17 gennaio 2014

VITA SCONOSCIUTA DEGLI INFERMIERI

SUCCEDE "Succede. Succede all'uomo ormai distrutto dalla malattia,sempre in bilico fra la speranza e la voglia di arrendersi,di conquistare il sorriso dell'infermiere in turno di notte ridendo di se stesso, di quei rutti così impellenti ed incontrollabili,tanto sgraziatamente rumorosi. "Ehi,peggio d'un maiale!" borbotta nel suo dialetto terronmilanese ed il silenzio della note gli fa eco,strappata una risatina sommessa all'infermiere che gli lancia uno sguardo di complicità,gli riposiziona l'ossigeno,gli rimbocca le coperte e gli offre da bere. "Ha dolore?" ,è la domanda d'obbligo (le linee guida per una corretta assistenza pretendono che gli venga chiesto e che il paziente dia anche un "voto" da 1 a 10 al suo dolore) e perfettamente inutile che l'infermiere è costretto a rivolgergli. Certo che ha dolore,basta un'occhiata all'infermiere per saperlo e per quantificarlo ma, ha bisogno della sua ammissione per poter proporgli la terapia antalgica prudentemente prescritta dal medico prima di "smontare". Il tempo di preparala ed il paziente si addormenta.Succede.Succede che una risatina,due chiacchiere siano un antidolorifico migliore di un farmaco. Succede che la notte successiva,avviato il rapporto confidenziale fra infermiere e paziente, l'infermiere riesca a scherzare con lui,quasi a rimproverarlo ironicamente per quel suo continuo grottesco rumoreggiare ed il paziente gli si rivolga familiarmente "ehi,provaci tu se ci riesci". Succede ed è il miglior successo professionale che l'infermiere possa ottenere,alla faccia delle linee guida internazionali. Succede. Succede anche questa notte che il paziente disobbedisca all'infermiere,per non disturbarlo,non per cattiveria s'intende e si rechi in bagno da solo,con il suo passo incerto impacciato da quella fastidiosa proboscide,come lo chiama l'infermiere il sacchetto di raccolta delle urine raccordato al catetere vescicale: un successo riuscire a sedersi da solo sul water.Succede. Anche l'imprevedibile,succede.La morte non ha certo remore a raggiungere la sua vittima in ogni luogo.Succede. E' successo ormai,quando l'infermiere torna con l'antidolorifico concordato fra battute e risatine in dialetto terronmilanese:sei lì,la proboscide fra le mani,il capo reclinato,senza rumoreggiare.E' successo.Proprio lì!?! Succede." tz, 17 gennaio 2014,venerdì

Nessun commento:

Posta un commento