
Raggi di sole qua e là intriganti ad illuminare il sottobosco, ronzio di insetti minacciosi e pacifici a contrapporsi al cinguettio degli uccelli, un alito di vento a raffreddare le goccioline di sudore in caduta libera su viso-seno-collo-schiena; scuotere il gonnellone senza il timor di giudizio del gesto sconveniente.
Tendere l’orecchio per individuare il chiacchierio di un torrentello, intingervi le mani a
raccogliere acqua pura e dissetante, sfuggita a rocce distratte.
In un tempo che sarà, momento perfetto per pubblicità di bibite rinfrescanti, spudorate menzogne da far bere a popolo credulone.
Una fragolina per il palato, un ciclamino per l’olfatto.
Un sospiro.
Chi sei tu, oggi?
Donna in fuga da comune destino, stanca procreatrice senza piacere, cervello in ebollizione stufo di ogni repressione.
Da una scatola, un giorno, avrebbero raccontato della depressione, male dell’ultima generazione appiccicato ad una moltitudine di persone.
Invece no: sei tu donna sana, agli altri il raccontar della tua vigliaccheria nell’essertene andata via, al diavolo la pignatta ed il bucato, l’uomo assiso sul selciato da accudire e da servire senza poter parola proferire!
Un ciuffo d’erba ne fa le spese: strappi, sradichi, calpesti; che traccia più non resti!
Così vorresti fare con chi per te non ha riguardo!
Voglia di vendetta tutte le viscere pervade; non sarai così stolta da farti del male!
Sarai lì col tuo agire, col tuo parlare a diritti rivendicare giorno dopo giorno, chiodo fisso nel cervello di chi del tuo non comprende il balzello!
Vola libera la farfalla mostrandosi in tutta la sua impalpabile bellezza, corre svelta la formica a rimpinguar la dispensa sguarnita: ogni essere in natura ha il suo compito ed il suo ruolo, nessuno ha tempo e modo di impicciarsi dell’altrui impegno!
Solo l’uomo mai contento vuol un su l’altro prender soparavvento!
Che gran stupidità, voler fare ciò di cui non si ha capacità!
Dove avrà mai lasciato l’uomo, essere intelligente,del suo Signor l’insegnamento?
E sì che nel corpo suo lo vede:ciò che fa l’occhio, non può far l’orecchio; quel che tien la mano
il piede può solo calpestare e nessuno al posto di questo o quello può andare.
Uomo stolto che spazio non vuoi dare alla donna creata a te affiancata in pari dignità e sua speciale competenza di cui tu non puoi fare senza non per tua scelta, non per tua volontà ma,
per l’ordine preciso e superiore del nostro Creatore!
Discuteranno, un giorno, psicologi ed avvocati di ruoli inversi e supremazia, dell’attuale società corrente pazzia!
Che fai oggi, tu, donna di sana mente?
Scuoti il terriccio dal gonnellone, calzi gli zoccoli e lecchi le ferite, rimossi arbusti e ricomposta la chioma al casolar ti avvii.
Tu non sai di un doman in cui cani e uomini saran mobilitati per chi , come te, lascerà la casa senza darne comunicazione.
Resistere non puoi al del focolar richiamo;non un libro ma, il tuo buon senso placa ogni tormento.
Del tuo Signor non puoi tradir l’insegnamento: torni a quell’uomo di cui sei ogni giorno il sostentamento.
“Orribile sottomissione!”, starnazzeranno ai tuoi posteri dalla televisione.
Ma io, che di te immagino soltanto un passo del tuo percorso, seduta su quella roccia baciata dagli impertinenti raggi , sorrido a te riconoscendoti coraggio; del tuo passato sfida ne faccio!

1 commento: