15 luglio 2017

SINDACO, INSEGNAMI AD AMARE...

Ti alzi all'alba, notte di riposo impossibile, rovinata dagli schiamazzi e dalle urla di alcune decine di baldi giovani e adulti sudamericani che trangugiano birra più che i neonati il latte materno: osservi la tua città, quell'angolo di Milano che vivi dalla tua infanzia.
Sotto un cielo incerto, nell'aria fresca e nel silenzio rotto solo dai passi dei primi indaffarati passanti, trova riposo stravaccato sulla panchina delle aiuole sotto casa chi non è stato capace di mettersi in piedi finita la festa. Aiuola tappezzata di bottiglie vuote, sacchetti di plastica che giocano a rincorrersi nel prato sospinti dalla leggera brezza, qualche piccione che allunga l'occhio verso quel corpo accartocciato mentre ruba le briciole degli avanzi alimentari abbandonati sotto le panchine: sale la rabbia. Puoi scommettere senza il dubbio di perdere sulla prossima pisciatina al "riparo" del grosso

tronco di uno degli alberi, alla luce del giorno, non appena l'uomo si risvegli.
Non trovi giustificazione per chi maltratta così la tua città. Non riesci nemmeno più a provare compassione per quella persona e per i suoi conterranei sì fatti.
Pensi al Sindaco, alla sua giunta che blaterano di integrazione ed accoglienza senza limiti; vorresti chiedere loro: "Siete sicuri di amare Milano?" perchè tu sei convinta che, chi non ama Milano, non è in grado di promuovere l'integrazione di chicchessia.
Sindaco, insegnami ad amare chi deturpa la mia, forse tua, città! Insegnami ad accogliere chi non rispetta le regole del vivere civile, chi non lascia dormire i cittadini, chi si fa beffe di ogni regola di semplice educazione del convivere, chi distrugge il patrimonio urbano!
Io non so amare chi viola la mia città.
Sicuramente tu, Sindaco, conosci un trucco per amare Milano e contemporaneamente coloro i quali la distruggono! Insegnami, dunque, ad amare!

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